IL POZZO DI S. EGIDIO DI SCURCOLA MARSICANA
Al centro di Piazza Garibaldi, c’è un pozzo-cisterna che ha alimentato con la sua acqua il paese di Scurcola, centro-est per diversi secoli, anche dopo l’arrivo del primo acquedotto (1888), nei momenti di siccità: è il pozzo di santoggiddio (sant’Egidio).
Il pozzo di circa dieci metri di profondità con una circonferenza di due, funzionante fino alla seconda metà del secolo scorso, riforniva ancora, soprattutto nel periodo estivo, la zona di Via Monte Velino (codabassa o quavassa) particolarmente traboccante di stalle e di animali.
Il rione di S. Egidio, periferia di Scurcola, una volta denominata Piazza dell’Oca, posto lungo il tracciato della Tiburtina, in posizione strategica, era un Borgo autonomo; intorno alla Chiesa, al Convento, come fulcri del rione, insisteva la locanda dei viandanti, in cui uomini e bestie si rifocillavano prima di oltre passare il confino pontificio per andare a Roma; esso era un crogiolo, con osteria, facocchio, fabbro, posto per ferrare gli animali, stazione di monta per asini, cavalli e vacche, la barberia e la calzoleria dei “cauzejji”.
In quella bomboniera di attività, il pozzo al centro della piazza rappresentava l’importanza dell’insieme.
Il pozzo è inserito nel centro della piazza, di quello che era l’orto del soppresso Convento dei Carmelitani (15 ottobre 1652) e la chiesa di sant’Egidio.
La chiesa di S. Egidio è citata nella famosa bolla che il papa Clemente III, nel 1188, indirizzava al vescovo dei Marsi Eliano, in merito alla ricognizione delle chiese della diocesi marsicana. Sono menzionate nella bolla anche quelle di Sancti Thomas, Sancti Angeli, Sancti Algidi cum titulis in Sculpola.
La Chiesa di S. Egidio, una volta fuori le mura del paese, esisteva ancora nel 1343, divenne poi Parrocchiale e Collegiata, come si rileva dalla Bolla d’unione del 1343 ed era officiata da un Abate.
Che nella chiesa di S. Egidio esistesse l’abate si deduce dalle bolle d’unione spedite da monsignor Milesio nel 1564 a favore di D. Aurelio Ciontra.
Secondo la bolla di monsignor Colli del 26 settembre 1583, nella chiesa di S. Egidio vi era un abate e sei canonici che si dividevano le rendite e i frutti: due parti all’abate e una per canonico.
Il Febonio nella sua Historia Marsorum, al libro III scriveva … fuori le mura vi sono tre conventi uno da poco soppresso, dell’ordine dei Carmelitani sotto la denominazione di S. Egidio (1).
Il Corsignani nella sua Reggia Marsicana, rifacendosi a tale citazione, aggiunge … e benché tal convento restasse soppresso da Innocenzo X; ad ogni modo … il divistato Templo rimase in piedi, quantunque sia malamente tenuto e quasi cadente (2).
Tito Spinelli, nel suo libro Scurcola Marsicana Ove s’arme vinse il vecchio Alardo, la definisce … una bomboniera (3).
La chiesa di sant’Egidio o di san Matteo, come era chiamata anticamente dagli anziani, è quella dove nelle adiacenze si svolgeva la così detta fiera delle cipolle il 21 settembre.
La denominazione di Largo S. Matteo è esistita fino al 27 gennaio 1936, quando la delibera del Podestà Vitantonio Liberati, per aggiornare la toponomastica, cambiava il nome con Largo Garibaldi.
Dopo il terremoto del 1915, la Chiesa subì importanti danni e restò chiusa perché senza tetto; davanti al portone d’ingresso, era posta una grande croce di ferro messa in ricordo delle Sante Missioni del 1934; la croce nel 1971, prima dei lavori di restauro della Chiesa, (1972) fu portata nel cimitero dove tuttora si trova.
Fino agli anni Settanta del secolo scorso, la Chiesa si ricorda quasi totalmente ridotta a un ricettacolo di immondizie e malerbe.
Nel terremoto crollò il tetto, rimasero in piedi i soli muri perimetrali, così come si ricorda prima del restauro del 1970-72 reso possibile dal Genio Civile e fatto dietro interessamento del Parroco pro-tempore, don Carlo Grassi.
Ora la Chiesa, dopo i lavori di ricostruzione del 1972, si presenta in forma ridotta rispetto al passato, quando era di dimensioni più grandi; nel campanile a forma di vela ci sono due campane, in una è stampigliata la data di fabbricazione, il 1611. Le campane mostrano la scritta: SANCTE EGIDI ORA PRO NOBIS AD. MDCXV (1615) e SANTA MARIA DECOR CARMELIO AD. MDCXI (1611).
La Chiesa a una navata, misura m. 9.80 per 7. 05; il tetto di legno a faccia vista presenta la forma di una capanna. Fin dal 1930 la Chiesa doveva essere riparata, ma l’intervento pubblico fu dirottato dal vescovo Bagnoli per altra opera della diocesi.
Infatti … La pratica per il contributo Governativo dei terremotati per le stanze e magazzino annessi alla Chiesa di S. Egidio in Scurcola Marsicana. Con la domanda di trasferirlo ad Avezzano, per costruire una palestra coperta con giardino al Seminario fu fatta in data 1-2-1927 n. 292 (4).
I lavori di restauro della seconda metà del secolo scorso comprendevano il rifacimento completo del tetto, rifacimento cordoli, portale, portone e finestre, intonaco interno. Sistemazione pietre altari e colonnina con acquasantiera. I lavori furono eseguiti dalla ditta Antonio Turri (5).
L’otto gennaio 1940 una deliberazione podestarile stava per cancellare definitivamente l’esistenza della chiesa di S. Egidio. Non si conoscono i motivi della non esecuzione dell’atto deliberativo, evidentemente la II° guerra mondiale venne in aiuto della struttura. … Si premette che in questo Capoluogo il terremoto del 13-1-1915 distrusse quasi completamente la Chiesa di Sant’Egidio della quale infatti non rimangono infatti cioè in piedi che i soli muri perimetrali gravemente lesionati e che destano serio pericolo alla pubblica incolumità.
Allo scopo pertanto di allontanare tali pericoli lo scrivente pregò S.E. il Vescovo dei Marsi nella sua qualità di amministratore dei beni del Seminario di Avevano proprietario della Chiesa di Sant’Egidio di far demolire l’edificio.
Nell’atto deliberativo … Il Comune di Scurcola si impegna di far eseguire a sue spese la demolizione dei ruderi e di quanto formava la già ex Chiesa di S. Egidio. S.E. il Vescovo dei Marsi, in corrispettivo, concede al Comune tutti i materiali ricavabili dalla demolizione.
Il Comune di Scurcola allo scopo di ampliare l’angusto “Largo Garibaldi” situato all’ingresso del paese dalla parte di Avezzano, acquista l’area su cui sorgeva il Tempio circa mq 300 per il pattuito prezzo di £ 350 da corrispondersi al Seminario di Avezzano (6).
Seguitando nell’esame delle fonti apprendiamo che, nel 1837 il pozzo di sant’Egidio fu soggetto a lavori di manutenzione, necessari per eliminare il pericolo causato dalle pietre divelte del parapetto e quindi pericolose per bambini, adulti e animali passanti nelle vicinanze.
I decurioni Pietro Pompei, Pietro Ottaviani, Ferdinando Liberati, Francesco Cerrone, Giuseppe Bucceri, Paolo Bontempi, Sabatino Nuccetelli, Gio: Andrea Trombetta e il sindaco Achille Gasperini, approvavano la deliberazione … riguardante l’urgente accomodo del pozzo detto di S. Egidio, le cui prete sono giacenti a terra, e vi corre tutto il pericolo da qualunque cittadino, che colà va ad attingere l’acqua, ad evitare il quale le SS. LL. vi deliberino per l’esecuzione del lavoro destinandovi il fondo onde prelevare i Ducati 3:68 per quanto presenta la perizia (7).
L’architetto Rosario Baldi, laureato nella Regia Università di Napoli, il 27 Maggio 1837, riceveva dal Sotto Intendente l’incarico per la perizia dei lavori fatti nei pozzi; recatosi a Scurcola, insieme con il Sindaco, 1° Eletto, e Deputati delle Opere pubbliche don Francesco Cerri e don Antonio Pompei, fecero il sopralluogo (8).
I pozzi avevano bisogno di continue manutenzioni e per quello di S. Egidio, trascorsi alcuni anni, si approvava l’elenco dei lavori da farsi, i decurioni Gaetano Marimpietri, Antonio Pompei, Alesio di Clemente, Serafino Ansini, Saverio Frezzini, Vittorio Nuccitelli, Gio: Antonio Bontempi, Pasquantonio Silvestri e dal Sindaco Pietro Pompei, amministratori dell’epoca sottoscrissero l’atto amministrativo.
Il tre maggio 1848, i lavori eseguiti subirono i necessari controlli dal Perito Domenico Nuccitelli, l’amministrazione composta dal 1° eletto Paolo Liberati, dai deputati Saverio Frezzini, Paolo Antonio Bontempi e dal sindaco Pietro Pompei liquidava quanto dovuto per le spese preventivamente impegnate (9).
NOTE:
– ADM Archivio Diocesi dei Marsi.
– ASGCA Archivio Storico Genio Civile di Avezzano.
– ASCSM Archivio Storico Comune di Scurcola Marsicana.
– ASA Archivio di Stato dell’Aquila.
(1) M. Febonio, Historiae Marsorum, lib. III Napoli Monaco 1678, traduzione italiana di Manfredo Santucci, Storia dei Marsi Roma, De Cristofaro 1988.
(2) Pietro Antonio Corsignani, Reggia Marsicana, il Parrino, Napoli, 1738.
(3) Tito Spinelli, Scurcola Marsicana, Dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo, Edizioni Manfredi, Roma 1993.
(4) ADM fondo D busta 41 d-9 Avezzano
(5) ASGCA Archivio Storico del Genio Civile di Avezzano Busta 104.
(6) ASCSM delibera n. 4 del 1940.
(7) ASA Intendenza, Affari dei Comuni, busta 701.
(8) ASA Intendenza, Affari dei Comuni, busta 701.
(9) ASA Intendenza, Serie II, Affari dei Comuni, 1830-1839 busta 7001A
Estratto da:
-Giuseppe Morzilli. Scurcola Marsicana “Città” dell’Abruzzo Marsicano fra Storia Storie Fatti Cronaca Vita Sociale, I Tomo stampato presso LCL sas Via Cavour Avezzano 2016.
-Giuseppe Morzilli. La chiesa di S. Egidio di Scurcola Marsicana, stampato nel 2011, 1 ristampa unica 2021 LCL Avezzano.
Giuseppe Morzilli