Il Regno delle Due Sicilie: uno Stato tra i più ricchi e meglio amministrati d’Europa
Ridare dignità alla verità storica nel Sud Italia e in Sicilia dopo oltre 150 anni di volgare e rozza colonizzazione italiana non è facile. Ma è azione importante, perché è solo conoscendo la propria storia che il Sud Italia e la Sicilia possono liberarsi dall’oppressione in cui si trovano oggi
“Il 3 luglio 1735 Carlo III di Borbone fu incoronato nella Cattedrale di Palermo. Fu l’ultima incoronazione a Palermo di un re di Sicilia.
Dopo il periodo austriaco iniziò così, per la Sicilia e per Napoli, un tempo di vera indipendenza con re “italiani”, nonché un periodo di grandi riforme e di progresso in ogni campo, sia al di qua che al di là del Faro.
I Borbone che si succedettero furono in tutto cinque: Carlo III, Ferdinando IV – I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II. Essi ebbero due capitali, Napoli e Palermo e, per quanto possibile, si sforzarono di risiedere un po’ nell’una e u po’ nell’altra. A livello internazionale, tuttavia, i due Regni vennero inizialmente chiamati “Regno di Napoli”; dopo il Congresso di Viena invece, ci sarebbe stata l’unione anche giuridica dei due Regni, determinando cioè la nascita del “Regno delle Due Sicilie”.
I Borbone furono sovrani molto dediti alle riforme e protesi verso l’ammodernamento complessivo del Regno in ogni suo aspetto. Il loro riformismo fu molto agevolato da collaboratori davvero illuminati, tra i quali il marchese Domenico Caracciolo (1781 – 86) e il principe Francesco D’Aquino (1786 – 95), anche se disturbato dalle idee “liberali” di quanti, rifacendosi all’ illuminismo e, soprattutto, alla rivoluzione francese, operavano in modo da ostacolare il regime per indurlo ad assecondare i loro voleri.
I re, ovviamente reagirono, ove necessario, contro tali pretese, ma non per questo rallentarono la loro politica riformista, tale da rendere il Regno tra gli Stati più progrediti, più ricchi e meglio amministrati dell’Italia e dell’Europa”.
Michele Antonio Crociata Sicilia nella Storia, Dario Flaccovio Editore, Palermo 2011, pag. 128
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