“La Barbajada” rubrica del mercoledi a cura di Gianandrea de Antonellis

«La vita privata del Re [Vittorio Emanuele I di Sardegna] e Regina [Maria Teresa d’Austria-Este] a Cagliari è molto uniforme, regolare. Il Re tutto l’anno si alza da letto a 7 ore la mattina, fatta la tavoletta [= toletta], e colazione, che sempre consiste in barbaja[da], ossia caffè, e cioccolata insieme, alle 8 ore va ogni giorno nella tribuna a udir una messa».
(Francesco d’Austria-Este, Descrizione della Sardegna (1812), Società nazionale per la storia del risorgimento italiano, Roma 1934, p. 9).
La “Barbajada” è una bibita inventata dal mio bisarcavolo Domenico Barbaja (1777-1841), che fu impresario di vari importanti teatri d’opera, tra cui la Scala e il San Carlo.
Prima di divenire celebre come impresario teatrale (portò a Napoli Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti) e dimostrarsi un valido imprenditore edile (a lui si deve la ricostruzione in soli nove mesi del San Carlo, distrutto da un incendio nel 1816, e l’edificazione della basilica reale pontificia di San Francesco di Paola), aveva fatto fortuna a Milano, creando una bevanda in cui mischiava cioccolato, caffè e latte (una sorta di cappuccino al cacao).
La bevanda, che d’estate si sorbiva anche fredda, serve per stimolare e irrobustire (e magari addolcire con la panna).
La presente rubrica intende rivolgersi al lettore:
- stimolandolo con il caffè delle considerazioni,
- irrobustendolo con il cacao delle dimostrazioni e, possibilmente, addolcire il tutto,
- rasserenandolo con lo zucchero dell’ironia o la panna della leggerezza.
Gianandrea de Antonellis