L’arroganza del potere e l’elefante di Carlo III di Borbone

Il potere, si sa, è arrogante. Chiunque arrivi ad occupare una qualsiasi postazione di gestione, di supremazia su altri, di facoltà di disporre e decidere, di colpo si trasforma. Le persone più disponibili e semplici diventano altezzose, scostanti. L’orgia del potere era il famoso titolo del film di Costa-Gavras.
Sul tema c’è un singolare aneddoto, una vicenda storica curiosa, testimoniata da uno scheletro visibile per anni al Museo di Scienze naturali di Napoli. Riguarda il regno di Carlo III di Borbone, di cui si è celebrato lo scorso anno il centenario della nascita. Nel 1738 al re, da quattro anni sul trono di Napoli e Sicilia, il sultano turco Maometto V regalò un elefante indiano. Era un esemplare bellissimo e forte. Non molti, prima di allora, avevano visto quel genere di animale. L’elefante, L’uomo visse un periodo di grande celebrità, gestiva un potere che non aveva mai avuto prima. Andava fiero di quell’animale, che considerava quasi cosa sua. Si arrogava il diritto di mostrarlo di nascosto a chi voleva. Spesso, ci ricavava mance da qualcuno che, in orari insoliti, chiedeva di vedere il fiero e grande elefante turco. Il caporale si sentiva personaggio importante nella Napoli di allora. E visse mesi intensi di ebbrezza.
Accadde però il non desiderato.
Gigi Di Fiore
pubblicato su
ilmattino.it
10 gennaio 2017