La consacrazione del Perù ai sacratissimi cuori di Gesù e Maria
La storia della devozione al Sacro Cuore di Gesù è molto antica. La richiesta della consacrazione al suo Cuore, invece, risale alla seconda metà del XVII secolo quando Gesù apparve in più riprese alla suora visitandina francese Margherita Maria Alacoque e le disse: “Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudine e disprezzo…”. Gesù apparve più volte a Santa Margherita e fece molte promesse per coloro che avessero onorato il suo Cuore e che la Santa riporta nelle lettere. Gesù promise, tra l’altro: “Darò tutte le grazie necessarie al loro stato. Porterò soccorso alle famiglie che si trovano in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise. Le consolerò nelle loro afflizioni. Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte. Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere”.
I messaggi del Sacro Cuore di Gesù furono indirizzati al Re di Francia Luigi XIV affinché fosse consacrata la Regale Persona e la Francia intera al Sacro Cuore, con i privilegi che la devozione avrebbe comportato, irradiando di bene la società. La consacrazione richiesta da Nostro Signore Gesù Cristo non fu fatta. Il Re non ne volle sapere. Un secolo più tardi la Rivoluzione Francese distrusse la Monarchia e decapitò il Re.
Per l’Europa ne conseguirono persecuzioni, guerre e lutti e da allora avanzò un laicismo che non si è più fermato. Fu la degenerazione della Società. La storia, invece, della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è più recente. La Madonna, apparendo a Fatima il 13 giugno 1917, disse a Lucia: “Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.
In un clima di assoluto silenzio da parte della stampa internazionale, il 21 ottobre scorso (2016), il Presidente della Repubblica del Perù, con l’autorità conferitagli dalle leggi costituzionali del Paese, ha consacrato formalmente “la sua persona, la sua famiglia, la sua sposa e la Repubblica del Perù all’amore e alla protezione di Dio Onnipotente attraverso l’intercessione del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria”.
Alla cerimonia ha partecipato Luz Filomeno Sagrado, presidente del Congresso della Nazione Peruviana, la quale ha offerto una preghiera speciale e personale per chiedere l’aiuto e la protezione divina per il suo delicatissimo mandato. Il Presidente del Perù, affidando e consacrando la sua terra all’intercessione divina, è stato molto chiaro: “Affido ai Cuori di Gesù e di Maria il mio governo con tutti i suoi lavoratori e cittadini che si trovano sotto la mia responsabilità. Offro a Dio Onnipotente il mio pensiero e le decisioni come Presidente in modo che li possa utilizzare per il bene del nostro Paese e sempre tenendo presente i Dieci Comandamenti che ci devono ispirare in ogni scelta”.
La consacrazione Peruviana ai Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria avviene in un momento politico particolarmente delicato per la vita di molti Stati dell’America Centrale usciti da anni insanguinati dal terrorismo rivoluzionario di stampo marxista. La simultanea corruzione dilagante ha dato il corpo mortale a questa nazione che in passato fu la “perla” della monarchia delle Spagne. Per trovare un’altra nazione del continente americano che si consacrò al Sacro Cuore di Gesù, dobbiamo risalire al 25 marzo 1874 quando il Presidente della Repubblica dell’Equador, dott. Garcia Moreno, si recò nella cattedrale di Quito per celebrare l’evento spirituale, storico e politico. Alcuni anni dopo, nel 1872, l’episcopato equadoregno decise di consacrare l’Equador anche al Cuore Immacolato di Maria. Consacrazione ratificata molti decenni più tardi, precisamente nel 1976, dal governo del Paese.
Le pubbliche testimonianze cattoliche provenienti ieri dall’Equador, oggi dal Perù, ci devono far riflettere. Esse indicano la possibilità e la necessità di un cambiamento di rotta. La fede non è un atto intimo delle coscienze. La fede è un atto pubblico di adesione al regno sociale di Cristo che chiama a raccolta tutto un popolo nel nome dell’Unità Cattolica della Patria, unità alla quale oggi più che mai dobbiamo aderire.
Francesco Maurizio Di Giovine
preso integralmente dal sito de “lalfiere” di Edoardo Vitale
foto fonte “lalfiere”