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LE MEMORIE DEI MIEI TEMPI PER SALVATORE COGNETTI GIAMPAOLO

Posted by on Dic 11, 2018

LE MEMORIE DEI MIEI TEMPI PER SALVATORE COGNETTI GIAMPAOLO

Siamo nel 1874, tutte le illusioni sull’antico reame delle Due Sicilie si sono consumate – il brigantaggio è stato battuto, Venezia è stata sottratta agli austriaci, Roma al Papa.

Cognetti non fa sconti a nessuno e descrive la caduta del Regno e l’atteggiamento delle classi dominanti meridionali nei confronti della casa reale, prima e dopo la caduta.

Vi consigliamo di porre attenzione particolare al suo viaggio in Calabria, una missione affidatagli da Liborio Romano, durante la quale rischiò di perdere la vita.

Riportiamo un brano che ben descrive l’opposizione che egli fece al nuovo regime:

“Partito Francesco II, mi posi al posto d’un attento osservatore. E dissi a me stesso, poiché è assurdo nelle fata dar di cozzo, e bisogna subire il fatto compiuto quasi con il beneplacito europeo e con il concorso potente dei governi di Londra e di Parigi; vediamo, se veramente questi repubblicani e questi murattisti siansi convertiti all’unità italiana, vediamo, se con un governo saggio, provvidenziale, giusto, indipendente essi dimostreranno ai popoli d’Italia ed all’Europa, che essi vengano davvero rigeneratori e riparatori degli errori dei governi caduti, tra cui quella famosa negazione di Dio del Reame delle Due Sicilie.

Osservai, e vidi troppo sollecitamente ciò che ho narrato nel Capitolo IX.

L’opinione, la coscienza pubblica, che io non perdeva di mira, si pronunziavano contro i sistemi politici, amministrativi e finanziari del nuovo governo, e cominciarono a manifestarsi col mezzo della stampa.

Così si videro spuntare diversi giornali conservatori, come l’Aurora, il Flavio Gioia, il Monitore, l’Ape Cattolica, la Stella del Mattino, l’Eco di Napoli, la Tromba cattolica ed altre effemeridi, che non ricordo; ma le passioni politiche ribollivano ancora; e questi arditi periodici, appena nati, erano spenti, meno per ire fiscali, quanto per violenza partigiana.

Mi avvidi, che già profondamente disgustati erano i democratici, rimasti sul terreno, essendo passato il potere tutto nelle mani dei moderati, che chiamarono Consorti, dipendenti ciecamente dal Conte di Cavour e dal Bonaparte. “

Uno dei bersagli principali fu Napoleone III, da lui ritenuto il vero artefice della caduta del Regno. A nostro modesto avviso non ha tutti i torti, anche se negli ultimi anni l’attenzione del revisionismo storiografico si è indirizzato contro la “perfida Albione” le responsabilità della Francia sono evidenti a chi conosca minimamente i fatti.

Basti dire che la flotta francese si pose di fronte a Gaeta non a garanzia dei regnanti borbonici quanto per dissuadere la Russia dall’intervenire.

Buona lettura e tornate a trovarci.

Zenone diElea – 7 ottobre 2018

fonte

https://www.eleaml.org/ne/stampa2s/01-1874-cognetti-memorie-dei-miei-tempi-2018.html

https://www.eleaml.org/ne/stampa2s/01-1874-cognetti-memorie-dei-miei-tempi-2018.html

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