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Il Clipper di Capracotta. Quando gli emigrati molisani aiutarono i propri concittadini

Posted by on Set 8, 2020

Il Clipper di Capracotta. Quando gli emigrati molisani aiutarono i propri concittadini

Solidarietà: forma di impegno etico-sociale a favore di altri. Atteggiamento di benevolenza e comprensione che si manifesta fino al punto di esprimersi in uno sforzo attivo e gratuito, teso a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di un aiuto.

Inizio il testo con una definizione per raccontare al meglio la storia che sto per iniziare. Un fatto realmente accaduto, di solidarietà e amore smisurati che oltrepassano il confine e che, nonostante le distanze, ricongiungono all’ amata terra chi fu costretto a partire. La miseria delle circostanze portarono molti meridionali, a cercare fortuna altrove. I cittadini di Capracotta, comune montanaro in provincia di Isernia, non vennero risparmiati da tale sacrificio e partirono, cercando fortuna altrove. Nessuno dimenticò però il paese di provenienza (quella cittadina dagli inverni fin troppo difficili) il secondo comune più alto degli Appennini, tanto da essere definito il paese delle bufere. Il manto nevoso spesso arriva a superare i 2 metri, fino ad arrivare al record di quest’ anno durante il quale sono stati rilevati 256 centimetri caduti in 18 ore.
Lo sapeva bene la signora Eda Di Nucci, capracottese di nascita, ma emigrata a Trenton, in America; tornata in Molise per una visita notò i disagi a cui ancora erano costretti i suoi conterranei. Raccontò tutto al marito, Giovanni Paglione, e ad altri capracottesi in America tra cui John Arbitelli (sposato ad una capracottese); questi pensò di recarsi a Jersey City per parlare, grazie ad alcuni amici influenti, con il sindaco John V. Kenny. Ci riuscì, si recò da lui consegnandogli una lettera:
” Il nostro paese, situato nell’Italia centrale a 1421 mt. sul livello del mare e fiancheggiato da monti ancora più alti, ogni anno, per ben sei mesi, giace sotto le abbondanti nevicate, e spesso restiamo completamente isolati dal mondo intero. -E la bufera è così violenta, il più delle volte, che spesso, ad un malato grave è vietata l’assistenza medica e, alle volte, il conforto spirituale del nostro buon Parroco. … Noi, in questo paese, abbiamo quindi urgente bisogno d’uno spazzaneve, magari vecchio, non importa, purchè ci liberi la via che conduce fuori di Capracotta. – I nazisti vollero divertirsi un giorno a ridurre in frantumi l’unico spazzaneve che possedevamo e che ci era tanto utile ed indispensabile. … La buona gente di Jersey City vorrebbe adottare il Comune di Capracotta? – Vorrebbe ascoltare la nostra preghiera e far si che potessimo avere uno spazzaneve? …” La lettera era firmata dal sindaco di Capracotta, Gennarino Carnevale.
Il Sindaco Kenny accolse la proposta, si mise subito in moto creando un Comitato Pro Capracotta ovvero CARNIVAL FOR CAPRACOTTA: To Provide a Snowfighter for Humanity (per dare uno spazzaneve ad una comunità) del quale facevano parte 28 emigrati non solo molisani, anche campani. In pochissimo tempo misero in moto una macchina di propaganda tanto efficiente che i risultati si videro prestissimo. Il comitato si era prefissato l’obiettivo di raccogliere 20.000 dollari: l’azione iniziò a metà ottobre ed al 9 dicembre Clipper era stato già acquistato. La campagna di solidarietà si chiuse con una serata di grande festa chiamata “Carnevale delle stelle”. Durante òa festa all’Armony di Jersey City intervennero numerosi artisti e atleti famosi, stelle di Hollywood tra cui Frank Sinatra. Il New York Times, il 10 dicembre ’49, dedicò un’ intera pagina alla notizia a cui diede il titolo “Italian Villane Assured Of Jersey City Snowplow” (Paese Italiano rassicurato dallo spartineve di Jersey City).
Il Comitato per Capracotta, raggiunto il primo obiettivo, se ne pose un secondo: far giungere il dono in Molise per Natale. Venne imbarcato con un lieve ritardo, il 30 dicembre del 1949: “Spazzaneve da 20.000 $, dono della popolazione di Jersey City ai 4500 residenti di Capracotta, nell’Appennino Italiano, caricato a bordo della nave Exiria al pontile 84. I cittadini di Jersey comprarono la macchina di 11 tonnellate in risposta alle molte difficoltà invernali ed alle molte avventure in Capracotta dopo che i nazisti distrussero il loro unico spazzaneve” (DAIL MIRROR del 31.12.1949).
La nave arrivò a Napoli sabato 14 gennaio 1950 e lo spazzaneve Clipper giunse, il 16 gennaio successivo, a Capracotta, in un’ atmosfera di grande festa. La cerimonia di accoglienza durò tutta la giornata, dal mattino fino a tarda sera alla presenza, ovviamente, dell’ Ambasciatore degli Stati Uniti che nel suo discorso così affermò: “Ho l’onore, Dott. Carnevale, nel consegnarle lo spazzaneve a nome del Sindaco Kenney e della popolazione di Jersey City, di affermare che tale dono onora chi lo riceve quanto chi lo fa.”
Una bella storia di solidarietà che si riassume facilmente nelle parole di Giovanni “John” Paglione, il marito della signora Eda, la capracottese che fece partire l’ intera macchina: “(Clipper) non è solo un macchinario per pulire la neve, ma è un simbolo di fratellanza e amicizia che regna tra il popolo italiano e gli italiani d’ America provenienti da tutte le regioni” .
Ma ciò che occorre maggiormente sottolineare è che Capracotta, piccola realtà del Molise, in un periodo difficile ancora sconvolto dalla guerra, riuscì a far parlare molto di sé ed a risolvere un grandissimo problema legato alle bufere di neve che, nei periodi invernali li emarginava completamente anche dal resto della regione. Ma lo fece completamente da sola e non grazie all’ aiuto del Governo Italiano. Quei capracottesi che lo Stato italiano portò a fuggire, furono loro da lontano ad aiutare la propria comunità. Da soli, con i propri sforzi.

Daniela Alemanno

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