La (…nota musicale) di Fiorentino Bevilacqua
Dell’attuale Governo e delle sue scelte si può pensare, ovviamene, ciò che si vuole, ma una cosa salta agli occhi: da quando si è insediato (e anche prima, per la verità) su di esso ( e sulla maggioranza che si è delineata dopo il quattro marzo) sono piovute critiche a non finire.
È un battage continuo: radio, televisioni, carta stampata, tutti (quasi) danno spazio a voci contrarie, ad esperti, ad opinionisti che ci spiegano cosa va fatto (altro rispetto a ciò che l’attuale Governo sta facendo o si accinge a fare) e ciò che non va fatto (esattamente quello che il Governo fa o si appresta a fare), pena il disastro inevitabile per il Paese.
Ma, riflettendo (anche poco), qualche domanda sorge spontanea: siamo forse il Paese con il miglior rapporto debito pubblico / PIL? Siamo forse uno dei paesi meno indebitati al mondo?
La risposta è no ad entrambe le domande.
Dunque!?
La domanda centrale, in questa temperie che vede esperti e saggi padri della Patria salire in cattedra ad ogni piè sospinto, è questa: quando l’attuale situazione disastrosa si stava creando (partendo, per esempio, da un debito pubblico che era il 60% del PIL) , i saggi dove erano? Su cosa si appuntava la loro sagacia?
Delle due l’una: o allora non capivano (impossibile) oppure… oggi parlano (anche indipendentemente da ciò che capiscono).
Qualunque sia il destino futuro, qualunque sia l’effetto delle scelte che saranno fatte, perché chi parla oggi non ha parlato anche prima, quando si costruiva la situazione non invidiabile dell’oggi?
Tutto questo ricorda quello che accade nel “mondo revisionista”: oggi che si mette in discussione il paradigma risorgimentale, qualcuno che finora ha taciuto pur avendo i mezzi e gli strumenti culturali per affermare prima di altri le verità sottaciute, travisate, ignorate, critica o fa le pulci principalmente alle revisioni, solo in parte, e spesso implicitamente, a ciò che è rivisitato.
Come fidarsi, dunque, di tutti questi saggi e di chi ad essi da voce e spazio?
Verrebbe da concludere che il la non sempre ha effetti positivi, efficaci, utili.
Ma un cinico (un realista) direbbe che dipende dai punti di vista.
Il che non è un male…
Fiorentino Bevilacqua
03.10.18