IL PRESIDENTE MESSICANO CHIEDE LE SCUSE DEL RE DI SPAGNA E DEL PAPA
In realtà è Obrador a nome del Messico che dovrebbe scusarsi per 80 anni di persecuzioni contro i cattolici (senza dimenticare che i cattolici spagnoli salvarono i popoli sottomessi dai sacrifici umani di Aztechi e Incas)
Il presidente del Messico, Andrés
Lopez Obrador, festeggia a modo suo i 500 anni dell’arrivo di Hernan Cortés con
i suoi conquistadores e dell’evangelizzazione del suo Paese. Ha scritto,
infatti, al re di Spagna e al Papa di scusarsi per l’«invasione» e il
«genocidio» (non ha usato questi termini esatti, ma il succo è quello)
cominciati già con Cristoforo Colombo. Roba da matti. Dovrebbe, infatti,
scusarsi lui, e a nome dell’intero Messico.
Ci volle la visita di Giovanni Paolo II nel 1979 per il disgelo: il Partito
Rivoluzionario Istituzionale (sic!), al potere da sempre, vietava ancora ai
preti l’uso della talare per strada e il Papa fu accolto, non dal capo dello
Stato ma da funzionari minori, come «señor Wojtyla». E questo dopo ottant’anni
di persecuzioni ai danni dei cattolici, culminati nella guerra «cristera» del
1926-29. Ancora qualche anno fa l’eletta Miss Mexico sfoggiava sorridente una
maxigonna con stampate le foto dei cristeros impiccati ai pali del telegrafo. E
ancora oggi la Chiesa è ‘costretta’ a beatificare i martiri di quella
persecuzione, preti, suore, vecchi, donne e ragazzini come san José del Rio,
giustiziato senza processo a 14 anni solo perché cattolico (vedi il film Cristiada del 2012, con Andy Garcia, Peter
O’Toole ed Eva Longoria).
E veniamo a Cortés. Un altro film, Apocalypto di Mel Gibson (2006), mostra
com’era il «paradiso» precolombiano. In una scena i guerrieri Maya allontanano
col bastone una bambina malata e forse contagiosa. Lei profetizza loro che
quando vedranno un uomo «correre col giaguaro» sarà il segno che il loro mondo
sta per finire. Infatti, il film termina con lo sbarco degli spagnoli e la
croce. Gibson non fece altro che ispirarsi a una vera profezia pronunciata da
una malata, la sorella di Montezuma, imperatore degli Aztechi. Si chiamava
Papantzin e nel 1509, ammalatasi gravemente, entrò in coma. Stavano
seppellendola quando si risvegliò e raccontò che cosa aveva sognato: un essere
biondo e barbuto vestito di nero sarebbe arrivato dal mare su «case con grandi
ali» recanti croci nere. Avrebbe annunciato il vero Dio e fatto cessare i
sacrifici umani.
Ora, gli Aztechi ricordavano anche un’altra profezia: nell’anno «1 canna»
sarebbe tornato il dio Quetzalcoatl, il Serpente Piumato. Ebbene, proprio in
quell’anno, il 1519, arrivò Cortés, che era vestito di nero perché quel giorno
era Venerdì Santo. Montezuma e la corte lo accolsero come Quetzalcoatl, il dio
che, secondo profezia, avrebbe abolito i sacrifici umani. Papantzin fu tra i
primi a ricevere il Battesimo, col nome di Isabel.
Ancora adesso gli archeologi portano alla luce scheletri di bambini e bambine
sacrificati sugli altari dagli Aztechi (e dagli Incas). Per inaugurare il
tempio maggiore di Tenochtitlán, la capitale azteca, vennero sventrate 85.000
persone, e ci vollero settimane. Gli spagnoli si ritrovarono a camminare,
inorriditi, su un tappeto di teschi umani. Ma l’orrore era cominciato subito,
quando Montezuma offrì loro delle vivande condite con sangue umano. Una
prelibatezza per gli aztechi, che ne avevano una tale abbondanza da usarlo
anche per allungare la calce (ancora è l’archeologia a confermare).
I pochi conquistadores, infatti, furono salutati come liberatori dai popoli
circostanti, costretti a far da vittime sacrificali agli Aztechi, che li
razziavano nelle «guerre fiorite» (perché scatenate a ogni primavera). I
disgraziati venivano portati in cima alla piramide, squartati e scuoiati, poi
decapitati. Il sacerdote indossava la loro pelle, ne offriva il cuore agli dei
e poi rotolava il corpo giù dalle scale. Arrivato in fondo, si scatenava la
gazzarra per chi dovesse aggiudicarselo e farne banchetto con gli amici. «… e
costruirono le loro chiese sui templi», scrive sdegnato il presidente
messicano. Non ditegli che nel 1531 la Madonna in persona venne a benedire la
Conquista, apparendo all’azteco battezzato Juan Diego. Sennò scrive pure a lei
(e lei gli ricorderebbe la dinamite piazzata nel santuario di Guadalupe da un
funzionario presidenziale nel 1921).
Nota di BastaBugie: se ancora non hai visto i due film di cui si parlava
nel precedente articolo (Cristiada e Apocalypto), ti consigliamo di vederli al
più presto, sono due capolavori assoluti, veramente imperdibili.
Per informazioni sui due film puoi cliccare sui seguenti link del sito
FilmGarantiti:
APOCALYPTO (2007): UNA CIVILTA’ VIENE DISTRUTTA DALL’ESTERNO SOLO QUANDO SI E’
GIA’ CORROTTA AL SUO INTERNO
I motivi della caduta di una civiltà sono sempre gli stessi: ecco perché
l’Occidente può fare la fine dei Maya
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=17
CRISTIADA (2012): L’EPOPEA DEI CRISTEROS MESSICANI
Quando i cattolici sono costretti a impugnare le armi per difendere la Chiesa
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=28
Titolo originale: Messico e balle. È Obrador che dovrebbe scusarsi
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/03/2019