IL PANE DI CERBERO. ASPETTI DI POLITICA ANNONARIA E DEMOGRAFICA A NAPOLI NELL’ETÀ DI FILIPPO II

“La plebe è come Cerbero, che per far che non abbai}, bisogna empirle le
m fauci di pane”. Così scrive al principio degli anni ’20 del Seicento il napoletano Fabio Frezza, che in un altro passo dei suoi Discorsi intomo ai rimedi di alcuni mali ai quali soggiace la Città e il Regno di Napoli aggiunge “… in una città così piena di popolo com ‘è Napoli, importa molto haver la moltitudine amica” per cui bisogna ”procurarli di farli abbondanza dì vìveri, et spetìalmente di pane”1
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