Alta Terra di Lavoro

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IL SUD DOPO IL 1860: COSA HA DETTO GRAMSCI

Posted by on Gen 18, 2023

IL SUD DOPO IL 1860: COSA HA DETTO GRAMSCI

Gramsci nel decimo dei ‘Quaderni dal Carcere’ (Einaudi, 1948-51; poi edizione critica a cura di Valentino Gerratana, Einaudi, 1975) dice:

“La miseria del Mezzogiorno era inspiegabile storicamente per le masse popolari del Nord; esse non capivano che l’unità non era avvenuta su una base di eguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno, cioè che il Nord concretamente era una ‘piovra’ che si arricchiva alle spese del Sud e che il suo incremento economico-industriale era in rapporto diretto con l’impoverimento dell’economia e dell’agricoltura meridionale. Il popolano dell’Alta Italia pensava invece che, se il Mezzogiorno non progrediva, le cause della miseria non erano esterne, da ricercarsi nelle condizioni economico-politiche obiettive, ma interne, innate nella popolazione meridionale, tanto più che era radicata la persuasione della grande ricchezza naturale del terreno.”

I ‘Quaderni’ furono scritti tra il 1929 e il 1935, anno dopo il quale Gramsci per il peggioramento della salute non fu più in grado di lavorare. (Sarebbe morto nel 1937). Già da tempo, però, il grande storico aveva maturato con chiarezza le sue idee sui rapporti tra il Nord e il Sud. In un articolo su ‘L’Ordine Nuovo’ (poi ne ‘La questione meridionale’, Editori Riuniti, 1966) il 3 gennaio 1920 (quando aveva appena 29 anni) aveva scritto: “La borghesia settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole e le ha ridotte a colonie di sfruttamento. Il proletario settentrionale, emancipando se stesso dalla schiavitù capitalistica, emanciperà le masse contadine meridionali asservite alla banca e all’industrialismo parassitario del Settentrione.”

Vale la pena di notare come l’intellettuale sardo indicasse con chiarezza i soggetti che all’epoca traevano i reali benefici dallo sfruttamento degli operai nel Nord e dalla sottomissione del Sud: il capitale bancario e la grande industria dell’Alta Italia, alleati in una sorta di comitato affaristico semiclandestino.

Per concludere, sono passati circa cento anni da allora e me sembra che niente sia cambiato. Anzi, mi sembra che la situazione addirittura sia peggiorata.

Enrico Fagnano

SEDICESIMO POST tratto dal mio libro LA STORIA DELL’lTALIA UNITA Ciò che è accaduto realmente nel Sud dopo il 1860 (pubblicato distribuito Amazon). Post precedenti sul sito ‘Alta Terra di Lavoro’.

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1 Comment

  1. A parte lo sconquasso provocato dalla garibaldesca avventura di occupazione del Sud da parte savoiarda succube del disegno massonico di Cavour, col tempo l’imprenditoria devastata al sud si impegnò a trasferirsi altrove, la classe intellettuale trovo’ sbocco in tutte le strutture statali, istruzione, sicurezza e ordine pubblico… e così venne a mancare l’equilibrio secolare di uno sviluppo ordinato che il Sud Italia possedeva per averlo maturato grazie alla sua collocazione strategica di ponte tra Mediterraneo ed Europa… Fatta l’Italia, si dovevano fare gl’Italiani? Purtroppo ci vogliono secoli per ritrovare un equilibrio dopo lo sconquasso provocato… guerre e invenzioni posticce come cassa del mezzogiorno hanno solo aggravato la situazione, o per lo meno protratto l’attuazione di un disegno che forse, cambiata pure la situazione, ancora non riesce a trovare la quadra…perché sono troppo profonde le ferite del fatale ottocento! caterina

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