“Italiani” fra Regno e Repubblica
E’ approdato da qualche settimana nelle librerie nazionali il bel libro di Loreto Giovannone e Miriam Compagnino dal titolo “Italiani. Il Regno e la Repubblica” (Falco Editore, pp. 136, euro 14,00). Si tratta di un breve viaggio nei primi anni dell’Italia unitaria. Attraverso le carte di coloro che hanno diretto il processo unitario, gli autori, l’uno architetto con una grandissima passione per la storia, l’altra archeologa-insegnante, raccontano le vicende drammatiche che dal 1860 hanno condizionato un paese che non è mai stato realmente unificato.
Un libro, dunque, come si legge nell’ultima di copertina, che vuole anche essere “un invito a riflettere sulla condizione attuale dell’Italia alla luce delle incongruenze rinvenute intorno alle origini monarchiche e amplificatesi fino alla nascita della repubblica parlamentare. L’occhio cade sui due estremi della società – i vincitori e i vinti, i governanti e i negati – tra gli italiani di ieri e quelli di oggi”. Giovannone e Compagnino, che hanno scavato (e continuano a farlo) negli archivi di ogni ordine e gtrado, hanno recuperato una quantità impressionante di documenti sui fatti storici che portarono alla cosiddetta unità d’Italia. Di qui l’adozione di un modo non convenzionale di affrontare i temi storici nel tentativo di comprendere l’Italia di oggi aprendo una finestra sui fatti unitari. Un lungo ed affascinante viaggio che si snoda attraverso la trascrizione dei documenti dell’epoca che in gran parte sono sconosciuti al grande pubblico. Di qui è venuta fuori una serie di capitoli brevi ma intensi che, grazie soprattutto ai tantissimi documenti trascritti, mettono a fuoco la storia d’Italia che nessuno (o quasi) ha raccontato specie perché non c’era (e non c’è) interesse a raccontarla. «Il libro “Italiani” – ci confida l’arch. Giovannone – pur se scritto nel 2013 in realtà nasce nel 2011 per due vicende che hanno fatto scattare questa molla. La prima è che ritrovandomi in libreria quando sono stati messi sul mercato libri che pretendevano di raccontare il “brigantaggio”, ho sfogliato un libro di un giornalista e storico della terra di Leonardo, libro narrativo neanche di impronta storica con una visione miope, senza il cannocchiale di Leonardo per vedere le vere vicende di Terra di Lavoro, figuriamoci del Matese, di Capitanata, Calabria e Sicilia. Parlava di vicende cruente con linguaggio epico da “conquistadores”, l’ennesimo mattone a narrare verità distorte. La seconda vicenda è stato l’immenso dispendio di fondi spesi dello Stato per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia. Un fiume di denaro preso dalle nostre tasche in un momento di estrema crisi per celebrare cosa? L’unità di un paese che, non è mai stato realmente unificato, o la guerra sanguinaria ordinata dal governo monarchico e condotta dai comandanti dell’esercito piemontese contro le popolazioni civili delle province meridionali? La risposta alla seconda domanda è nelle parole di Bettino Ricasoli: “aggressori” così definisce di suo pugno l’azione dei Sabaudi del suo governo e dei successivi. Vi sarebbe poi, in verità, anche un terzo motivo: l’esigenza di capire cosa accade al mio paese in tempi così critici. Gli argomenti trattati sembrano distanti dall’attualità invece non lo sono affatto. L’unità d’Italia nasce “zoppicante” dalla monarchia parlamentare e approda (attraverso il ‘900), all’attuale repubblica parlamentare ma è sin dai fatti storici delle origini che lo stato attuale si rispecchia completamente. E’ lì che la nostra ricerca storica si è focalizzata, sul fenomeno molto complesso della imposizione di un nuovo ordinamento dello stato attraverso una cruenta lotta ad una parte della popolazione civile delle provincie del meridione, fatti storici che la storiografia ufficiale ha in modo riduttivo ricondotto a meri fatti di brigantaggio». Ma torniamo ora al libro. I pochi capitoli sono brevi e scorrevoli, tranne l’ultimo con i Regi Decreti Sabaudi. Libro che racconta attraverso alcuni personaggi chiave i fatti storici in modo nuovo e dinamico, sempre attraverso i documenti dell’epoca e non “ispirandosi” ad altri studi. I fatti storici raccontati in modo sostanzialmente nuovo, modo che molti accademici e cattedratici evitano preferendo “omologarsi” ad altri più che studiare le carte. Contiene documenti mai pubblicati ma importantissimi per la storia del nostro paese. «Nelle presentazioni abbiamo riscontrato un interesse crescente e di drammatica attualità espresso nella urgente necessità di capire attraverso la conoscenza del passato, la storia recente e quanto sta accadendo ad una parte di questa Italia – così spiegano gli autori -. Anche perché quei documenti attestano in maniera evidente le fondamenta distorte dell’unità d’Italia, con un apparato istituzionale e statale imposto con la forza della repressione militare, fucili, baionette, sangue, deportazione». Il primo capitolo tratta de “L’attuale Repubblica e l’unità d’Italia” ed è una riflessione su strani ed inquietanti paralleli dei fatti politici che adombrano una influenza straniera nei governi unitari prima e dopo la dichiarazione del Regno. Poi abbiamo “Ricasoli e gli assalitori”: finalmente chiarita la vicenda che ha visto duri scontri tra studiosi e accademici. “Assalitori” è il termine esplicito usato da Ricasoli, la prova in un biglietto firmato. Il caso è chiuso. Quindi “Elezioni e funzioni del primo Parlamento”: con atti che non si conoscono, risultati dell’inchiesta della commissione alla Camera e gravi irregolarità per la nomina di alcuni deputati. Poi “Le carceri”: una fotografia attraverso le stampe dell’epoca della situazione carceraria postunitaria, con uso massiccio da parte del governo sabaudo dello strumento della detenzione, con dati statistici e considerazioni. Si passa, quindi, ai “Festeggiamenti dei 150 anni” con spiegati i motivi del perchè il Sud d’Italia non aveva da festeggiare. Infine l’ultimo capitolo contiene le “Leggi e Decreti Regi della monarchia Sabauda”, un elenco di alcuni dei primi decreti regii preparatori agli atti politici e militari per l’annessione. Come si può vedere, dunque, “Italiani” è un libro che va assolutamente letto, specie da chi non vuole più piegarsi a capo chino alla tronfia ma artefatta vulgata storica dominante che, dopo tanti anni di incontrastato dominio, comincia, finalmente, a mostrare la corda. Anche per merito di autori coraggiosi come Giovannone e Compagnino che non hanno avuto remore nell’andare a nagivare controcorrente e, per di più, in un mare increspato da onde sempre imponenti e minacciose. Quanto prima (forse già nella imminenza delle festività natalizie) “Italiani” sarà presentato anche alle nostre latitudini, nel cuore di quell’alta Terra di Lavoro che vide infuriare cruenta e senza quartiere, e per tutta la durata del decennio postunitario, la lotta tra “briganti” e “piemontesi”. E noi non ci faremo sfuggire di certo la ghiotta occasione. Così come non mancheremo di tenere informati al riguardo i nostri lettori.
Redazione L’Inchiesta Quotidiano
fonte
http://www.linchiestaquotidiano.it/news/2013/10/28/-italiani-fra-regno-e-repubblica/6663