I riti dell’Epifania, tra sacro e profano, bene e male, morte e rinascita
L’Epifania è una ricorrenza cristiana molto sentita che cade a distanza di 12 giorni dal Natale. Il significato della festività deriva dal termine greco “manifestazione” e si riferisce alla presentazione di Gesù appena nato, ai Magi venuti dall’Oriente. Poiché, i saggi re avevano portato dei doni al Bambin Gesù, oro, incenso e mirra, ogni anno si regalano dolci ai bambini in ricordo di questo evento.
Una leggenda cristiana racconta di come è nato il personaggio della Befana. I Re Magi in visita a Betlemme con i loro doni, oro incenso e mirra, avevano chiesto informazioni ad una vecchia sulla dimora del Bambinello. La donna non volle uscire dalla sua abitazione per accompagnarli, ma si pentì subito dopo e, per riscattarsi, preparò dei dolci e uscì a cercare i Magi. Non trovandoli regalò i dolci ai bambini che incontrava sul suo cammino, sperando di trovare il Bambin Gesù tra questi.
Anche l’Epifania, così come molte altre feste religiose, ha radici antiche, e spesso si rifà a culti pagani, antecedenti alla nascita di Gesù.
Nell’antichità, infatti, dodici notti dopo il solstizio d’inverno veniva celebrata la morte e la nascita di Madre Natura.
Madre Natura era identificata dai romani nella divina Diana, dea della Luna e della fertilità. I contadini seminavano in occasione del solstizio d’inverno e quei dodici giorni che separavano quello che oggi è il nostro Natale dalle celebrazioni per Madre Natura, erano giorni fondamentali per il raccolto futuro che avrebbero fatto la differenza tra un anno sereno ed una durissima carestia.
Per questo motivo, si invocava Madre Natura, che aveva lavorato per tutto l’anno precedente e secondo l’iconografia ancora in uso, era ormai vecchia e rinsecchita ed era destinata a morire per poi rinascere giovane e bella.
Prima di morire per rinascere assieme al nuovo anno ed alla primavera a venire, la Madre Terra portava i suoi doni agli uomini e volava sui campi rendendoli fecondi. Nelle odierne ricorrenze, gli antichi usi pagani sopravvivono, nonostante il cristianesimo. Alla vecchia e rinsecchita Madre Natura veniva dato fuoco, affinchè come una fenice, potesse risorgere dalle sue ceneri giovane e forte. Ancora oggi, in alcuni riti dell’Epifania viene dato fuoco al simulacro della Befana. La Befana viene ancora descritta come una vecchietta, brutta e magra, vestita di nero con un fazzoletto in testa, i piedi magri e le calze e le scarpe rotte e bucate. La Befana secondo la tradizione popolare, viaggia sopra una scopa con un sacco sulle spalle, il sacco contiene doni per i bambini buoni, mentre a chi è stato cattivo viene dato solo carbone.
L’iconografia la raffigura come una strega brutta e ributtante poiché nel suo personaggio convivono alcuni aspetti essenziali e opposti della vita: il bene ed il male, la morte e la rinascita, la paura e la curiosità. Il “dono” del carbone al bambino che non è stato buono assolve anch’esso ad una funzione rituale. Il carbone rappresenta il fuoco che spento può essere riacceso e tornare al alimentarsi, così come nel ciclo delle stagioni la primavera seguirà all’inverno.
Come spesso accade, i riti e le usanze dell’Epifania sono comuni a tanti paesi.
In Messico, i bambini ricevono i doni in occasione dell’Epifania e per loro viene organizzata la “pinata” molto simile al nostro gioco della “pignatta”.
Le pinatas sono delle brocche di terracotta decorate ripiene di caramelle e regalini. Sono coloratissime e fantasiose e possono avere la forma di animali ed uccelli.
In Argentina, la tradizione vuole che i regali siano scambiati il 6 gennaio. I bambini lasciano le scarpe fuori dalla porta ed al risveglio le trovano piene di doni.
Il 6 gennaio anche l’Irlanda celebra l’Epifania, nota anche col nome Little Christmas o Woman’s Christmas. Si cucinano dolci e biscotti speciali e vengono accese dodici candele in onore dei dodici apostoli di Gesù.
I riti dell’Epifania si intrecciano con le Feste Propiziatorie dell’inizio dell’anno. In alcune comunità rurali e di montagna in Abruzzo, Molise, Campania e Calabria si accendono fuochi “per riscaldare Gesù bambino” e intorno ad essi si riuniscono i giovani del paese. Si danno fuoco poi, alle “rotelle”, i “rrutelle”, che si fanno poi rotolare lungo i pendii della montagna oppure si gettano nelle acque di laghetti o fiumi vicini. Vengono, in questa occasione, pubblicamente annunziati i fidanzamenti e si cantano canzoni augurali.
Ovunque ci si trovi, l’Epifania anche se tutte le feste porta via, sarà sempre la festa di tutti i bambini che buoni o cattivi, con la loro gioia ed i loro sorrisi esorcizzano i timori per il nuovo anno appena cominciato.
fonte
briganti.info