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LA CONTRORIVOLUZIONE DEL 1799 VISTA DAI FRANCESI

Posted by on Set 23, 2021

LA CONTRORIVOLUZIONE DEL 1799 VISTA DAI FRANCESI

Della «controrivoluzione» dei cavesi, contro le truppe napoleoniche del 1799, abbiamo come fonte alcuni documenti e qualche articolo. Quello che è maggiormente conosciuto a noi, riguarda il capitolo dedicato alla vicenda che si trova all’interno del «Saggi introduttivi alle farse cavajole» del 1933.

Dalla storiografia locale, conosciamo il Capitano Vincenzo Baldi di Santa Lucia che, incaricato dalla Università della Cava, a fronte di centinaia di uomini dei casali metelliani, in particolare Cetara, Passiano, Vietri e Santa Lucia, dovette sollevare una rivolta che coinvolse molte località a sud di Napoli, dopo la presa del Capoluogo da parte dei francesi e la conseguente caduta della Repubblica Partenopea. Di quell’avvenimento, Cava e i suoi abitanti tennero la ferita aperta per molto tempo. Il Baldi, scontò pena nei sotterranei del Castel Nuovo di Napoli fino alla permanenza napoleonica. Quello che tenterò di articolare sono dei documenti storici in lingua francese, scovati su internet con riferimento alla rivolta. Prima di tutto, i Battaglioni transalpini erano sotto il Comando del 30 ° Reggimento Fanteria di Linea con a Capo Jacques Darnaud.

Uno dei suoi Battaglioni, il 1 ° fu quello che si trovò a Cava nelle giornate rivoltose. La testimonianza dell’evento è dovuta al Soldato Denis Moreau, che annotò i momenti salienti del suo Reparto per le varie Campagne di guerra, compreso quella del Regno di Napoli Scrive il Moreau che il 28 febbraio arrivarono a Cava, dove erano stabiliti i labri che a loro volta furono attaccati dalle truppe francesi. Il suo resoconto è abbastanza completo; a Santa Lucia trovarono una forte resistenza, che divenne il punto di contatto più rovente della valle. n posto era in fiamme, anche a Nocera e Mercato S. V erano in rivolta e i francesi ebbero un bel da fare.

Nella stessa giornata ritornarono a Cava e sempre nella frazione metelliana di Santa Lucia. Ci fu ancora tanta resistenza; i francesi attaccarono e dispersero, fecero razzia, bruciarono e uccisero gli uomini in grado di portare le armi. Nel giro di un’ora fu inf emo nella frazione; i rivoltosi fuggirono e le donne con i fagotti in testa, tenevano i figli in braccio. All’interno di Santa Lucia, i francesi trovarono soltanto un barbiere ancora nel suo negozio assicurando che se i soldati erano disponibili a perdonare, egli stesso era disposto ad accompagnarli per la montagna in modo che potessero ritornare alle loro case.

Quando i rivoltosi scesero in paese, andarono incontro ai soldati del 30 ° per chiedere la grazia gettandosi tra le loro braccia e offrendo in maniera copiosa acqua e vino. n 2 marzo lasciarono Cava e si avviarono alla volta di Mercato S V per sedare una rivolta, ritornando la sera e rimanendo fino il giorno 7 di marzo, partendo alla volta di Nocera e via verso la Capitale del Regno. Per molto tempo, tramite gli storici cavesi, circolava la storia del traditore che portò i francesi verso la montagna per sedare i rivoltosi e la testimonianza del Moreau, non solo dice chi era, ma addirittura sostiene di essere stato proprio lui ad accompagnarli fin sopra i monti per evitare di spargere ancora del sangue tra i suoi concittadini. Certo per enfasi borbonica, traditore o non, la città uscì distrutta da questo scontro che si rivelò di poca importanza per i Comandi francesi, come rivela un documento n ° 259 del 7 giugno 1799 p. 1055) a firma di Mac Donald, il quale afferma di una «victorie non moins importante)), che il Generale Watrici (su questo cognome molti documenti ne citano tre diversi ma in realtà corrisponde a Watrin) aveva conquistato ai danni dei rivoltosi locali per Cava, Vietri e Salerno. Inoltre, nella lettera a fianco risulta molto interessante anche il fuoco di batteria di due Fregate inglesi che si erano imboscate tra Vietri e Salerno al fine di proteggere delle truppe da sbarco e la conseguente cattura di uomini e armi nemiche.

Tandis que l’on suivait cette expédition, je recevais les détails d’une victoire non moins importante, que le général Watrici : remportait à la Cava, à Vietri et à Salerne, 900 Anglais qui y étaient débarqués, avaient mis tout le pays en rébellion, recrutaient au nom du roi de Sicile, et formaient des régiments en distribuant des armes et des munitions. La colonne française parait, attaque avec la baïonnette , abat et massacre tous ceux qui font résistance ; trois mille hommes tombent sur le champ de bataille , malgré le feu de deux frégates anglaises qui s’étaient embossées entre Vietri et Salerne , afin de protéger le débarquement . Une vingtaine d’Anglais ont été faits prisonniers, deux drapeaux aux armes du roi Georges, et un à celles de l’ex -roi de Naples ont été pris avec quinze pièces de canon. A Castelamare, deux vaisseaux anglais sont restés spectateurs de la victoire des Français, Napolitains ! Jusqu’à quand vous laisserez-vous séduire et égarer par ces perfides insulaires ? Ils ne désirent que votre ruine, votre désolation, et vous laissent ensuite sous le feu des vainqueurs. Vous, patriotes, vous, particulièrement, vous êtes l’objet de leur rage impuissante ; prenez les armes ; faites-vous voir prêts à défendre la patrie, unissez-vous autour de l’arbre sacré de la liberté ; et tous vos ennemis disparaitront en un instant. Dans ces deux actions, nous n’avons perdu que trente à quarante de nos valeureux guerriers. Les communes de Lauro, Nocera et Pagani, où l’arbre de la liberté a été abattu et la cocarde rouge arborée, seront soumises à une contribution extraordinaire et assujetties à une exécution militaire.

Salut et fraternité.

Signé Macdonald

N. 259 del 7 giugno 1799 (p. 1055)

Naples, le 20 floréal

Altro documento interessante e su un libro che parla delle informazioni transalpine presenti nella rivolta del 1799 a Cava, citando 11° Battaglione, i Carabinieri del 27 ° e 19° dei “Cacciatori”, la 27° leggera e il Reggimento che prendono parte ai combattimenti. In questo documento, come quello sopra di Mac Donald, è riprodotta la versione in maniera ufficiale e non come quella del Sol.to Moreau che ha visto le vicende della frazione di Santa Lucia in prima persona.

La 11°, un bataillon de la 30°, les carabiniers de la 27°, la 19° de chasseurs, ont attaqué Santa-Lucia, d’où étaient partis les insensés qui étaient venus nous attaquer à la Cava ; est après avoir passé au fil de l’épée tous les habitants qui avaient pris part à la révolte, cette ville a été aussi livrée aux flammes.

Nocera, épouvantée, n’a point attendu notre colonne victorieuse : ses habitants sont venus à sa rencontre et se sont mis à la discrétion des Français.

Les brigands, croyant que toutes non forces s’étaient portées sur Santa-Lucia, ont eu l’audace de venir nous attaquer jusque dans Salerne ; mais la 27° légère et la 7° régiment de chasseurs y étaient encore : ils ont repoussé ces scélérats avec une telle vivacité qu’ils n’ont point en le temps d’emporter leur étendard : il est resté en notre pouvoir.

A sinistra un altro estratto storico sulla scaramuccia di Cava/Santa Lucia e in questo caso riporta anche l’offensiva anti briganti effettuata a Cetara cui si legge che erano un riparo primario per i rivoluzionari. Questa piccola e sintetica ricerca è frutto di una conoscenza più approfondita sulla famosa “controrivoluzione del 1799”, scritta da parte nemica per capire elementi mai conosciuti, anche se, tra i loro documenti ci sono errori identificativi di Reparti e di nomi vari.

…puis trois jours contre les brigands : attaques par tout où ils se sont présentés, ils ont été complètement battus, mais en suite et détruits. La trentième demi brigade a lancé sur Cetara, premier repaire des revolés, avec une telle vivacité, qu’obligés d’abandonner leur ville, à peine quelques-uns ont eu le temp de fuir sue de petits bateaux : onze pièces de canon sont restées en notre pouvoir. Cette ville a été réduite en rendre.

La onzième, un bataillon de la trentième, les carabiniers de la vingt-septième, la dix-neuvième des chasseurs, ont attaqué Santa-Lucia, d’où étaient partis les insensés qui étaient venus nous attaquer a la Cava ; et après avoir passé au fil de l’épée tous les habitants qui avaient pris part à la révolte, cette ville a été aussi livrée aux flammes.

Nocera, épouvantée, n’a point attendu notre colonne victorieuse : ses habitants sont venus à sa rencontre et se sont mis à la discrétion des Français.

Les brigands, croyant que toutes non forces s’étaient portées sur Santa-Lucia, ont eu l’audace de venir nous attaquer jusque dans Salerne ; mais la 27° légère et la 7° régiment de chasseurs y étaient encore : ils ont repoussé ces scélérats avec une telle vivacité qu’ils n’ont point en le temps d’emporter leur étendard : il est resté en notre pouvoir.

L’artillerie s’est encore conduite dans ces différentes affaires avec le plus grand courage et le plus grand sang-froid.

Le général de division fera connaitre au général en chef les militaires qui se sont particulièrement distingués, et qui lui ont été désignés par l’adjudant général Sarrazin.

Le prove che ho trovato on line, sono frutto di ampio lavoro storiografico da parte di storici dell’Armata d’Italia, ma anche rinvenimenti di quell’episodio, trovati on line in libri ottocenteschi digitalizzati per essere di facile accesso a tutti gli internauti interessati. Nell’appendice in basso, ho inserito alcune grafiche a titolo informativo per vedere gli uomini che comandarono le truppe a Cava e dintorni, riportando alla conoscenza collettiva quello che non si è mai saputo sui francesi. Ironia della sorte, il Capitano Vincenzo Baldi, nel periodo successivo al 1799, sarà Sindaco e poi Capo Rivolta nel 1806, venendo a sua volta rinchiuso ancora nei sotterranei del Castel Nuovo di Napoli. Liberato dai Borboni, di cui era un fervente adepto, lui e il nucleo familiare dei Baldi saranno l’unica famiglia Cavese citata nella lista dei danneggiati politici italian4 la Frazione di Santa Lucia, insieme ai Baldi, sarà riempita di onorificenze dai nuovi Regnanti Borboni da creare attrito con i restanti cavesi che non vedevano di buon occhio tanti riconoscimenti a una sua frazione. L’epicentro della «battaglia», resta e sarà la parte nord della valle che coinvolgerà altri luoghi circostanti, ma non si estenderà per tutta Cava. Certo che al loro passaggio semineranno furti vari e distruzione, ed anche la zona attorno alla Chiesa dell’Olmo sarà interessata dall’evento come lo sarà poi nel secondo scontro con i francesi nel 1806. Cetara e Vietri della Cava, subiranno anche loro la reazione dei francesi e particolare attenzione merita di essere letto l’articolo «Salerno durante la Repubblica Partenopea» della Rassegna Storica Salemitana uscito nel 1949 dove non solo parla degli avvenimenti salemitani, ma si estende anche sulle località cavesi dell’epoca.

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