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Juan Vázquez de Mella: Testi di dottrina politica

Posted by on Ott 15, 2025

Juan Vázquez de Mella: Testi di dottrina politica

Gianandrea de Antonellis

Qual è il vero senso della parola Tradizione? Non certo conservare il passato, bensì continuare a migliorarlo. In una parola: è vero progresso, diverso dal progressismo che è semplice innovamento, senza curarsi se la novità sia buona o perniciosa; e anche dal conservatorismo, che è sterile mantenimento del passato.

«La tradizione è l’effetto del progresso; ma poiché lo comunica, cioè lo conserva e lo propaga, è essa stessa progresso sociale. Il progresso individuale non diventa sociale se non viene recepito dalla tradizione.

La tradizione è un progresso ereditario; e il progresso, se non è ereditario, non è progresso sociale.

Una generazione, se è erede di generazioni precedenti, che le trasmettono per tradizione ereditaria ciò che hanno ricevuto, può riprenderlo e fare ciò che fanno i buoni eredi: accrescerlo e perfezionarlo, per trasmetterlo ai propri successori in una forma migliorata.

Però può anche sperperarla o ripudiarla. In questo caso, lascia in eredità la miseria o la rovina; e se ha costruito qualcosa distruggendo ciò che esisteva prima, non ha il diritto di far accettare ciò che è suo alla generazione successiva, diseredata dal patrimonio distrutto: ed è probabile che rimanga senza entrambi.»

Questa perfetta sintesi di cosa sia la tradizione – progresso (ma non progressismo!) basato sul rispetto del passato, miglioramento (e non distruzione!) dell’esistente, dell’eredità che ogni generazione ha il dovere di mantenere e perfezionare (senza il “diritto” di disperderla, perché deve consegnarla alle generazioni successive) – appartiene a Juan Vázquez de Mella (Cangas de Onís, 8 giugno 1861 Madrid, 26 febbraio 1928), colui che è stato di gran lunga il più importante pensatore tradizionalista del Carlismo. Esperto e grande studioso delle dottrine degli scolastici, come San Tommaso, San Bonaventura o Duns Scoto, ha svolto un grande lavoro di sistematizzazione della dottrina carlista, che ha esposto con tale successo che gli è stato dato il soprannome di Verbo della Tradizione.

La maggior parte dei suoi manoscritti andò perduta durante la barbarie rivoluzionaria della guerra civile; tuttavia, la sua produzione pubblica, una vasta serie di articoli su numerosi giornali, discorsi in Parlamento, conferenze o eventi pubblici e diverse interviste, erano stati raccolti in ventotto volumi di Opere Complete.

«Vázquez Mella è stato, come si può dedurre da questa sintesi, non solo il “cantore” e il “verbo” della Tradizione, come è stato spesso definito, ma anche il “logos” che, anche in termini oratoriali e quasi improvvisati, ha reso esplicito e coerente un intero sistema di idee che fino a lui era rimasto più vissuto e sentito che compreso». Così scrive Rafael Gambra, che del pensiero di Juan Vázquez de Mella aveva realizzato una felice sintesi, già pubblicata nella «Collana di Studi carlisti» con il titolo La Monarchia sociale e rappresentativa. In questo volume, Gambra realizza una antologia che raccoglie il meglio del pensiero dottrinario del filosofo carlista asturiano.

Uno dei maggiori apporti dottrinari di Vázquez de Mella è certamente la definizione di societismo (nell’originale, sociedalismo), neologismo creato per indicare la presenza necessaria di società intermedie, che devono spontaneamente nascere dal basso e non essere create, imposte e dirette dall’altro (come accadeva con le corporazioni fasciste): le famiglie, che unendosi alle corporazioni locali formano il Comune, l’insieme dei quali dà vita alla Contea (o Provincia) e quindi alla Regione, in un crescendo di varie società intermedie che allo stesso tempo formano, giustificano e soprattutto limitano lo Stato. Vale a dire l’esatto contrario di quanto accade oggi, in cui è lo Stato a creare, regolare e addirittura a giustificare l’esistenza dei vari consigli amministrativi locali, a imporre le regole delle associazioni private, dai sindacati alle confraternite…

«La persona collettiva esiste per diritto proprio e lo Stato ha il potere di conoscerla, ma non ha il diritto di crearla». Le indicazioni della Rerum novarum di Leone XIII – che a sua volta non innovava, ma si limitava a sistematizzare (in maniera mirabile) la dottrina tradizionale della Chiesa – sono seguite e vengono dati ad esse approfondimento, spiegazione e giustificazione dottrinaria.

Il risultato è un manuale imprescindibile ed ineguagliato di dottrina politica che, essendo basato – come l’intera dottrina carlista, peraltro – sugli insegnamenti eterni della Tradizione era valido un secolo fa e continua ad essere perfettamente valido (ed applicabile nella vita politica quotidiana) ai nostri giorni.

Juan Vázquez de Mella, Testi di dottrina politica, Solfanelli, Chieti 2023, p. 190, € 14

https://www.edizionisolfanelli.it/testididottrinapolitica.htm

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