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Il trono dei Borbone di Napoli restaurato a Torino la patria dei Savoia? La farsa risorgimentale ‘continua’!

Posted by on Set 14, 2024

Il trono dei Borbone di Napoli restaurato a Torino la patria dei Savoia? La farsa risorgimentale ‘continua’!

È incredibile, quasi assurdo, pensare che oggi Napoli, culla di alcuni tra i più grandi maestri del restauro, debba rivolgersi a Torino per il restauro di un simbolo della propria storia: il trono borbonico. Come se il destino volesse perpetuare l’umiliazione subita dai Borbone, quel trono, che un tempo rappresentava la sovranità di Napoli e del Regno delle Due Sicilie, sarà spedito a Venaria Reale, una delle regge sabaude.

Il trono, creato a metà dell’Ottocento per Ferdinando II delle Due Sicilie, è ora destinato a essere restaurato proprio nella “casa” di chi usurpò il potere borbonico, i Savoia. L’ironia di questa scelta è palese e agrodolce. Nonostante Napoli possa vantare una lunga tradizione di eccellenti restauratori, capaci di ridare vita a opere d’arte inestimabili, il trono della città partenopea dovrà intraprendere un lungo viaggio verso Torino per essere riparato. Eppure, non è solo una questione tecnica. Qui è in gioco la dignità storica di una città che troppo spesso si è vista sottrarre non solo beni materiali, ma anche la narrazione stessa del proprio passato. Come possiamo accettare che il simbolo del potere borbonico, già deposto e sostituito dai Savoia nel lontano 1860, debba oggi subire un ulteriore “affronto”? Che sia proprio la Reggia sabauda, a più di 150 anni dall’annessione forzata, a mettere le mani su un trono che appartiene alla memoria storica di Napoli, sembra un insulto alla città.

Napoli ha una tradizione di restauro di altissimo livello, con maestri riconosciuti a livello internazionale. Artigiani, esperti del settore e istituzioni culturali napoletane hanno dimostrato, nel corso dei secoli, di saper preservare e valorizzare il proprio patrimonio culturale con competenza e passione. Ma evidentemente, per decisioni che sembrano ignorare l’importanza del territorio e della sua eredità storica, si è preferito inviare questo simbolo di regalità a Torino. Il restauro, finanziato dal programma “Restituzioni” di Intesa San Paolo (Banca che ha assorbito il Banco di Napoli dopo 500 anni gloriosi di storia), porterà il trono in mostra a Roma, quasi come se il suo ritorno a Napoli non fosse sufficiente o, peggio ancora, come se Napoli stessa non fosse in grado di custodire il proprio passato. È l’ennesimo esempio di come, nel corso della storia, le decisioni che riguardano il patrimonio culturale del Sud Italia vengano prese altrove, quasi sempre senza tener conto della ricchezza artistica e umana che la città stessa può offrire.

Questo viaggio simbolico del trono borbonico non è solo una trasferta verso un laboratorio di restauro: è una ferita aperta che si riapre, ricordandoci, una volta di più, quanto il Sud sia stato depredato, non solo delle sue risorse materiali, ma anche della sua stessa identità.

In un momento in cui si parla tanto di valorizzare il patrimonio locale e dare spazio alle competenze territoriali, la scelta di affidare il restauro del trono borbonico alla Reggia sabauda appare come un’amara sconfitta per Napoli e per tutti coloro che ancora credono nella possibilità di riscatto culturale del Sud Italia.

Emilio Caserta

fonte

Il trono dei Borbone di Napoli restaurato a Torino la patria dei Savoia? (lidentitario.com)

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