LE ORIGINI DELLA CASTA – Il Risorgimento del malaffare
Nell’Italia di oggi si fa un gran parlare della “casta”, e se ne descrive con dovizia di particolari il malcostume e le conseguenze di questo sulla vita della nazione.
Ma nessuno indaga l’origine della “casta”. Quando nasce e quando il suo modo di gestire la cosa pubblica ha cominciato a martirizzare l’Italia. Andando a ritroso nel tempo si scopre che la casta nasce con l’Italia unita, e in questi 150 anni ne ha sempre accompagnato le vicende.
Gli anni del Risorgimento sono un incredibile susseguirsi di scandali, ruberie, crimini, sperperi. Un nuovo paese viene costruito a forza, strangolando libertà e autonomie. Ci si appoggia alla mafia al Sud, si commissionano delitti al Nord. Poi, per sistemare tutti coloro che hanno partecipato all’impresa, si regalano incarichi, stipendi, gratifiche ad amici e conoscenti.
L’Italia che ne viene fuori è un piccolo mostro. E a guidarne i primi barcollanti passi sono uomini senza scrupoli, incapaci, corrotti. I garibaldini per furti e sciupio sono paragonati ai vandali. Garibaldi definisce i parlamentari italiani «epuloni governativi», e ancora molti anni dopo Salvemini chiama Giolitti il «Ministro della malavita».
Nulla è cambiato. Gli errori commessi allora ci perseguitano ancora oggi, irrisolti. La classe politica è ancora corrotta, la malavita organizzata sempre attiva, sprechi e favoritismi continuano a scandalizzarci, la fama d’inefficienza ci accompagna ovunque.
Negli anni del Risorgimento la morale si è congedata dalla politica. La corruttela si è fatta sistema, ha impregnato ogni fibra della nuova entità statale, è diventata normale, necessaria. È nata una vera e propria casta, incapace di gestire la cosa pubblica, immorale, avida, intrisa di benefici, e apparentemente inamovibile… Bianchini Braglia
non c’è dubbio che la soppressione del Regno delle Due Sicilie e la spogliazione e la repressione che ne seguirono sono il falso più deleterio sul quale si è voluto fondare la disastrosa unità d’Italia… nessun intervento, figuriamoci quello posticcio e illusorio proposto oggiAggiungi un appuntamento per oggi da Di Maio, come un obolo da mendicanti, può rimediare al danno fatto…
Perché mai non si affronta pubblicamente la questione e non si elabora una soluzione radicale che affronti le amare verità e le ingiustizie storiche, non mettendoci delle pezze ingiuriose che mai risolveranno il problema, ma articolando un percorso di ricostruzione per rimediare ai danni fatti da un’unità forzata, ed arrivare in un tempo ragionevole alla già prospettata confederazione che sarebbe stata l’unica strada plausibile per un assetto moderno di questa nostra penisola!…
Stati indipendenti e sovrani! che vogliono convivere e prosperare nel territorio più bello e più ricco del mondo!