La tragedia dell’Arandora Star
Arandora Star, questo era il nome della nave che trasportava più di 1.500 internati civili di nazionalità italiana ed austriaca, ritenuti nemici dall’Inghilterra durante il secondo conflitto mondiale. Ma ciò non era: si trattava semplicemente di uomini-lavoratori emigrati che da anni vivevano nelle isole britanniche.
Gli italiani già emigrati in quelle terre del Nord Europa erano tantissimi. Alcuni di loro avevano raggiunto l’Inghilterra in seguito alla precaria situazione socio economica che si era determinata nel periodo post unitario (1861). Il fenomeno dell’emigrazione in Italia registrò un massiccio esodo verso l’arcipelago britannico anche nel periodo immediatamente successivo alla fine della prima guerra mondiale. Tanti furono gli Italiani che per scappare alla miseria si spinsero in Inghilterra alla ricerca di un lavoro che potesse dare loro tranquillità economica. Purtroppo durante il secondo conflitto mondiale, e dopo che l’Italia aveva dichiarato guerra anche all’Inghilterra il 10 giugno del 1940, tutta la tranquilla ed operosa comunità italiana ormai radicata e impegnata nelle molteplici attività, viene a trovarsi senza volerlo ad essere considerata dagli inglesi, come un gruppo pericoloso e addirittura un popolo di “spioni e da arrestare”. Al contrario quegli italiani svolgevano attività di ristoratori, commercianti, gelatai e operai che nulla avevano a che fare con la guerra. Addirittura molti di loro avevano prestato il servizio militare per gli inglesi. Da subito gli italiani furono imprigionati mentre alcuni riuscirono a fuggire e a far ritorno nei paesi di nascita. Tantissimi di quegli uomini fatti prigionieri furono caricati sull’Arandora Star. Una bella nave da crociera che gli inglesi requisirono alla compagnia di viaggi per le vacanze e che convertirono a mezzo di trasporto per gli internati che si volevano portare nei campi di prigionia in Canada. Partita dal porto di Liverpool fu colpita ed affondata da un siluro lanciato da un U-Boot della marina tedesca il 2 luglio del 1940, al largo della costa irlandese. I tedeschi avevano ritenuto quella nave un convoglio nemico, poiché non presentava nessun segno identificativo del trasporto di civili. Trovarono la morte tra i flutti del mare più di 800 internati e ben 446 di loro erano italiani. Tra le vittime tanti erano originari del Lazio meridionale e delle terre di confine. Molti di loro provenivano dalla Valle di Comino. Il maggior numero di questi erano nativi del paese di Picinisco: ben 18 morti. E poi ancora di Belmonte Castello, Casalattico, Villa Latina, Atina. Anche San Biagio registrò un morto. Si trattava del giovane Pietro Papa, nato a San Biagio Saracinisco il 2 ottobre del 1909, e già residente a Glasgow, in Scozia. Quest’anno, il 2 luglio, a ottanta anni dell’affondamento dell’Arandora Star, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare le vittime di quella immane tragedia. Ha inteso commemorare quelle morti innocenti esprimendo solidarietà e vicinanza ai loro discendenti. Anche se, trascorsi tutti questi anni, resta quella dell’Arandora Star una pagina con contorni oscuri nella storia fra Italia e Inghilterra. Il governo inglese, infatti, non si è fatto mai carico delle responsabilità di quella tragedia e dei tanti morti affogati a causa dell’affondamento dell’Arandora Star. Claudio Vettese
E poi i Tedeschi erano i cattivi…