Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

La sacralità di una bandiera

Posted by on Nov 19, 2016

La sacralità di una bandiera

Aniello Sicignano risponde al comitato dei Neoborbonici e ad Alessandro Romano.

In luoghi sacri o importanti per una comunità come per una nazione e oggetti di pellegrinaggi spesso si può trova una bandiera su un pennone che rappresenta tutti e se si trova in non eccellenti condizioni la si toglie per mettercene un’altra. La bandiera che viene tolta non viene ne buttata e ne cestinata ma viene bruciata sotto il pennone che l’ha retta fino a qualche minuto prima perché le ceneri fungono da concime per la nuova che è stata innalzata. Questo rito sacro ha origine antiche, vi invito a leggere la procedura usata per la bandiera americana nel link alla fine del presente, ed è quello che abbiamo fatto domenica 13 novembre a Gaeta nel sostituire la bandiera del nostro Regno, Regno delle Due Sicilie, che domenica 16 ottobre il Dott. Edoardo Vitale e il Prof. Vincenzo Giannone, che dopo le ultime intemperie non era in ottime condizione, avevano lasciato nel loro saluto ai nostri martiri sperando che a breve altri che andranno li faranno la stessa cosa, mettere una nuova bandiera e bruciare quella che abbiamo lasciato noi.

Questo non è piaciuto al Sig. Alessandro Romano, ho stima e rispetto per il movimento Neoborbonico che non credo c’entri con le esternazioni del Romano, che ha inondato il web di insulti e di offese di vario genere al sottoscritto e alle persone presenti senza nemmeno sapere di cosa stesse parlando e senza essere presente. Ebbene Egr. Sig. Romano inutile ricordarvi che le offese offendono le persone che le fanno e non quelle che le ricevono e che non accetto lezioni di nessun genere da parte di chi conosce poco la nostra identità e storia.

Non posso accettare lezioni da parte di chi usa la parola patria o patriota poiché è un termine che, sia nel 1799 che nel 1860, si usava per indicare i giacobini francesi, napoletani e piemontesi, per essere più preciso aggiungevano la parola democratici, basta leggere qualche libro storico anastatico del periodo per avere conferma e imparare che per i nostri avi si usavano termini come realisti, insorgenti, sanfedisti, lazzari, regnicoli e briganti insorgenti. Non posso accettare lezioni da chi confonde il termine ciociaria con la terra di lavoro, la provincia più antica d’ europa, non posso accettare lezioni da parte di chi non sa che differenza passa tra le brigantesse dello stato papalino e quelle nostre, quelle del Regno, che hanno combattuto, lottato e sono cadute per motivi completamente diversi, non posso accettare lezioni da parte di chi non sa cosa sia la napoletanità altrimenti invece di sputare sentenze dietro una tastiera mi avrebbe chiamato o incontrato personalmente come fanno i veri uomini e i veri napoletani.

Non accetto lezioni da chi ha la presunzione di mettersi l’abito di inquisitore senza averne alcun diritto e senza sapere che a napoli l’inquisizione non c’è mai stata, ha ricevuto qualche incarico particolare da qualche persona particolare per giudicare e sputare sentenze? Chi le ha dato questi poteri? Me li faccia vedere ed io mi inginocchio davanti ai suoi piedi. Concludo dicendole di lasciarmi in pace pensi a fare bene quello che fa, che quando vuole sa farlo bene, e non pensi a quello che faccio io e di tanta gente come me che hanno un solo obiettivo servire la causa e non servirsene, non ha l’unto del Signore quindi la smetta e le ripeto di nuovo che sono a disposizione per incontrarla personalmente se ha qualcosa da dirmi, sono erede di quella antica tradizione cavalleresca tipica del popolo napoletano che credo conosce poco poiché non è di napoli, cordiali saluti

Aniello Sicignano

Disfarsi di una bandiera americaba danneggiata

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