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Le forze segrete che agiscono nella storia

Posted by on Dic 1, 2020

Le forze segrete che agiscono nella storia

Le forze segrete esistono e agiscono nella storia. Il semplice dinamismo delle passioni e degli errori umani non è sufficiente infatti a spiegare il processo rivoluzionario che da secoli aggredisce la Chiesa e la civiltà cristiana che da Essa è stata generata.

Questo processo è guidato da agenti, spesso occulti, ma reali. Il pensiero cattolico del XIX e del XX secolo ha sempre ricercato in maniera rigorosa e documentata, l’esistenza di questa trama, che può essere definita “complotto” o “cospirazione”, se con questo termine si intende l’esistenza di forze che raggiungono i loro fini in segreto e spesso con metodi illeciti e immorali. Mons. Henri Delassus (1836-1921) ha dedicato un importante libro a La conjuration antichrétienne: le temple maçonnique voulant s’élever sur les ruines de l’Eglise catholique (Paris 1910, 3 voll., con una lettera di prefazione del cardinale Rafael Merry del Val). Le società segrete che guidano la Rivoluzione, spiega Plinio Corrêa de Oliveira, hanno come mèta l’instaurazione di un’utopica “Repubblica Universale” in cui tutte le legittime differenze tra i popoli, le famiglie, le classi sociali, sarebbero dissolte in un amalgama ugualitario, confuso e ribollente (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Sugarco, Milano 2009, p. 117).

L’esistenza di questo “complotto” è confermata dai documenti pontifici e specialmente dall’enciclica Humanum genus di Leone XIII, del 20 aprile 1884 in cui il Papa denuncia il complotto diabolico della Massoneria, che ha come «l’ultimo e il principale dei suoi intenti, quello di distruggere da capo a fondo tutto l’ordine religioso e sociale quale fu creato dal cristianesimo e pigliando fondamenti e norme dal naturalismo, rifarlo a loro senno di sana pianta» (Enc. Humanum genus del 20 aprile 1884, ASS, vol. 16 (1883-1884), pp. 417-48). L’identità dei cospiratori può variare, ma il regista permanente del processo rivoluzionario è Satana, l’angelo decaduto, sempre ribelle e sempre sconfitto. I Papi e gli autori contro-rivoluzionari non mancano di mettere in luce l’essenza satanica della Rivoluzione, che apparentemente “costruisce”, ma in realtà distrugge. Essa mira a disfare l’opera della creazione e della Redenzione per costruire il Regno sociale del demonio, un inferno sulla terra che prefigura quello dell’eternità, così come il Regno sociale di Cristo, la Civiltà cristiana, prefigura il Regno del Paradiso celeste. In questo senso la Rivoluzione ha la sua essenza nel disordine, mentre la Civiltà cristiana è l’ordine per eccellenza.

Anche le vicende del coronavirus vanno analizzate in questa prospettiva di teologia della storia, ma a condizione di seguire la lezione dei grandi maestri del pensiero cattolico, che non hanno mai rinunziato al buon uso della ragione. Il pensiero ha delle regole fissate da una disciplina nota come logica. Oggetto della logica è, come spiega san Tommaso, l’attività della ragione (Commento agli analitici posteriori di Aristotele vol. I, I lect. 1.) La logica è un’analisi dei processi del pensiero per coglierne la struttura e le leggi nei diversi momenti. Tuttavia non è possibile conservare la logica senza l’aiuto della grazia. C’è dunque bisogno della grazia divina, che illumini l’intelligenza dell’uomo e rafforzi la sua volontà, affinché egli, con l’aiuto del soprannaturale, arrivi a fare ciò di cui la sua natura non è capace. Infatti, osserva ancora Corrêa de Oliveira, «anche se l’intelligenza è logica per natura, l’uomo non riesce mai ad essere completamente logico senza l’aiuto della grazia. Per due ragioni: in primo luogo, perché l’intelligenza umana non è infallibile, (…); in secondo luogo, perché l’uomo trova mille ostacoli interiori che si oppongono alla logica». «Quali sono questi ostacoli interiori? Succede spesso che la logica mostri delle verità spiacevoli, oppure dei doveri ardui, e in tal caso, la persona cerca di evitare la logica. Non c’è cosa più naturale al mondo. Si cerca di fuggire e di chiudere gli occhi davanti alla logica» (R. de Mattei, Plinio Corrêa de Oliveira, Apostolo di Fatima. Profeta del Regno di Maria, Fiducia, Roma 2017, pp. 30-31). La rinunzia all’uso della logica porta all’atrofia della ragione e al trionfo dell’immaginazione, che è una forma di pensiero che non segue regole fisse né legami logici, ma è spesso determinata da uno stato emozionale. L’immaginazione è un senso interno, il più nobile dei sensi interni, ma quello che più facilmente ci porta all’errore. Per comprendere a fondo una vicenda così complessa come l’esplosione della pandemia di coronavirus, è necessario utilizzare con attenzione lo strumento della logica, illuminata dalla fede. Occorre diffidare dai falsi maestri, provenienti dalle fila della Rivoluzione, che pretendono spiegare quanto accade, senza la luce della fede e facendo un cattivo uso della ragione. In Italia, uno di questi pessimi maestri, è l’aspirante filosofo Diego Fusaro, il quale, fin dall’inizio, ha preteso di spiegare il coronavirus, come un complotto occidentale contro la Cina comunista. Il 26 febbraio 2020, su RadioRadio, Fusaro affermava che l’ipotesi «che presenta maggiori punti di coerenza, è quella secondo cui c’è in qualche modo la longa manus statunitense in tutto questo. Questa ipotesi certamente prende le mosse dal fatto che il virus è partito dai laboratori della Cina, ma ci permette di capire che questo virus può essere stato fatto uscire tramite vari modi. Ma soprattutto questo scenario ci permette di rispondere a una domanda che altrimenti resta inevasa: a chi giova tutto questo? Di certo non giova alla Cina, che si trova oggi nella peggior crisi, in ginocchio proprio mentre stava trionfando sul piano economico e addirittura surclassando gli Stati Uniti d’America» (https://www.radioradio.it/2020/02/diego-fusaro-e-lorigine-del-coronavirus-di-cui-non-si-parla-guerra-batteriologica-errore-o-natura/).

L’8 marzo sulla stessa emittente RadioRadio, Fusaro affermava che «l’Italia negli ultimi due anni era il paese che più si stava avvicinando alla Cina sul piano economico, ricorderete la Via della Seta e la firma di Di Maio su quel progetto. Ciò destò le ire di Washington, che subito poté esprimere il proprio disappunto rispetto a quella vicinanza dell’Italia alla Cina. Guarda caso quali sono i paesi più colpiti? Cina, Iran e Italia. Non deve sfuggire il fatto che siano paesi non allineati rispetto a Washington, anzi, già da tempo nel mirino della monarchia del dollaro» (https://www.radioradio.it/2020/03/coronavirus-paziente-0-washington-fusaro/?cn-reloaded=1). Fusaro insinua dunque che gli Stati Uniti abbiano creato la pandemia per indebolire la Cina e i paesi a Lei vicini come l’Italia e alcuni del Terzo Mondo. Questo pseudo-ragionamento è fallace, non solo perché è stato clamorosamente smentito dai fatti, ma perché ha in sé stesso il carattere del sofisma. I fatti sono che la pandemia ha costituito una delle principali cause della sconfitta elettorale di Trump, e se qualche paese è in ginocchio dopo dieci mesi di coronavirus, oggi sono proprio gli Stati Uniti e l’Europa, mentre la Cina sembra uscire dalla crisi sanitaria non solo indenne, ma economicamente fiorente.

Il sofisma sta nel sostituire il nesso causale che deve caratterizzare ogni operazione della ragione, con un nesso di carattere puramente temporale, che si riassume nel noto sofisma Post hoc, ergo propter hoc (dopo di ciò, quindi a causa di ciò). Un sofisma che sostituisce l’ordine logico con quello cronologico, supponendo che se un avvenimento è seguito da un altro, allora il primo deve essere la causa del secondo. In realtà, una successione temporale è necessaria perché ci sia una relazione causale, visto che ogni effetto deve essere preceduto da una causa, ma questo legame temporale non è sufficiente a dimostrare nulla.

Fusaro, allievo di Costanzo Preve (1943-2013), teorico di Rifondazione comunista, è un neocomunista, che pretende liberarsi della analisi socio-economica di Marx, ma non rinunzia alla sua visione dialettica, fondata sulla negazione del principio di non-contraddizione. Ciò che preoccupa non sono le sue deboli tesi, ma il successo che esse sembrano avere negli ambienti conservatori e tradizionalisti che, anche senza riferirsi esplicitamente a lui, miscelano di fatto le sue teorie antiamericane con quella della setta anticattolica QAnonche afferma l’esistenza di un progetto criminale, architettato da un’élite globalista, per sottomettere, attraverso una dittatura sanitaria, l’umanità intera. Il coronavirus sarebbe solo una modesta influenza e le misure raccomandate dai governi progressisti o conservatori di tutto il modo, come il lockdown, le mascherine e il distanziamento sociale, sarebbero strumenti e simboli di questo complotto per annullare le libertà individuali, e infine sterminare l’umanità intera. Bisogna dire con fermezza che queste ipotesi non hanno nulla a che fare con la grande tradizione di pensiero cattolica che, quando parla dell’esistenza di una congiura anticristiana, suffraga ogni affermazione con accurate documentazioni e soprattutto non sostituisce mai la fede e la ragione con l’immaginazione. L’impressione che si ha è quella, talvolta, di trovarsi di fronte a fenomeni di dissonanza cognitiva (https://it.wikipedia.org/wiki/Dissonanza_cognitiva), dove la realtà è deformata da una condizione emotiva, o di apofenia (https://it.wikipedia.org/wiki/Apofenia), uno stato psichico che spinge a stabilire connessioni significative tra eventi privi di ogni relazione causale.

Per combattere il “complotto” bisognerebbe abolire ogni forma di protezione e distanziamento sociale? Gennaro Malgieri, che ha annotato in un lucido diario la storia dell’invasione del coronavirus, osserva giustamente: «sono francamente ridicoli coloro i quali contestano il solo sistema protettivo che abbiamo a disposizione, ma si guardano bene dall’indicarne uno alternativo» (Sotto il segno del pipistrello. Dentro la pandemia. Un diario, Fergen, Roma 2020, p. 14).

La conservazione della vita è il principio fondatore di ogni comunità e chi deve tutelare questo principio è colui che decide sullo “stato di eccezione”. «Messo in discussione tale principio, è fin troppo facile che si aprano la via della dissoluzione sociale» e che ci si consegni «al caos permanente alla ferocia innescata dal rifiuto della legalità e della legittimità» (ivi, pp. 147-148). Non c’è dubbio che le forze segrete, che agiscono ed operano, cerchino di sfruttare a loro vantaggio la situazione di emergenza in cui si trova l’umanità, certamente voluta da Dio, perché, come insegna sant’Alfonso de’ Liguori, «tutto ciò che accade, accade per volontà di Dio» (Dell’uniformità alla volontà di Dio, Roma 1874, p. 12). Ma la Divina Provvidenza, che sempre guida la storia, volge il male al bene e oggi proprio questa situazione di emergenza può favorire la battaglia dei difensori dell’ordine cristiano. Mai momento storico è stato così propizio per svolgere una critica serrata del processo rivoluzionario e mostrare che non c’è altra soluzione possibile del ritorno all’ordine naturale e cristiano. Le epoche di quarantena sanitaria, che tante volte l’umanità ha vissuto nella sua storia, sono epoche in cui l’anima non deve cadere sotto il dominio della fantasia, ma deve affermare il primato della ragione e della volontà, elevando lo sguardo a Dio, come insegnava san Paolo della Croce: «Statevene solitari più che potete anche col corpo, affinché le creature non vi rubino il raccoglimento» (Lettere, Roma 1924, vol. II, p. 509); «Dio vi vuole nel deserto della più profonda solitudine, per parlarvi parole di vita, e insegnarvi la scienza dei santi» (ivi, vol. III, p. 515). 

Roberto de Mattei

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