La cascata di Conca della Campania: viaggio in un mondo fatato
Nella costante ricerca di bellezze, oggi viaggiamo virtualmente lungo i sentieri dei mulini del Rivo Conca. Qui, nel cuore di una natura selvaggia, ci attende uno dei capolavori che il vulcano di Roccamonfina ha scolpito nel nostro territorio. Si tratta di una maestosa cascata nascosta a pochi passi dal borgo di Conca della Campania. Per raggiungerla è necessaria una piccola escursione in un vero e proprio mondo fatato. Nella rigogliosa vegetazione scopriamo i giochi di luce che il sole crea sulle sue acque. Energia e serenità si confondono. Realtà e sogno ci inebriano.
La cascata di Conca della Campania: collocazione
È un soleggiato pomeriggio primaverile. Ci troviamo a Conca della Campania, un piccolo paese adagiato sul versante nord del vulcano di Roccamonfina. Per raggiungerlo abbiamo percorso la SP86 oltrepassando tante caratteristiche frazioni dai nomi buffi. Una volta arrivati al centro storico proseguiamo a piedi lungo una discesa fiancheggiata da una chiesa. Si tratta della chiesa di S. Pietro Apostolo costruita nel 1308.
Sulla facciata, tre porte incastonate in blocchi di tufo locale ci invitano ad entrare. Altrettante navate si estendono su di un pavimento arricchito da maioliche a motivi geometrici del XIX Secolo. La chiesa oltre a luogo di fede si presenta come uno scrigno di tesori. Infatti, al suo interno, sono conservate opere d’arte provenienti dagli altri complessi storici e dalle chiese diroccate dell’intero paese.
Dopo questa breve sosta consigliata dalla curiosità, riprendiamo la nostra escursione. Di fronte l’edificio religioso, l’arcata della Casa del mugnaio ci accoglie. Si tratta di un’abitazione d’altri tempi abbracciata dall’edera. Il suo arco è una sorta di portale d’ingresso verso un’altra dimensione. Infatti, appena lo superiamo ci sentiamo catapultati in un mondo incantato. Il sentiero si snoda in discesa, costeggiato da pareti in tufo. Una sensazione di frescura ci accarezza la pelle e di lontano si avverte il vorticoso fruscio d’acqua. Ed infatti, a valle incontriamo subito il Rivo Conca. Esso dipinge ai nostri occhi un paesaggio da incorniciare. Lo attraversiamo passando su di un ponte in pietra per poi inoltrarci, a sinistra, in un percorso molto suggestivo.
Il sentiero dei mulini del Rivo Conca
Ci arrampichiamo lungo pendii, scalinate, terrazzamenti e discese scivolose, tra massi e staccionate in legno. Una passeggiata che soddisfa la nostra voglia d’avventura e sfida la capacità d’equilibrio. Si tratta del sentiero dei mulini. Ed infatti, dopo alcuni tornanti, ci imbattiamo nei resti di due vecchi mulini. Fino agli anni ‘60, sfruttando la forza dell’acqua, essi generavano l’energia sufficiente per la macina dei cereali. L’introduzione dei mulini è avvenuta nel Medioevo anche se la loro tecnologia era ben nota ai Greci e ai Romani. I mulini più antichi sono quelli a ruota orizzontale e ad asse verticale. La forza dell’acqua colpendo le pale della ruota posta orizzontalmente, faceva ruotare la macina collegata all’asse tramite un ingranaggio. In questo modo però, la velocità di rotazione non era regolabile perché direttamente collegata a quella del flusso d’acqua
La cascata di Conca della Campania: tra foresta ed incanto
Superati i mulini, scavalchiamo nuovamente il Rivo, ma questa volta ci spostiamo sulla destra percorrendo un ponticello in legno. Quest’ultimo si abbina perfettamente con l’ambiente selvaggio che ci circonda. L’azione di erosione del corso d’acqua, esercitata sulle pareti a strapiombo, è nettamente visibile. La vegetazione sembra più rigogliosa: rami intricati, pendenti, muschi, felci e fiori di specie diverse. Abbiamo l’impressione di trovarci in una giungla. Avanziamo facendoci guidare dal fruscio dell’acqua. Ed ecco che ci ritroviamo dinanzi alla cascata. L’irruenza dell’acqua che si infrange sulle rocce si scontra con la quiete circostante. Rimaniamo impietriti dalla meraviglia. Il tempo pare fermarsi, solo l’acqua fluisce e ricrea continuamente un piccolo bacino ai piedi della cascata. Un vero e proprio angolo fatato.
Riprendiamo il cammino immettendoci sul sentiero opposto a quello dei mulini. L’esplorazione non sembra conclusa. Ci imbattiamo in una sorgente vigilata dalla statua di una Madonna. Si tratta di una fonte riscoperta da poco, ma già nota per le sue qualità terapeutiche. Proseguendo la scalata raggiungiamo un’accogliente area pic-nic. Qui ci fermiamo qualche minuto per riprendere le forze e scattare ancora qualche foto. Imbocchiamo poi il viale che ci riporta alla Casa del mugnaio. La ripida discesa è diventata ora un’impegnativa salita. Lanciamo un ultimo sguardo verso la vallata. Riattraversiamo il nostro portale per lasciarci alle spalle questo mondo fatato. Termina così il nostro viaggio. Ma con noi portiamo via un bagaglio pieno di suggestive emozioni.
Luisa Masiello
fonte
caserta.italiani.it