Alta Terra di Lavoro

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Istruzione e mistificazione

Posted by on Mar 14, 2018

Istruzione e mistificazione

L’immagine di un Sud analfabeta sottratto al suo miserabile destino dal liberatore sabaudo è solo l’ennesimo tassello che compone il mosaico della menzogna risorgimentale.

Durante il Decennio francese al Sud (1806-1815) si rese obbligatoria l’istruzione elementare facendo carico ai Comuni di tenere un maestro ed una maestra (Decreto del 15/08/1806), ma la norma non potè avere facile esecuzione soprattutto per motivi di natura finanziaria; tuttavia la bontà del provvedimento apparve innegabile e la disposizione normativa rimase sostanzialmente immutata anche dopo la restaurazione borbonica (53 anni prima della legge Casati). E QUESTO E’ UN FATTO.

I Borbone diedero all’istruzione un nuovo assetto che rimase immutato fino alla caduta del Regno delle Due Sicilie.
Gli istituti destinati alla PUBBLICA istruzione erano le regie università, i reali collegi, i seminari e le scuole secondarie (nei Comuni principali) e primarie (in tutti i Comuni) e in più vi era una quantità enorme di scuole private. E QUESTO E’ UN FATTO.

Tra Accademie, Biblioteche, Reali Educandati, Conservatori, meritano di essere citati i Reali Istituti di Incoraggiamento: essi avevano lo scopo di promuovere l’economia pubblica e privata, l’agricoltura e le arti, col sussidio delle scienze e mediante le scoperte che venivano fatte nelle diverse province del Regno. E QUESTO E’ UN FATTO.

Quale ulteriore oggetto di curiosità diremo che nell’ottocento esistevano due tipi di eserciti: quelli “di cultura” e quelli “di disciplina”.
La differenza consisteva nel fatto che mentre il primo prevedeva l’istruzione obbligatoria (nel senso che i soldati dovevano imparare a leggere e a scrivere), il secondo vietava tutto quello che poteva portare il soldato alla alfabetizzazione.
Il Real Esercito delle Due Sicilie era del tipo “di Cultura”. E QUESTO E’ UN FATTO.

Nel Regno delle Due Sicilie si contavano oltre 10.000 studenti universitari, contro i poco più di 5.000 del resto d’Italia. E QUESTO E’ UN FATTO.

Ne si può dire che fossero tutti benestanti, dal momento che i meritevoli non abbienti potevano studiare grazie ai sussidi che furono immediatamente aboliti all’arrivo dei piemontesi. E QUESTO E’ UN FATTO.

Viene spesso evidenziato che il ritardo dell’Italia meridionale rispetto al Nord era dovuto all’alto tasso di analfabeti e pare che ciò sia stato sufficiente perché il Piemonte si arrogasse il diritto di conquista e annessione del Sud. Se questo dovesse essere preso alla lettera, allora chiunque avrebbe potuto legittimamente invadere la Sardegna dove il tasso di analfabetismo era il più alto dell’Italia di allora : il 91,2% (P. Aprile)
Ma la Sardegna era governata da Torino e non da Napoli e i suoi dati dovrebbero far media con quelli di Torino e no accorparli al Mezzogiorno!!! E QUESTO E’ UN FATTO.

Nel Regno delle Due Sicilie sono nate facoltà universitarie esportate in tutto il mondo: la moderna storiografia, l’economia politica, la vulcanologia, la sismologia, l’archeologia… E QUESTO E’ UN FATTO.

Produzione sorprendente per un popolo di analfabeti!
Alla luce di quanto riportato, appare ovvio che il censimento del 1861 è alquanto discutibile per parzialità (i dati sono relativi solo ad alcune regioni) e per inattendibilità perché realizzato in pieno caos amministrativo, nel passaggio da un regno all’altro e in piena guerra civile scoppiata in tutto il Sud. I documenti originali relativi al censimento del 1861 sono spariti. E QUESTO E’ UN FATTO.

Ma potreste opporci i dati relativi al censimento del 1871, quando non c’era più la guerra. Spariti pure quelli! Incredibile come possa essere selettiva la distrazione! (P. Aprile)

Ci capita di essere attaccati (è successo proprio in merito alla percentuale di analfabeti nel meridione prima e dopo il Risorgimento) da chi, avendo studiato storia alle elementari, alle medie e con grande sforzo anche alle superiori, ritiene non fondate le nostre affermazioni. Bene, qui sono stati da noi riportati una serie di fatti, tutti accreditati da fonti documentali e pertanto verificabili. D’ora in poi riterremo degne di attenzione solo obiezioni altrettanto documentate e non basate semplicemente sul SILENZIO dei libri di storia. L’unico passaggio “felice”, di una “contestazione poco attendibile”, che ci sentiamo di condividere è il seguente: <raccontare la storia diversamente è sciocco, è bugiardo! E condividerla senza averla verificata è TONTO!>

fonte

brigante.info

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