Il Governo dei Saggi (1821)
Sapevi che anche nel Regno delle Due Sicilie fu nominato un gruppo di saggi che potesse garantire, attraverso la formulazione di una piattaforma di proposte, il miglioramento della situazione politica ed economica.
In effetti, a seguito dei moti del 1820-21, e nel corso del congresso di Lubiana, Ferdinando I s’impegnò con le monarchie d’ancien régime, e in particolare con l’Austria di Metternich, che poi sarebbe intervenuta in suo soccorso, ad adottare strumenti volti a garantire la stabilità del governo. In tal senso ne scrisse al figlio, il futuro Francesco I, nel gennaio 1821. Nella sua Lettera, il primo sovrano delle Regno delle Due Sicilie spiegava che le potenze europee richiedevano espressamente che egli si circondasse di uomini saggi, che potessero offrire consigli utili per ripristinare e mantenere la sicurezza interna e, in conseguenza, quella degli Stati vicini. Pertanto, una volta rientrato a Napoli, nel maggio 1821, Ferdinando I promulgò uno specifico decreto, che istituiva una giunta temporanea composta di alcune personalità, prescelte fra i più probi e savj sudditi, da consultare in relazione ai principali interessi dello Stato, onde garantire per sempre il riposo e la prosperità pubblica. A differenza delle più recenti vicende politiche italiane, detto gruppo era più nutrito, giacché registrava non dieci ma diciotto nomi. Chi erano i saggi nominati dal sovrano? La lista comprendeva sia volti noti della diplomazia, dell’esercito e dell’entourage ferdinandeo, da Tommaso di Somma (già più volte ministro e cancelliere) al cardinale Fabrizio Ruffo, da Antonio Capece Minutolo (prima dell’esilio) a Nicola Filangieri, daGiovanni Battista Fardella a Francesco Lucchesi Palli, da Fulco Ruffo di Calabria a Antonio Statella, da Lodovico a Francesco Loffredo, sia volti meno noti, per lo più tecnici e giuristi di lunga esperienza, quali Giambattista Vecchione, Carlo Avarna, Raffaele de Giorgio, Giovanni d’Andrea, Vincenzo Marrano e Francesco Pasqualino, sia ancora esponenti di spicco della cultura ecclesiastica, come il vescovo filologo Carlo Maria Rosini e l’abate educatore Domenico Sarno.
fonte
http://decretiamo.blogspot.com/2013/04/il-governo-dei-saggi-1821.html