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Il seminarista rosso, l’infiltrazione marxista nella Chiesa

Posted by on Giu 25, 2025

Il seminarista rosso, l’infiltrazione marxista nella Chiesa

Gianandrea de Antonellis

Il problema principale nella Chiesa è il modernismo, un cancro che la distrugge dall’interno. Ma perché esso si è tanto diffuso, se San Pio X ne aveva già denunciato la presenza nel 1907 con l’enciclica Pascendi? Per vari motivi, tra cui il fatto che negli anni Trenta i seminari sono stati infiltrati dai comunisti, permettendo che alcune ideologie di origine materialista si diffondessero nella gerarchia ecclesiastica.

«Secondo Stalin, la forza politica più pericolosa per i comunisti è la Chiesa cattolica, e per colpire questo temibile “avversario” suggerisce di “non attaccare» direttamente la religione, ma le sue organizzazioni”», scrivono Elena Aga-Rossi e Victor Zaslavsky, Stalin a Togliatti: colpire i cattolici, in Avvenire, 31 ottobre 2007.

L’infiltrazione voluta dall’ex seminarista Stalin nei seminari cattolici al fine di scardinare la Chiesa dall’interno ha prodotto i “preti operai” negli anni Settanta. Venti anni dopo, un mio amico mi disse: «Una volta c’erano i preti operai: oggi quegli stessi preti sono diventati vescovi». Sono passati altri trentacinque anni e la deriva modernista dell’intera Chiesa, anche ai suoi vertici, è sotto gli occhi di tutti. Ma, nonostante la distruzione dei dogmi, dei princìpi, dei simboli sia costante, nessuno interviene, anche perché quei vescovi hanno fatto carriera…

E nessuno, soprattutto, la denuncia per quello che è: l’imporsi di una dottrina già ufficialmente condannata da San Pio X nell’enciclica Pascendi (1907). Dal Vaticano II in poi il modernismo, sotto diverso nome, senza mai usare questo termine, perché avrebbe esplicitato l’eresia sottintesa allo strombazzato “spirito del Concilio”, ha imperato nella vita ecclesiastica: introduzione del Novus Ordo, abolizione dei paramenti, introduzione della tavola eucaristica per coprire (ma più spesso per eliminare e sostituire) l’altare principale e abbattimento di quelli laterali, eliminazione della balaustra e conseguente banalizzazione dell’eucarestia (comunione nella mano o sotto le due specie), sostituzione dei canti gregoriani con canzonette pop, chitarre al posto dell’organo, etc.

Come tutto questo sia stato possibile in pochi decenni sembra incredibile, ma diventa perfettamente comprensibile se lo si considera non un frutto del caso (o meglio del caos) introdotto dalla voluta ambiguità dei documenti conciliari, bensì come un progetto che parte da lontano (dagli anni Trenta) e che nel Concilio ha visto un fondamentale punto di svolta.

Ogni effetto ha una propria causa: del resto la punta dirompente della lancia rivoluzionaria non avrebbe la sua forza se non fosse innestata su un’asta composta dalle varie stratificazioni del pensiero pre-rivoluzionario.

Il presente saggio – che per la sua lunghezza è meglio proporre in pdf – cerca indica quali sono state le tappe di questo percorso.

Buona lettura e buona Barbajada a tutti.

Fonte:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1996_De-Antonellis_Seminarista_rosso_I.html

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