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Il miraggio del Ponte sullo Stretto (prima parte)

Posted by on Dic 15, 2022

Il miraggio del Ponte sullo Stretto (prima parte)

Considerazioni dell’architetto Loreto Giovannone originate dal ritrovamento di una notizia fino ad ora ignorata: un progetto “torinese” di Ponte sullo Stretto, datato 1861

Questo articolo prende origine dal ritrovamento di una notizia fino ad ora ignorata e che riguarda l’ingegner Cesare Valerio (Carmagnola, 1820 – Torino, 1873) noto come progettista di vari edifici torinesi, il Collegio degli Artigianelli in corso Palestro e i magazzini generali di Torino (docks), in via Cernaia presso la stazione di Porta Susa.

Loreto Giovannone ci ha segnalato che sul giornale “Il Mondo Illustrato. Giornale universale”, pubblicato il 26 gennaio 1861 a Torino, non ancora capitale del Regno d’Italia perché questo sarà proclamato il 17 marzo di quell’anno, compare questa notizia: «Un ardito magico progetto dell’ingegnere Cesare Valerio sarebbe in questo momento sottomesso all’esame di una Commissione nominata dal governo. Non si tratterebbe meno che di gittare un gran ponte fra le coste della Calabria e della Sicilia, precisamente fra Reggio e Messina. Questo ponte si avanzerebbe nell’acqua sostenuto da enormi pilastri, e si slancerebbe sospeso in modo da dare un passaggio facile ai bastimenti».

Ringraziamo l’architetto Giovannone per questa intrigante scoperta che riguarda un personaggio torinese, scoperta che gli ha suggerito una serie di considerazioni (m.j.)

PROLOGO: Chi affronta l’argomento “ponte sullo stretto”, riesce a fare i conti con la mitologia, il fantastico, il surreale, la coincidenza, il caso? No.

Ma secondo voi è proprio un caso che il noto ed “aberrante” fenomeno detto della “Fata Morgana” si verifichi proprio lì, sullo stretto di Messina dove da 156 anni i governi promettono di voler costruire un fantasmagorico mirabolante ponte? No.

IL REALE: Il fenomeno ottico detto della Fata Morgana, è un miraggio che si può scorgere in una stretta fascia al di sopra dell’orizzonte, immediatamente sopra la linea dell’orizzonte. Il nome italiano del fenomeno è usato anche all’estero, si tratta di un fenomeno frequentemente osservato nello Stretto di Messina e tramandato, secondo alcuni, dai normanni.

Oggi tutti trascurano il fenomeno dell’alterazione che induceva nei marinai visioni di fantastici castelli in aria o in terra per attirarli e quindi condurli a morte. Paure giustificate dalle correnti, insidiose per le antiche imbarcazioni, che attraversano lo stretto, senza dimenticare la costante continua attività sismica, sempre attiva, in tutta l’area.

Oggi tutti sembrano dimenticare il fantastico e il mitologico dell’omerico racconto di Ulisse che nell’attraversare lo stretto si trova ad affrontare i due mostri di Scilla e Cariddi.

IL SURREALE: Chi, malauguratamente pensa che la leggenda del ponte sullo stretto di Messina sia un periodico malvezzo, un miraggio di tipo elettoralistico, partorito dalla politica romana e dai governi in combutta con il malaffare che sottrae copiosi fondi dal bilancio dello stato, sbaglia!

Dove commette l’errore il “benpensante” che vede elargizioni prebende, alla luce del sole, di fondi ad “amici” compiacenti operanti nei lavori pubblici, nel mondo dell’imprenditoria? No! certamente no!

L’errore lo commette nell’attribuire, come un marchio di fabbrica, ai malaffari degli innumerevoli governi romani l’invenzione del progetto del ponte sullo stretto di Messina. Dove nasce la favola del progetto del ponte sullo stretto di Messina?

A Torino, nasce a Torino.

I COSTIQuella del Ponte sullo Stretto è una vicenda complessa, di una complessità tutta italiana e dunque dai contorni tanto sfumati quanto invece concreti dal punto di vista economico e del danno per le tasche dei contribuenti. Da una relazione della Corte dei Conti è emerso che il Ponte sullo Stretto di Messina, pur non essendo un’opera esistente, costa alla collettività oltre 1,5 milioni di euro all’anno. Il paradosso dipende dal mantenimento in vita della Stretto di Messina S.P.A., posta in liquidazione nell’aprile 2013 e ancora in grado di gravare sui conti pubblici. La relazione della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, a resoconto del periodo complessivo, calcola in oltre 312 milioni di euro la spesa totale fino al 2013, dei quali 75 milioni di euro investiti in studi di fattibilità e ricerche fatti prima dell’approvazione del progetto nel 2003.

GLI ATTORI PRINCIPALI: Soggetti aggiudicatari del contratto di appalto decaduto

Eurolink (A.T.I. appositamente costituita)

Impregilo (capogruppo mandataria, 45,0%)

Società Italiana per Condotte dAcqua S.p.A. (mandante, 15,0%)

Cooperativa Muratori & Cementisti (C.M.C.) di Ravenna (mandante, 13,0%)

Argo Costruzioni Infrastrutture (A.C.I. S.c.p.a.) di Torino (mandante)

Sacyr S.A. (mandante, 18,7%)

Ishikawajima – Harima Heavy Industries (mandante, 6,3%).

Loreto Giovannone 

Fine della prima parte – Continua

fonte

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=27096

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