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Il Manifesto di Ventotene spiegato ai bambini, e a Giorgia Meloni

Posted by on Mar 31, 2025

Il Manifesto di Ventotene spiegato ai bambini, e a Giorgia Meloni

Nel discorso tenuto alla Camera giorno 19 marzo, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha concluso l’intervento con un riferimento, polemico nei confronti di quanti alla manifestazione di sabato a Piazza del Popolo e anche nel Parlamento hanno richiamato il Manifesto di Ventotene. Per un’Europa libera e unita. Ecco le sue parole: – Ora, io spero che tutte queste persone in realtà non abbiano mai letto il Manifesto di Ventotene perché l’alternativa [che lo abbiano letto] sarebbe francamente spaventosa.

A beneficio di chi ci guarda da casa e di chi non avesse mai letto, io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del Manifesto di Ventotene. Cito. Primo [ometto i riferimenti all’Europa socialista e alla proprietà privata e mi concentro sul punto decisivo]: “nelle epoche rivoluzionarie in cui le istituzioni non debbono essere amministrate ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente … Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarriti non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultuare di passioni … La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”. E il Manifesto conclude che esso, il Partito Rivoluzionario, “attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte della ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà, in tal modo, le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle nuove masse. Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato e attorno a esso la nuova democrazia”. La Presidente del Consiglio ha concluso con questo commento: non so se questa è la  vostra Europa, ma certamente non è la mia! -.

Il motivo per cui la Presidente del Consiglio ha fatto questa provocazione non mi interessa perché non faccio dietrologia, sono uno studioso di Scienza Politica, non un politico che forse la dietrologia è tenuto a farla. Vado al punto decisivo: la Presidente del Consiglio dice di aver letto il Manifesto di Ventotene. Ma siccome ha fatto un percorso culturale e politico opposto a quello di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni li ha fraintesi. Per più ragioni: era il 1941 e, da due anni, l’Europa combatteva contro il Nazismo e da un anno contro la fascista Italia che aveva dichiarato guerra alle democrazie europee. L’Europa democratica (Gran Bretagna e Francia, dopo Vichy quella di De Gaulle) era al tempo l’unico argine contro la dittatura nazista. Dopo aver cercato di contenere la politica imperiale di Hitler con una Metodologia Politica Democratica (che in politica estera è fatta di dialogo, mediazione e compromesso), dal 1939 le democrazie europee decidono di opporsi alla dittatura con la guerra all’ultimo sangue. Le frasi del Manifesto citate da Meloni indicano che questa scelta di guerra operata dalle democrazie europee andava reiterata all’interno delle dittature fascista e nazista. La Metodologia democratica sarebbe stata solo un peso morto, nella situazione di crisi rivoluzionaria europea che è presto diventata Seconda Guerra Mondiale. La vittoria delle democrazie (solo dopo l’8 settembre nascerà in Italia un forte movimento di Resistenza che si opporrà con la guerra civile al Fascismo e ai Repubblichini di Salò) porterà alla costituzione, in ogni Stato ex fascista, per opera del partito rivoluzionario, costituito dai vari Comitati di Liberazione Nazionali, alla costituzione di un nuovo governo che non potrà essere nominato con elezioni, finché non si approverà una nuova Costituzione. I tre estensori del Manifesto sono stati profetici perché il partito rivoluzionario interno allo Stato Fascistasarà costituito dal CLN. Questa coalizione rivoluzionaria di partiti governerà l’Italia con governi che non potranno nascere dalla volontà popolare democraticamente consultata (le elezioni democratiche non si potevano svolgere con il sistema elettorale fascista). È stato il CLN a governare il nuovo Stato italiano dal 9 settembre 1943 all’1 giugno 1947. Non lo ha fatto democraticamente, ma lo ha fatto costruendo le regole della democrazia futura: Il referendum istituzionale che sancirà la fine della Monarchia, prima responsabile del Fascismo, e la nascita della Repubblica Italiana è del 2 giugno 1946. Quello stesso giorno viene eletta l’Assemblea Costituente che, nella sua prima seduta nomina un Presidente della Repubblica provvisorio, Enrico De Nicola. I governi non sono stati democratici in senso pieno dal 9 settembre 1943 dal Badoglio I al De Gasperi IV che cessa il 23 maggio 1948. La Costituzione entrerà in vigore l’1 gennaio 1948, giorno a partire dal quale il Partito Rivoluzionario della Resistenza  governerà il paese con un governo pienamente democratico perché democraticamente eletto. La nuova Costituzione Italiana è stata costruita attorno a un nuovo Stato nato da una rivoluzione armata e non da pacifiche e libere elezioni. Questo, e non altro, hanno inteso dire Spinelli, Rossi e Colorni, nel Manifesto di Ventotene.

Per quanto riguarda l’Europa, il Manifesto di Ventotene suggerisce di partecipare alla guerra civile contro i fascismi non con il metodo pacifista (molti Europeisti sono anche pacifisti, nel senso che intendono l’Europa come strumento per evitare che altre guerre scoppiate in Europa, dopo la prima e la seconda, portassero a guerre mondiali). L’invito agli Europeisti ad aderire al Partito Rivoluzionario schierandosi dalla parte della Resistenza, cioè della guerra civile contro i fascismi deriva dal bisogno di superare una difficoltà presente tra gli Europeisti. Molti di loro avevano considerato ingiusta e stupida la Prima Guerra Mondiale (e forse avevano anche ragione). Spinelli, Rossi e Colorni condividevano questo giudizio sulla Prima Guerra Mondiale, ma ritenevano e volevano convincere gli Europeisti titubanti, che la Seconda Guerra Mondiale era necessaria per poter costruire un’Europa che non si trasformasse in un Impero, ma si trasformasse in una realtà che difendesse dalla potenze imperiali i valori della democrazia, della libertà, dell’inclusione e della pace.

Il Movimento di Ventotene, dopo la vittorie delle democrazie e la trasformazione degli Stati ex fascisti in democrazie, non ha più avuto bisogno di costituirsi in partito rivoluzionario. La nuova situazione ha reso conveniente il ritorno alla Metodologia Politica Democratica: in Italia è stato costituito il Movimento Federalista Europeo che, unito a tanti altri Movimenti Europeisti, ha fondato l’Unione dei Federalisti Europei che ha cercato e cerca di realizzare un’Europa federata (che ancora non c’è) con una Metodologia Politica Democratica (perché la Democrazia adesso c’è).

Giuseppe Gangemi

1 Comment

  1. Analisi corretta, concordo pienamente

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