I Re Taumaturghi
C’è sicuramente un interessante passaggio di consegne nella comunicazione sulla pandemia. Perché, se l’hanno scorso tenevano banco i virologi, ora questi si sono messi un po’ da parte, ed hanno passato il testimone ad altri.
Ai virologi de noantri, in verità, più in là che spingersi a definire “rincoglionito” un Premio Nobel, onestamente non si poteva chiedere. Oggi delirano vagheggiando soluzioni che avrebbero fatto ridere anche i consulenti di Pinochet o di Bokassa; ma fin quando non verranno (ahimè!) adottate, per il momento possiamo lasciarli da parte.
Ora i protagonisti della scena sono in gran parte politici e personaggi di varia estrazione, con qualche caso di singolarissima ed assoluta eccellenza, come Papa Bergoglio.
Il quale ha più volte interpretato l’evangelico “Compelle Intrare!” (Lc, 14, 23; costringili ad entrare) non come riferentesi al Regno dei Cieli, ma ai più terreni Centri Vaccinali (che, secondo molti, dovrebbero servire ad evitare proprio l’ingresso al succitato Regno dei Cieli ).
E quindi ha ribadito in varie occasioni, con parole forti e chiare, l’assoluta necessità di vaccinarsi.
Tra l’altro, parlando con i giornalisti sull’aereo nel volo di ritorno dal suo ultimo viaggio, ha fatto allusione al Card. Burke con queste parole: “Anche nel collegio cardinalizio ci sono negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus… ironia della vita”. In verità queste parole di Sua Santità, per il loro tono sarcastico, sembrano più adatte ad uno sfottò da tressette in osteria che alla conferenza stampa del Romano Pontefice Ma il punto non è questo. Consentitemi una piccola divagazione storica…
In passato si riteneva che i Re di Francia, sopratutto i Capetingi, all’atto della proclamazione, oltre che assumere le responsabilità del Regno, ricevessero anche il potere di curare la scrofola, l’adenite tubercolare, con un semplice tocco della loro mano. Marc Bloch ci ha scritto su un bellissimo libro, I Re Taumaturghi.
Questa convinzione, nei laicissimi e razionalissimi ultimi secoli era stata naturalmente liquidata come magica e superstiziosa. Ma l’idea che alla Potestas sia indissolubilmente connessa l’Ars Medica deve essere stata evidentemente recuperata ai tempi nostri. Visto che a milioni di italiani sembra perfettamente logico e plausibile che alcuni Palazzi romani mettano i lori inquilini non solo in condizione di esercitare un legittimo potere religioso o civile, ma anche, molto più banalmente, di prescrivere farmaci ai cittadini.
Due considerazioni.
La prima. Vorrei vedere quanti, tra coloro che accolgono tali, ed altre simili, dichiarazioni come se provenissero da un Nume Tutelare, all’atto pratico si sentirebbero poi tranquilli di farsi operare d’appendicite o trapanare un dente dai loro autori.
La seconda. Voglio sperare (ma non ho motivo di dubitarne) che detti autori siano perfettissimamente sicuri di ciò che hanno prescritto con le loro parole. E che pertanto considerino le voci discordanti né più né meno che pattume schifoso; quand’anche venissero da vari scienziati, compreso il Premio Nobel di cui sopra. Perché ogni cittadino ha diritto di avere ed esprimere le proprie convinzioni – ci mancherebbe altro! – ma quando si hanno responsabilità massime, e si influenzano milioni di persone, la cosa assume un connotato profondamente diverso dalle opinioni espresse al bar dall’uomo della strada.
Marx scrisse che la Storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, e la seconda come farsa. Non sono un marxista, ma bisogna ammettere che il buon Karl in molti casi ci aveva, come al solito, visto giusto.
Michele Scotto di Santolo
michelescottodisantolo.wordpress.com