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In Francia il Presidente lo decide la massoneria

Posted by on Apr 23, 2022

In Francia il Presidente lo decide la massoneria

Caso mai qualcuno pensasse veramente che la massoneria oggi sia, al più, un semplice comitato d’affari, un’organizzazione filantropica od un club per intellettuali, mette conto constatare invece come uno dei suoi obiettivi sia quanto meno quello di condizionare pesantemente la politica dei governi e l’elezione dei Capi di Stato, adeguandoli ai propri desiderata.

Ancora una volta, ciò è emerso chiaramente in Francia, dove le sette principali obbedienze massoniche hanno sottoscritto un appello congiunto in vista del ballottaggio per le presidenziali, ricordando al futuro inquilino dell’Eliseo le loro priorità imprescindibili: prima di tutto la lotta alle «pulsioni identitarie», di qualunque natura esse siano, e poi «attaccamento ai valori della Repubblica, all’ideale umanista [anti-dogmatico, quindi anti-cattolico ed anti-religioso-NdR] ed universalista», in un’epoca quale l’attuale in cui, dopo la pandemia, l’universalismo è in profonda crisi, pur restando alla base del programma mondialista, ecologista, genderista, immigrazionista, abortista ed eutanasico di agenzie internazionali – i cosiddetti “poteri forti” – quali l’Open Society Foundation di George Soros. Da qui il monito rivolto nel suddetto appello ai “confratelli massoni” circa l’«incompatibilità d’operare nelle logge» e contemporaneamente «di favorire col voto movimenti che predichino odio e discriminazione», leggasi nello specifico il Rassemblement National di Marine Le Pen, mai citato espressamente, pur essendo ben chiaro a chi si voglia fare allusione. Ma se la massoneria francese è anti-Rassemblement National, purtroppo non tutti nel Rassemblement National sono anti-massonici.

Tale comunicato, emesso proprio a ridosso delle presidenziali francesi, rappresenta una chiara interferenza nella vita politica nazionale, a sostegno di un’agenda progressista, in grado d’intercettare e rilanciare il processo riformista da lungo tempo in corso Oltralpe, ma rappresenta – e vuole rappresentare – anche un avvertimento al prossimo Presidente, chiunque sia, sulla linea da tenere, per non trovare ostacoli sul percorso.

È più o meno quanto recentemente denunciato dal senatore indipendente Jean-Louis Masson, che ha chiesto conto al primo ministro Jean Castex delle corsie preferenziali a suo dire riservate a quanti abbiano legami familiari o politici oppure appartengano a reti occulte come la massoneria, avendo sostituito concorsi ed esami con nomine dirette, basate quindi «su valutazioni totalmente soggettive ed arbitrarie». Un’affermazione pesante, tale – in condizioni ordinarie – da conquistare le prime pagine ed essere al centro dei dibattiti televisivi, invece per lo più trascurata (o taciuta?) dalla stampa. Ciò nonostante, non è certo passata inosservata nelle logge, fortemente irritate dall’intervento del sen. Masson, che già scatenò una reazione furibonda da parte dei grembiulini nell’aprile 1997, quando già presentò un’interrogazione parlamentare, per conoscere quale influenza venisse esercitata dalla massoneria nel sistema giudiziario: «Se le sette possono costituire una minaccia per gli individui, l’infiltrazione nella società da parte di organizzazioni occulte può destabilizzare anche gli interessi dell’intera comunità – ha affermato –. I massoni si sono infiltrati nella polizia e nella magistratura e mantengono strutture decisionali parallele, che minano il corretto esercizio della giustizia. Nulla mina la fiducia nelle istituzioni pubbliche più del sapere che i funzionari pubblici siano membri di una società segreta. Il sospetto persiste verso quella che viene percepita come una gerarchia clandestina, uno strumento persino di clientelismo. Ci sono molti esempi all’estero ed anche in Francia di infiltrazione nel sistema giudiziario ed amministrativo o di infiltrazione negli ambienti economici e politici. L’esempio più famoso è quello della loggia P2 in Italia, dove le reti clientelari della massoneria erano legate alla mafia e beneficiavano di protezioni potenti nell’amministrazione, nella giustizia ed a livello politico. In Francia il giornale Le Monde dell’8 aprile 1997 cita l’affare Elf, il cui amministratore delegato Loïc Le Floch-Prigent è finito in galera. Il quotidiano è rimasto particolarmente sorpreso dall’influenza massonica, esercitata oltre ogni ragionevole limite da un oscuro collaboratore» del dirigente finito nei guai. Ma non è l’unico caso: ombre oscure analoghe aleggiano sullo scandalo OPAC di Metz.

Insomma, da quanto detto appare chiaro come i grembiulini di squadra e compasso non siano semplici filantropi o uomini d’affari, bensì esercitino in molti casi una pericolosa azione d’inquinamento, quando non di destabilizzazione sociale, che interviene chirurgicamente sull’ordine costituito, svolgendovi in diversi casi una funzione sovversiva. Ed appare evidente dagli interventi del sen. Masson (e non solo) come ciò non avvenga soltanto in Francia, bensì sia pratica potenzialmente diffusa ovunque vi siano membri appartenenti ad un’obbedienza massonica. Come le recenti elezioni presidenziali francesi hanno dimostrato.

Mauro Farvezzani

fonte

In Francia il Presidente lo decide la massoneria – di Mauro Faverzani | Corrispondenza romana

1 Comment

  1. Infatti, Macron ha vinto… un po’ calante, ma non poteva nella situazione attuale esserci uno stravolgimento… le incertezze in giro sono troppe e non lo permettono! caterina ossi

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