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Le donne di Victor Hugo, indimenticabili eroine dei romanzi del grande scrittore

Posted by on Giu 25, 2024

Le donne di Victor Hugo, indimenticabili eroine dei romanzi del grande scrittore

   Victor Hugo fu variamente ricordato nel 150° anniversario della sua nascita. Grandi festeggiamenti a Mosca e nell’Unione Sovietica Nella Repubblica popolare cinese la traduzione de “I miserabili” è stata diffusa in cinque milioni di copie. A Praga e in altre città delle democrazie popolari si sono avute serie di conferenze sulle opere e sull’eredità del poeta.

A Parigi cittadini di tutta la Francia  sono passati accanto alla tomba di Hugo,conservata al Panteon, coprendola  di migliaia di fiori Però nella stessa Parigi un giornale letterario cattolico pubblicava l’articolo di uno scrittore, il quale, usando la forma impersonale, certo parlava per se stesso e per pochi altri, quando scriveva:”Che cosa rappresenta oggi Victor Hugo per un francese ? E’ da dire qualche cosa sugli interessi  suscitati  dal poeta s u “Le lettere francesi”. Aragon chiedeva ai suoi lettori: “Lo  avete letto davvero Victor Hugo ?” e sottolineava gli aspetti ancora poco noti o addirittura sconosciuti delle sue opere. Appariva nello stesso tempo un libro che portava appunto il titolo di “ Victor Hugo, cet inconnu”, opera di Raymond Escholier. Si potrebbe pensare a qualche cosa, che, in forma più ampia, si presentasse assai simile, nelle intenzioni, allo articolo di Aragon. Niente affatto. Noi non lo abbiamo ancora visto, ma in un giornale italiano è apparsa una recensione piuttosto ampia, sotto un titolo altrettanto significativo :”Le donne di Hugo”.Qui, però, si cerchrerebbero inutilmente i personaggi femminili creati  dallo scrittore. E’ una lunga rassegna  di pettegolezzi, di  minuzie, di precisazioni su pettegolezzi e minuzie intorno ad  alcune infelicità domestiche.  Il libro può anche interessare, per i  chiarimenti che dà su vari episodi poco noti. Perà, a nostro parere, le donne di Hugo, quelle che veramente contano, sono le altre, quelle vive nelle pagine soprattutto dei suoi romanzi, se è vero – come appunto diceva il poeta – che “quelli che vivono sono quelli che lottano”. E queste eroine romanzesche hanno lottato, negli ultimi cento anni, dando un grande contributo alla lotta per la libertà femminile.

                                              Proteste viventi

   E’ da notare che fra questi personaggi non mancano i caratteri con una carica di perfidia, cervelli di ragni tenebrosi come li aveva preannunciati la letteratura europea da un secolo in giù.Ma si presentano appena e restano riassorbiti nel quadro generale di una narrazione. Di donne in prima fila, ne troviamo parecchie, Dea, Fantina, Esperalda, Cosetta, Subito esse assumono un complesso di caratteri fatti di generosità, di sacrificio, di dolore, che a ciascuna di esse attribuiscono un valore di protesta.

   Per uno scrittore, le cui opere sono gremite di simboli e i cui personaggi esibiscono quasi in ogni frase o battuta la loro bassezza o la loro virtù, ogni personaggio risponde ad una precisa visione del mondo. Al centro di una sua narrazione o anche nelle quotidiane osservazioni sulla realtà o nelle poesie  o nelle scene di teatro, Victor Hugo esprime un sentimento rispettoso, a volte ingenuamente cavalleresco, che, però, si ispira sempre giustamente al maggior carico  di obblighi, di persecuzioni, di sventure che natura e società hanno imposto alle spalle troppo fragili della donna.

   Guardiamo, tra tutte le opere, “I Miserabili”; E’ una visione multiforme del pimo Ottocento francese: il ricordo della Grande Rivoluzione è nell’aria. Si viene da un passato feudale e si va incontro ad un avvenire di giustizia. Ogni personaggio è una tesi vivente e su tutti predomina un senso pietoso per questa umanità che cerca una strada nuova. Il protagonista, se volete, è Jean Valjean, ma tutta la sua storia si dipana intorno a due figure femminili :Fantina, una madre infelie e degradata, e Cosetta, una figlia che sarà più fortunata, che andrà incontro  alla felicità del matrimonio e dell’amore, ma trascinandosi dal fondo dell’infanzia disgraziata un’impronta amara di Cenerentola. In queste due creature troviamo riassunto ed esaltato il tormento di numerose generazioni letterarie impegnate in una lotta di libertà. La prima immagine di donna perseguitata era apparso cento anni prima nel romanzo “Clarissa Harlowe” di Richardson. Da questa figura, ne erano derivate cento altre: un’immensa galleria di personaggi maggiori e  minori, che dominano il Settecento europeo e nel’atmosfera del successivo Romanticismo toccano il loro momento di maggiore fortuna.                                                      

Un quadro ricco

   Le pagine de “I Miserabili” allargano il campo di questa indagine. Fantine e Cosetta non sono due figure isolate, Non sono rese per quel tanto che esse rappresentano individualmente. Intortno troviamo altri aspetti del medesimo problema.

Ecco la monaca obbligata dalla regola di clausura a stare distesa un’intera notte sul pavimento di una cappella. E’ la visione di un attimo e lo scrittore indugia, poi, in una serie di osservazioni e di accuse contro le  forme sovrapposte al sentimento religioso. Ed ecco, invece, suor Simplicia, che con due menzogne si fa santa agli occhi dello scrittore e del l ettore,manifestando  una profonda sensibilità, che, di fronte agli eventi straordinari, le consente di sfuggire agli schemi nei quali ha sempre creduto. In una soffitta squallida ci troviamo di fronte alla vecchia Thénardier, che la miseria e l’abiezione hanno esasperata e indurita: ora è più pericolosa di una tigrenon si può quasi immaginare che un giorno lontano  possa essere stata una ingenua fanciulla innamorata del sole e desiderosa dei più semplici affettri. Come è differente sua figlia Eponina! E’ un altro angelo caduto, incerta tra la vita ignobile che le ha imposto la sua famiglia  e la luce che improvvisamente scorge nel suo amore per Cosetta. Anche in questo caso la natura angelica della donna non si smentirà e alla fine sarà proprio questo amore a riscattarla, quando sacrificherà la sua esistenza per salvare, in un episodio di lotta popolare, l’uomo che non l’ama.

   A questo punto, possiamo già chiudere la nostra rassegna.   Victor Hugo partiva da una premessa, che,oggi, considerata bene, presenta il suo lato di ingenuità. Per Lui la donna non era precisamente un essere dotato di umanità consueta. “Voi guardate una stella per due motivi: perché è luminosa e perché è impenetrabile. Ma avete vicino a vpoi una radiazione più dolce e in più grande mistero:la donna”. E persino quando si fermerà a considerare la condizione  e il destino delle traviate, egli riaffermerà la medesima convinzione :”La donna che non ha più pudore non vorrebbe avere amore, ed è impossibile. I riflussi del cuore sono fatali come qurelli del mare; le luci del cuore sono fisse come quelle della notte”.

                                       Angelo in catene

  1.    Angelo sempre, ma angelo in catene; dove, come ci si può essere una via di uscita per questa donna? La società deve riparare i suoi torti, deve preparare alla donna un annenire diverso. Ma certo non sarà la donna a levarsi da sola al di sopra della sua condizione. Le figure delle opere di Hugo alimentarono del loro contenuto di protesta  la rivoluzione femminile che ormai procedeva a passi di gigante. Ma non sono esse ad indicare e a neppure preannunciare un p:unto di arrivo: troppo in alto e troppo luminose, anche quando sono angeli delle tenebre; ma anche troppo umili  nella loro debolezza sottomessa  e, a volte, smarrite nella nebbia del sogno erotico. Non sono  ancora delle combattenti. Una figura come Louise Michel, Hugo non la concepisce ancora, o sarà per lui un’eccezione  intravvista sulle barricate , anche prima della Coune, sempre come un’eccezione, però.Queste eroine, però, di romanzo non solo alimentarono, per oltre cinquant’anni, la letteratura romanzesca, specialmente la successiva letteratura di appendice. Esse  dettero rilievo all’indifesa  debolezza della donna, come mai prima era avvenuto,permettendo a molte donne di riconoscersi , di acquistare coscienza di  sè e a contribuire a migliorare i rapporti sociali. Esse trovavano, dunque, le radici in una realtà, che, purtroppo,  ancora oggi, non è scomparsa interamente.Ecco perché, nonostante i limiti della concezione generale, che le ha ispirate, le eroine si presentano ancora vive nella memoria e nella commozione di tutti. La donna-angelo di Hugo non è certo la donna angelicata degli antichi poeti. Non è la donna-trastullo o donna-esaltazione. E’ una donna  scoperta nell’indagine sui fatti; è una donna che già si presenta alla ribalta della storia. Ed ecco perché bisogna che le donne ricordino questo poeta come uno dei più tenaci combattenti per la loro libertà, un poeta che seppe scandagliare, come nessuno, i recessi più nascosti dello spirito umano.

   Alfredo Saccoccio

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