Il tricolore del 1796 per la prima volta ad Alba, quello del patriota piemontese Ranza
Come faccio da tanto tempo, il 25 aprile ho esposto sul balcone la bandiera tricolore, simbolo della mia Nazione che sventolò per la prima volta ad Alba il 25 aprile del 1796.
E’ un simbolo ideato da Giovanni Ranza per la “Repubblica Piemontese” durata poco perché si illudeva nel sostegno dei tagliagola napoleonici, aveva tre bande orizzontali rossa, blu ed arancione e precedette quello italiano uscito solo il 7 gennaio 1797.
Il patriota piemontese Ranza scrisse poi il primo manifesto del “Vero federalismo italiano” e propose una confederazione di dieci cantoni sovrani nella Penisola, idea profetica, bocciata dai centralisti napoleonici ed osteggiata poi dai nazionalisti sabaudisti-militaristi-fascisti e poi oscurara dalla partitocrazia parassitaria salita al potere sulle jeep degli Alleati.
Sventola il vessillo d’un Piemonte contadino che odiava le guerre, sapeva difendersi e voleva starsene in l’ace ma venne sempre tradito.
Almeno il 25 aprile, purtroppo su un solo balcone, ricorda che c’è’ tutta un’altra storia da raccontare. Ne’ fascista, ne’ solo antifascista. Ma diversa da quella ufficiale.
di Roberto Gremmo
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Esteticamente è disgustosa (del resto, come tutti i tricolori di origine massonica, che con il loro appiattimento tendono a cancellare la tradizione).
Basti guardare la bandiera (massonica) lituana, con un altro tricolore simile, orribile a vedersi, con una simbologia anche — se volgiamo — di alta qualità (giallo per il sole, verde per la terra e rosso per il sangue — perché il sangue sta sotto la terra, poi? Semmai dovrebbe stare sopra, a fecondarla) ma che fu voluto nel 1918 per eliminare il bellissimo stendardo con il cavaliere con la doppia croce sullo scudo in campo rosso, giudicato troppo cristiano…