Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Il Regno di Napoli vittima dell’occupazione francese

Posted by on Apr 16, 2018

Il Regno di Napoli vittima dell’occupazione francese

La storia del Regno di Napoli è stato l’argomento centrale affrontato durante le lezioni tenute da Claudio Saltarelli,presidente dell’associazione identitaria Alta Terra di Lavoro,con gli studenti del liceo classico G.Carducci di Cassino.Le coferenze,volte alla valorizzazione dell’identità culturale del napolitano,hanno suscitato particolare interesse riguardano gli avvenimenti del 1799 in Alta Terra di Lavoro: in quell’anno l’antica Neapolis fu lo scenario di uno scontro devastante contro le armate francesi.

I disordini iniziarono il 23 gennaio del 1799 quando la resistenza dei lazzari,di origine popolare,fu sopraffatta dalle truppe francesi guidate dal generale Championnet che entrò trionfante a Napoli facendosi portavoce di valori di legalità, rispetto e tolleranza religiosa.Il giorno precedente l’imminente pericolo aveva spinto un gruppo di patrioti a proclamare la Repubblica Napoletana che doveva garantire l’ordine pubblico anche se la necessità di protesta era divenuta la forza matrice degli scontri.

Il cardinale Ruffo risollevò le masse richiamando il popolo alla protezione del Regno:con il suo esercito risalì lo Stivale per contrastare la coalizione austro-russa di Suvorov. Il 10 maggio le truppe del generale Salm giunsero presso S.Germano, l’attuale Cassino,seguite dal contingente di Oliver.L’ultima colonna, guidata da Rusca,l’11 maggio saccheggiò la celebre abbazia di Montecasssino lasciando una scia di distruzione, morte e desolazione.La furia dei soldati francesi non risparmiò neppure l’archivio le cui pergamene servirono ad accendere fuochi; la religione fu derisa e ridotta al concetto di superstizione: si profanarono le ostie consacrate e persino i cittadini vennero

obbligati a rinnegare il loro credo. Da quel giorno Cassino e l’abbazia? bruciarono per tre notti. L’operato inenarrabile delle orde devastatrici lasciò terribili tracce anche in paesi limitrofi

come Villa, Piedimonte, Roccasecca, Arce e Aquino, in quei giorni ogni paese sperimentò la ferocia dei soldati francesi. La sorte peggiore toccò Isola Liri raggiunta dalle milizie del generale Watrun. 537 persone furono trucidate il 12 maggio 1799, giorno di Pentecoste. In 350 tra le vittime cercarono rifugio nella chiesa di S.Lorenzo ma neppure il suolo sacro fermò il massacro e la profanazione a cui nessuna donna o fanciullo sopravvisse. Cent’anni dopo il tragico evento fu deciso di collocare in quella stessa chiesa un’epigrafe in memoria dell’ evento affinché non potesse essere celato dall’oblio della dimenticanza. Una sorte altrettanto tragica investì l’abbazia di Casamari:il monastero che

ospitava ormai solo pochi frati rimasti, il 13 maggio fu scenario di distruzione, furti di oggetti sacri e devastazioni. Gli empi soldati francesi gettarono a terra le sacre pissidi che i monaci tentarono di raccogliere provocando la loro collera: dei sei monaci che ne rimasero vittime ben quattro erano di nazionalità francese. Il martirio è ricordato tutt’oggi da un altare marmoreo posto presso la navata destra dell’ abbazia. Il tragico epilogo della lunga scia di sangue marcata dai francesi sul suolo dell’Alta Terra di Lavoro è stato considerato dalla storiografia moderna oscurando il punto di vista di chi fu vittima dei soprusi e di una falsa propaganda di valori mai mantenuti.

Cecilia Risi

Liceo Classico G.Carducci

Cassino

 

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