In Calabria rapporti tra massoni e ‘ndrangheta. E nel resto d’Italia?
Nell’inchiesta condotta dal procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro, Nicola Gratteri, emerge un quadro che definire inquietante è poco. Anche se non si può generalizzare chiamando in causa la massoneria, è un fatto che ci sono legami tra massoni e ‘ndrangheta. E’ così solo in Calabria?
Iscritti alla massoneria e ‘ndrangheta vanno a braccetto? Sembrerebbe proprio di sì. Certo, non bisogna generalizzare, come avverte lo stesso procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro, Nicola Gratteri, che si è caricato sulle spalle un’inchiesta ‘pesantissima’. Ma il legame tra alcuni ‘fratelli’ e la ‘ndrangheta c’è.
Leggiamo in un articolo pubblicato da Calabria 7:
“Alcuni indagati nell’operazione ‘Rinascita Scott’ condotta dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dai carabinieri contro la cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso avevano ‘rapporti con logge massoniche della Scozia e dell’Inghilterra’. Lo ha rivelato il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, nella conferenza stampa sull’esito del blitz che ha portato all’esecuzione di 334 misure cautelari”.
“Sono stati arrestati – ha poi detto Gratteri – molti massoni infedeli anche allo loro organizzazione massonica”.
“Il procuratore capo dell’Antimafia di Catanzaro ha comunque tenuto a specificare:
‘Dobbiamo stare attenti a non parlare genericamente di massoneria, essere massone non è un reato. Dobbiamo però stare attenti quando un soggetto che è massone, che fa parte di una loggia, commette reati e si avvale del fatto di essere massone come punto di forza che va oltre la millanteria, per avere vantaggi per sé e per altri. Quindi, essere al servizio, facilitare l’organizzazione mafiosa con il fatto di essere massone. Questo – ha concluso Gratteri – lo sappiamo dalle intercettazioni telefoniche e ambientali e da tutto l’armamentario, grembiuli e compassi, che abbiamo trovato stanotte nelle perquisizioni”.
Interessante anche questo passaggio dell’articolo:
“Dalla moltitudine di pagine che compongono il provvedimento emergono nomi e legami inquietanti. Magistrati, politici, ‘ndranghetisti, professionisti, rappresentanti delle forze dell’ordine, tutti legati dal rito massone. Quello ricostruito dagli investigatori è un ‘coacervo di relazioni tra i ‘grandi’ della ‘ndrangheta calabrese e i ‘grandi’ della massoneria, tutti ben inseriti nei contesti strategici (giudiziario, forze armate, bancario, ospedaliero e via dicendo)”.
Un pactum sceleris in forza del quale un uomo politico importante si è legato stabilmente al contesto di ‘ndrangheta massona’, stabilmente a disposizione dei boss alla ‘mammasantissima’ e al ‘Crimine’ dei Mancuso”.
In Sicilia sono noti già negli anni ’70 e ’80 del secolo passato i legami tra la mafia e soggetti iscritti alla massoneria. Ma parliamo, appunto, del passato.
E nel presente qual è la situazione nel resto d’Italia, dal momento che la ‘ndrangheta non è presente solo in Calabria?
QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI CALABRIA 7
Foto tratta da Antimafiaduemila