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LA MAFIA E I MAFIOSI

Posted by on Lug 11, 2021

LA MAFIA E I MAFIOSI

LA MAFIA E I MAFIOSI

ORIGINI E MANIFESTAZIONI STUDIO DI SOCIOLOGIA CRIMINALE

Con una carta a colori su la densità della Mafia in Sicilia. PALERMO ALBERTO REBER 1900

ANTONINO CUTRERA Delegato di P. S.

PREFAZIONE.

Quando un organismo sociale è ammalato, non sempre ha coscienza del male che lo affligge: o ritiene il male inferiore alla realtà, o lo ignora affatto; e questo stato d’inconsapevolezza dura finché non si verifica un aggravamento tale, da rendere il male troppo evidente. Ma esso allora è forse insanabile, e il pericolo non si può più scongiurare.

Questo fenomeno, con maggiore evidenza si verifica quotidianamente nell’individuo, isolatamente considerato. Il fisico non sempre è consapevole del bacillo che inesorabilmente gli rode l’esistenza: per lo più esso ignora la entità del pericolo che lo minaccia, e sé un aggravamento repentino lo allarma, una susseguente miglioria lo rassicura, fino al punto da fargli ritenere infondati i suoi timori.

Or, se negli organismi sociali questo fenomeno è meno evidente, non è perciò men vero. La Sicilia per cause storiche ed etnografiche da molti anni è stata travagliata da un vizio sociale, inteso comunemente col nome di mafia.

Questo vizio ha ritardato il suo sviluppo sociale, ha compromesso il suo incivilimento.

Il male, siccome non è di formazione recente, cosi non è stato avvertito soltanto oggi. Lo si sapeva pur troppo da molto tempo: si sapeva anche che esso era serio, e che occorrevano urgenti rimedi. Eppure, a giudicare dalla commozione che ha invaso oggi l’Italia tutta, in occasione del processo dei presunti assassini del Comm. Notarbartolo, si crederebbe il male recente, ed attuale la sua scoperta.

VI

Non è questo un fenomeno nuovo, ben altre volte, in occasione di altri processi, anche più clamorosi. l’Italia si è commossa, i giornali han no gridato, le Camere hanno discusso. Ne son prova gli articoli roventi apparsi sulle gazzette e sulle riviste, le discussioni appassionate e vivaci, fra le quali rimasero celebri quelle del Tajani, le monografie che si sono pubblicate le inchieste che si sono fatte. I pochi provvedimenti amministrativi presi in fretta, a poco a poco sono stati rimangiati, perché o inopportuni o inadeguati.

A queste improvvise reazioni dell’opinione pubblica è sempre successa la calma e il tempo ha fatto dimenticare tutto: non solo non si è più parlato di mafia, ma si è messo anche in dubbio che essa fosse mai esistita, o per lo meno ne è sorta la convinzione che il male, se pure esisteva, non era certo di quella gravita, che l’opinione pubblica, in un momento di nervosismo, si era immaginato.

Lo stesso fenomeno, ne siam certi, si ripeterà oggi: quando l’odierna processura checché ne sia l’esito sarà posta a dormire sugli scaffali dell’archivio del Palazzo dei Tribunali, e la polvere avrà steso il suo manto pietoso su tanta miseria e su tanto dolore, nessuno penserà alla mafia, né ai tanti altri mali che affannano questo estremo lembo d’Italia.

Ci siamo indotti a scrivere questo libro, non perché l’argomento sia assolutamente originale, essendo stato trattato con molta competenza e profondità di osservazioni da altri, ma perché anche noi, potessimo contribuire con la nostra modesta opera, a fare conoscere perchéc’ è la mafia, che cosa sia, che cosa fa e che cosa ha fatto, augurandoci di vedere cancellati non pochi pregiudizi che, sul conto di essa, anche persone illustri hanno avuti.

VII

Quaggiù, in Sicilia, c’è un popolo che da tanto tempo spetta di essere? guarito dalle piaghe che gli attossicano sangue, c’ è un popolo che ha bisogno di essere sollevato dalle miserie che per secoli lo hanno avvilito, c’è infine un popolo che spera essere meglio conosciuto ed amministrato.

Palermo, 12 aprile 1900.

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