Alta Terra di Lavoro

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La Caio Lucilio di Sessa Aurunca Laboratorio Culturale dell’Alta Terra di Lavoro 3^ parte

Posted by on Dic 18, 2016

La Caio Lucilio di Sessa Aurunca Laboratorio Culturale dell’Alta Terra di Lavoro 3^ parte

Briganti e brigantesse: la storia di Michelina Di Cesare

 

Noi alunni della classe III D abbiamo approfondito alcune tematiche del brigantaggio, soffermandoci sulle figure di maggior rilievo, come ad esempio Carmine Crocco. Quest’ultimo è stato uno dei maggiori esponenti del brigantaggio campano-lucano.

Ci troviamo nel periodo post-unità intorno al 1870 proprio quando nasce la cosiddetta questione meridionale.

Dapprima soldato borbonico, Carmine Crocco decise di unirsi all’esercito di Garibaldi e di seguire i suoi ideali patriottici; perché dopo l’unità d’Italia, come molti soldati, si trovò senza un lavoro e iniziò a dedicarsi alla carriera di brigante.

Alto circa 1.85 e dall’intelletto fine viene definito il Napoleone dei briganti, dal momento che durante le sue guerriglie comandava un esercito di circa 2000 uomini. La sua immagine ci ha incuriositi, tanto che un nostro compagno, Fabio Sullo, lo ha voluto raffigurare attraverso il disegno di una sagoma esposta in occasione del convegno sul Brigantaggio. Ma non solo…Non è mancato un disegno dedicato anche alla celebre Michelina Di Cesare, la cui biografia è stata riscritta in prima persona dalla nostra compagna Antonella Arancio che riportiamo qui di seguito:

 

Sono Michelina Di Cesare, sono nata in un piccolo paese del sud Italia, Caspoli. Nella mia vita non ho mai avuto niente di cui vantarmi. La mia famiglia era molto povera, infatti molto spesso con mio fratello Giovanni mi ritrovai coinvolta a rubare a causa della povertà e della fame. Fin da piccola sono sempre stata uno spirito libero e ribelle; non mi sono mai lasciata abbattere facilmente, per questo sono stata una delle brigantesse più stimate in Italia.

Fui data sposa giovanissima ad un misero cafone, si chiamava Rocco Tanga, ma non mi interessava minimamente. Dopo un anno morì lasciandomi vedova. Fu l’anno migliore della mia vita; infatti conobbi Francesco Guerra, ex militare borbonico. Mi innamorai subito di lui e del suo spirito ribelle. Diventando sua compagna, entrai a far parte di un gruppo di briganti e ben presto ne divenni il capo.

Tra tutte le scorrerie quello che ricordo in modo particolare fu l’assalto al paese di Galluccio.

Alcuni di noi erano in veste di carabinieri così riuscimmo a ad attaccare il paese e devo confessarvi che molte proposte ed azioni erano state ideate proprio da me. Dopo questo assalto però ricevemmo una brutta notizia: il generale Pallavicini fu mandato ad interrompere le nostre azoni usando ogni mezzo a sua disposizione, minacciando anche con le misure più crudeli gli abitanti della zona affinchè ci consegnassero nelle loro mani. Noi ci eravamo rifugiati nei boschi, nei tronchi degli alberi e ci sentivamo al sicuro. Tuttavia una sera, durante un forte temporale, ero nascosta con Francesco vicino ad un albero quando sentimmo dei rumori sospetti. Qualcuno aveva svelato il nostro rifugio segreto…Forse proprio mio Fratello Giovanni. Quei maledetti soldati non esitarono e subito ci spararono alla testa.

Fui esposta nuda in piazza nel paese di Mignano. Il sindaco mi definì una sovversiva, ma io ora a distanza di tempo vi chiedo : secondo voi chi sono io realmente, una ribelle o una donna coraggiosa in cerca dei suoi diritti e della libertà?

 

Gli alunni della III D

della Caio Lucilio di Sessa Aurunca

e non è finita qua

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