La Storia della Massoneria in Italia 1717 – 2018 di Aldo Mola
(di Fabio Cancelli) A maggio è uscito il libro del prof. Aldo Alessandro Mola, Storia della Massoneria in Italia. Dal 1717 al 2018. Tre secoli di un Ordine iniziatico (Giunti Editore – Bompiani, Firenze – Milano 2018). L’Autore, storico e saggista, classe 1943, è stato di recente intervistato da Marco Respinti del CESNUR (http://cesnur.org/2018/mola_massoneria.htm).
Il libro è un tomo tascabile di 824 pagine che viene ad arricchire la letteratura massonico-apologetica. Non è un mistero che l’Autore sia da decenni vicino alla Massoneria, pur non essendone membro (a suo dire), e vanti amicizia con massoni e studiosi di vario orientamento (alcuni deceduti): ad esempio, i Gran Maestri del Grande Oriente d’Italia da Giordano Gamberini a Stefano Bisi, i Gran Maestri della Gran Loggia d’Italia da Renzo Canova ad Antonio Binni, sacerdoti filo-massonici come Ferrer Benimeli, Esposito, Caprile, Molinari e persino un autore antimassonico come don Ennio Innocenti (p. 21).
Il prof. Mola presenta papa Francesco come ostile alla Massoneria (pp. 8, 661). Eppure alla luce di vari casi (es. Sinodo sulla Famiglia e Amoris laetitia, 5° Centenario di Lutero, Ordine di Malta, FFI, pena di morte, ecc.), il Pontefice, tanto autoritario nel governo quanto ambiguo e fluido nella dottrina, si è attirato finora circa 70 elogi (tutti documentabili) da parte di massoni di varie nazionalità. Il prof. Mola (pp. 29, 661) accenna alla condanna del «neopelagianesimo» e dello «gnosticismo» fatta dalla Congregazione per la dottrina della fede (“Placuit Deo”, 2018) e da papa Francesco (“Gaudete et exultate”, 2018).
Studiosi come il prof. Mola, possono intravedere in quei documenti una condanna implicita della Massoneria, ma nella mente di altolocati ecclesiastici della Chiesa di Francesco, sembra che le etichette “neopelagiano” e “gnostico” dovrebbero essere affibbiate non tanto, o non solo, ai massoni quanto piuttosto ai cattolici fedeli al Magistero immutabile, quello dei dogmi e dei principi non-negoziabili…
Il prof. Mola attacca gli antimassoni di ieri e di oggi, Barruel, Taxil, ecc. (p. 20), e liquida in sei righe il P. Paolo Siano (p. 650) che forse meritava maggiore attenzione, data la quantità e qualità delle fonti citate nei suoi studi. E’ apprezzabile però il suo tono non offensivo che lo distingue da altri autori massoni o filo-massonici.
Il prof. Mola presenta la Massoneria semplicemente come una scuola di educazione dell’uomo (p. 32)… Poi cerca di operare il divorzio tra Massoneria ed Esoterismo: secondo lui, la vera Massoneria non avrebbe nulla a che fare con l’esoterismo… L’esoterismo in Massoneria sarebbe una «superfetazione posticcia», «una vera e propria interferenza», che avrebbe snaturato e deviato la Massoneria dalla sua purezza e regolarità (pp. 589-592; 598-599).
Eppure lo stesso Mola ci dà dettagli importanti sulle radici esoteriche della Massoneria regolare. Circa le divergenze tra i massoni «moderns» (quelli delle Costituzioni di Anderson 1723) e i massoni «ancients» del Settecento, l’Autore scrive che questi ultimi erano «fieri della muratoria primigenia, con inclinazione verso esoterismo e occultismo» (p. 36). Poi entrambi i gruppi si riunirono nel 1813 formando l’attuale Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Il prof. Mola riporta per intero la Costituzione del Supremo Consiglio italiano del Rito Scozzese Antico e Accettato di 33 gradi (Milano 1805): vi si accenna a «le alte Scienze mistiche» (p. 686) ambite dai massoni del RSAA… L’insegna massonica VITRIOL, al dire del prof. Mola, «non è incitamento all’occultismo ma alla ricerca scientifica: il Faust di Goethe che lascia alle spalle i dogmi, i pregiudizi e dialoga con l’Eterno» (p. 590).
Sì, ma Faust fa anche il patto col Diavolo… Condividiamo le lamentele del prof. Mola contro l’Esoterismo, ma precisiamo che l’Esoterismo appartiene al DNA della Massoneria. Al riguardo si leggano ad esempio gli studi di padre Paolo Siano, il quale non si appoggia né al Barruel né al Taxil. Ci sembra che il prof. Mola fraintenda il significato attribuito da Massimo Introvigne alla «corrente calda» e alla «corrente fredda» della Massoneria: per Mola la prima è Massoneria regolare e filantropica, la seconda, invece, rivoluzionaria, trasgressiva e satanica (p. 598)…
In realtà, leggendo Introvigne, è l’inverso: la “fredda” è razionalista, la “calda” è occultista. Secondo il prof. Mola la «massoneria di frangia» sarebbe una «fiaba», una «leggenda» (p. 599), ma gli storici della Loggia londinese Quatuor Coronati non la pensano così.
Poi il padre Siano, con fondamento, sostiene che anche la Massoneria “fredda” nasconde un’anima “calda”. A proposito di Massoneria italiana, il prof. Mola fa solo un rapido cenno al Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi (p. 652). Ringrazio il Prof. Mola che cita un mio articolo: https://www.corrispondenzaromana.it/lultima-eresia-del-gran-maestro-fabio-venzi/ (p. 652, nota 16). Comunque credo che la GLRI, sia dal punto di vista storico che iniziatico, meriti qualche pagina in più. Magari il prof. Mola potrà ritornarvi in una prossima edizione della sua Storia.
Lo storico piemontese usa termini molto aspri verso i critici della Massoneria: «la pletora di massonofagi antichi e recenti» (p. 661), «Barruel rivive in tanti massonofobi e latomofagi dei nostri giorni» (p. 106). Eppure anche il prof. Mola ci aiuta a capire l’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria quando ad esempio cita l’antica formula del giuramento massonico: «Consento, se divengo spergiuro, di avere la gola tagliata, il cuore e le viscere strappate, il corpo bruciato e ridotto in polvere e che le mie ceneri siano gettate al vento e la mia memoria sia in esecrazione a tutti i liberi muratori della terra» (p. 128). Mola aggiunge: «Il Rito Emulation ha aggiunto altri macabri dettagli per gli spergiuri, ma, a ben sapere, la formula iniziatica del Grande Oriente nulla innovò rispetto a quelle delle antiche corporazioni» (p. 128).
Mola parla di radici “cristiane” della Massoneria del Settecento, ma precisa con grande onestà intellettuale che «il cristianesimo massonico […] non è quello della chiesa di Roma» (p. 580), poiché esige dai massoni «di riconoscersi solo nella religione sulla quale tutti gli uomini concordano» (p. 580).
Nell’edizione del 1999 di Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni (1082 pp.) del prof. Mola (con Prefazione di Paolo Alatri), troviamo dettagli interessanti, assenti dall’edizione del 2018. Qualche esempio. Nello studio di Maestri Venerabili di logge di provincia, sul finire dell’Ottocento, si potevano trovare «talora simboli satanici e orripilanti mostriciattoli a mo’ di Bafometti» (Mola, 1999, p. 268). Dal Mola (1999) apprendiamo che l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI), Giuliano Di Bernardo, denunciò alla Massoneria inglese la presenza di «riti osceni» e invocazioni al «Baphomet» all’interno del GOI (p. 810).
Il prof. Mola accenna a un massone occultista: il «Grande Iniziato Oswald Wirth, autore di dottissimi commentari ai Riti d’iniziazione e di conferimento degli aumenti di Luce» (p. 329). Mola accenna anche ad altri «grandi iniziati, quali Julius Evola e Giuliano Kremmerz» (p. 591) e a «l’insigne René Guénon» (p. 591), che definisce «uno spiritualista di tutto rispetto» (p. 683).
Segnalo anche la Prefazione elogiativa del prof. Mola al libro di Ugo Poli 33°, Massoneria iniziatica. La Via Scozzese (Atanor, Roma 1981, pp. 7-9). Poli spiega il carattere iniziatico ed esoterico del RSAA, dal 1° al 33° ed ultimo grado, ed apprezza molto il pensiero di René Guénon.
Termino con un ringraziamento al prof. Mola per aver contribuito a comprendere meglio la natura e l’essenza della Massoneria. (Fabio Cancelli)
fonte
https://www.corrispondenzaromana.it/la-storia-della-massoneria-in-italia-1717-2018-di-aldo-mola/