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La “Vecchia ‘o Carnevale”, una figura storica del Carnevale Napoletano

Posted by on Mar 24, 2023

La “Vecchia ‘o Carnevale”, una figura storica del Carnevale Napoletano

La Vecchia ‘o Carnevale, qualcuno di voi l’ha più vista? In molti hanno perso le sue tracce, ma c’è. Le nuove generazioni ignorano totalmente sia mai esistita, eppure c’è. C’è sempre stata, e sempre calcherà il suolo della nostra città, finché ci sarà a Napoli una sola persona che terrà alla sua sopravvivenza. Di queste persone ce ne sono abbastanza da star tranquilli, ma è sempre meglio rinfrescare un po’ la memoria, per fare in modo che “abbastanza” si trasformi in “parecchie”.

Se si vuole che La Vecchia ‘o Carnevale sopravviva non basta indossarne i panni (particolarissimi, come vedremo a breve). Bisogna studiare per bene il suo personaggio, le sue movenze, e procurarsi una piccola band del tempo che fu, dotata di suonatori di triccaballaccoputipùcastagnelle, e canna. Non la trovate un’impresa praticabile? Non c’è problema, la soluzione è dietro l’angolo.

Al posto della mini orchestrina demodè, vi basterà assumere qualche suonatore di flauto, grancassa, e tamburello. Il minimo indispensabile per una tarantella che si rispetti, perchè è grazie al turbinio di una musica tanto movimentata, che la Vecchia ‘o Carnevale tornerà a divertire e scandalizzare tutti come ha sempre fatto, con la collaborazione indispensabile di Pulcinella.

La maschera della Vecchia ‘o Carnevale, maschera non è. Trattasi invece di metamaschera, una maschera nella maschera, e precisamente la maschera di una vecchia all’intero della maschera di Pulcinella. La Vecchia, per meglio spiegari, altri non è che Pulcinella a cavallo di una vecchia. Ci vogliono quindi due persone per realizzarla? E’ qui il colpo di genio: ne basta una.

Immaginate una persona vestita da Pulcinella, che deambula in posizione eretta. All’altezza dei fianchi, create due gambe posticce aperte, in maniera tale che sembri Pulcinella cavalchi qualcosa. Le gambe della persona travestita non avranno i classici pantaloni di Pulcinella, ma la gonna di un’anziana signora. E al suo cinto verrà posizionato il busto di quell’anziana signora, che sporge verso l’esterno come i piccoli di Alien in fuoriuscita dallo stomaco.

L’effetto è quello già anticipato: Pulcinella cavalca un’anziana signora. Le caratteristiche di questa signora un tempo erano standard ed intoccabili. Ad un volto segnato dal tempo si contrapponeva un fisico assolutamente giovanile, dotato anche di quell’anteriore resistenza alla gravità che tanto piace agli uomini, specie se abbondante.

Fate una rapida somma di quanto detto finora, e noterete un sorriso affiorare sul vostro volto: Pulcinella sembra cavalcare una vecchia, e al suono delle tarantelle più sfrenate, danza e si dimena all’altezza del bacino, producendo un’onda sussultoria che scuote la vecchia in tutte le sue componenti più appariscenti. Tutto chiaro no?

E non solo. Pare che per tradizione la cosa non sia abbastanza divertente se Pulcinella non accompagna queste sue “movenze” con sculacciate e parole irripetibili. Ci sarebbe da storcere il naso, per alcuni moralisti. Ma la spiegazione simbolica di questi gesti parla del desiderio comprensibile e condivisibile di riscatto e novità.

Pulcinella è ognuno di noi, nel momento in cui desideriamo liberarci delle negatività passate, dell’inverno che ci ha costretti a star fermi, quando la nostra vitalità spinge in tutt’altra direzione. Verso quel corpo giovane che è la primavera, e la rinascita ed il desiderio d’abbondanza, di fortuna, di buona sorte e prosperità.

fonte

https://www.vocedinapoli.it/2017/02/02/la-vecchia-carnevale-figura-storica-del-carnevale-napoletano/

2 Comments

  1. agostino mandaci uno studio da pubblicare, un saluto

  2. Plaudo per il revival ma desidero anche ricordare (soprattutto a chi è nato nel secolo passato) che era solita anche la passeggiata di Carnevale morto.
    Era un pò tetra ma faceva arte del folclore che, aimé, sta andando nel dimenticatoio.
    Rinverdiamo tute le usanze popolari che sicuramente faranno piacere a chi quei momenti li ha vissuti nella spensieratezza di una infanzia serena ed educata non solo con le parole, ma anche e soprattutto con gli esempi.
    Wiva Napoli, Wiva il folclore naspolitano e napoletano, Wiva ‘O Rre Nuosto!
    Agostino Catuogno (stagocat@yahoo.it) studioso e cultore della nostra lingua.

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