Lettera di Erminio De Biase del 30 marzo 2011 a Lucy Riall
Per il 150 anniversario dell’unità d’Italia certuni hanno ritenuto di doversi sbizzarrire,e ne hanno inventate di tutti i colori. Abbiamo dovuto sorbirceli per forza tra tv,giornali e manifestazioni varie, celebrati unicamente in quelle che furono i centri propulsivi della benefica azione òpolitoc-militare.
Tra le tante sciocchezze, abbiamo dovuto sopportare quelle delle trasmissioni televisive assemblate dal giornalista Piero Angela(quello, per intenderci, al quale finora sono state conferite ben 8(otto)lauree honoris causa! Ovviamente di suo sa poco o niente, perchè sono sempre i consulenti e gli “esperti”, invitati in trasmissione a parlare, lui fa da spalla e ogni tanto ridacchia d’intesa con l’ospite, specialmente quando le sparano più grosse del solito. Tra gli ospiti eccellenti invitati per celebrare scientificamente i fasti risorgimentali primeggia la professoressa Lucy Riall,che parla italiano con un accento alquanto comico .A costei uno storico italiano,Erminio De Biase,ha indirizzato la lettera che segue:
“Esimia Professoressa,
mi dice, per cortesia, come fa, in televisione, in così poco tempo che ha a disposizione, a dire tante sciocchezze sul cosiddetto risorgimento italiano? Mi spiega, sempre per cortesia, come fa ad avere la spudoratezza di affermare che l’economia meridionale ha tratto vantaggi dall’unificazione italiana?Lo sa che ci vuole una bella faccia tosta per affermare simili panzane? Ha citato come esempio Catania: bene, trovandosi in zona perché non ha nemmeno nominato Bronte dove, per difendere i propri interessi dai contadini illusi dalle promesse di Garibaldi, i suoi conterranei (ducea di Nelson) sollecitarono prontamente il biondo eroe dei due mondi, a provvedere con fucilazioni immediate? Ed il burattino in camicia rossa prontamente ubbidì. Perché non parla mai della spudorata protezione che la Mediterranean Fleet di S. M. britannica continuamente assicurò al nizzardo da Marsala e fino alla battaglia del Volturno? Forse perché, se lo facesse, dovrebbe poi spiegare che tutta l’epopea risorgimentale non fu altro che un’immensa cortina fumogena sollevata principalmente per nascondere un’immensa operazione voluta, garantita, protetta e, soprattutto, sovvenzionata dalla massoneria inglese per salvaguardare gli interessi commerciali britannici nel Mediterraneo e oltre?
Ed inoltre, lei ha affermato che:
- Mazzinicontattò Garibaldi perché era venuto a conoscere le sue imprese in Sud-America:FALSO! Garibaldi era già mazziniano quando scappò in Sud-America!
- Lei ha paragonato Garibaldi a Che Guevara: FALSO! Garibaldi fu al servizio degli interessi dei liberalmassonici, il Che, al contrario, visse e morì per il popolo!
- Garibaldi era anche un politico. FALSO! Non ha mai capito niente di politica!
- L’Inghilterra aiutò il risorgimento solo per amore verso l’Italia: FALSO! La Gran Bretagna pensava solo ai propri interessi e, una nazione “amica”, governata da confratellimassoni, avrebbe fatto il suo gioco!
Garibaldi nel 1860 era depresso perché era venuto a sapere che la fresca sposina era “innamorata” di un altro. FALSO! La sposina non era, poi, tanto fresca perché era incinta di una altro! Era altresì depresso perché Nizza era stata ceduta alla Francia: FALSO! Se così fosse stato, egli -da eroe impulsivo qual era- sarebbe corso a Nizza e non in Sicilia, come invece gli fu ordinato (cfr Laurence Oliphant)!Leggendo la storia di Garibaldi, si è divertita: ma dove l’ha letta, su Topolino?
Se dunque, tutte queste cose, lei non le sa, le approfindisca, colmando così la sua ignoranza in materia, ma se, invece, le conosce bene e le tace per puro opportunismo, mi faccia allora la cortesia, prima parlare del mio Paese, di studiarsela bene la Storia, prima di inventarsela, così come si inventa i suoi eroi!
La saluto cordialmente”.
Erminio De Biase
CV Lucy Riall
Born 1962, 1988 PhD in History at the University of Cambridge; since 1994 Professor in History, Birkbeck University of London; since 2003 Editor, European History Quarterly; 2003-2004 École Normale Supérieure, Paris, France, Professeur invité, Freie Universität, Berlin, Germany Berliner Kolleg für Vergleichende Geschichte Europas, Visiting Professor; 2005-2006 The Leverhulme Trust, Research Fellowship; 2007-2008 Université de Paris Est, France, Professeur invité; since 2007 Member, Faculty of Archaeology, History and Letters, British School at Rome; since 2007 Laboratoire Jean-Baptiste Say, Université de Paris Est, France, Chercheur associé; 2008 The British Academy, Overseas Conference Grant; 2009-2010 Fellowship FRIAS School of History.
E’ ovvio che con un simile CV questa persona viene presa come oro colato dalla RAI TV per tutto ciò che dice, come accade per i nostrani Lucio Villari e Alessandro Barbero che, periodicamente invitati, ci dilettano con le loro esegesi storiche e con i loro aneddoti: l’audience è assicurata.
L’esimio prof. Barbero(docente di storia medievale a Vercelli) è stato a Biella insieme al prof. Stefano Bruno Galli(docente di storia delle dottrine politche a Milano).Erano stati invitati per il Pugilato letterario, nell’ambito della stagione culturale di Città Studi. Moderatore una specie di barman. A latere un’altra persona che ogni tanto farfugliava qualcosa di inutile dimostrando una grande ignoranza,come quando ha affermato di ignorare l’esistenza di migliaia di fuoriusciti politici meridionali a Torino a metà ‘800!L’argomento della sfida era “L’unità d’Italia“, a favore della quale parlava il Barbero e, invece, contro il Galli. Il bello è stato sentire il Barbero affermare che all’Inghilterra non importava nulla dell’Italia, stato periferico senza alcuna importanza! Ergo, dobbiamo dedurre noi poveri ignoranti, l’Inghilterra, la marina militare inglese, la massoneria inglese, Palmerston, Gladstone e tali non interferirono minimamente col processo risorgimentale italiano. Consiglio al prof. Barbera di continuare a coltivare i suoi studi medievali e di lasciar perdere il risorgimento, dove scivola continuamente obbligandoci a esilaranti risate! Del resto chi ha letto le note precedenti si sarà reso conto di quanto interferirono le potenze straniere e, in particolare, l’Inghilterra nel processo di unificazione della penisola, che interessava non tanto per fini politici, morali e culturali, ma soprattutto per motivi economico-commerciali, strategici(altro che paese periferico di nessuna importanza!),geografici.Compatisco coloro che studiano con questi professori buoni solo a fare battute e a snocciolare le loro esegesi personali come dei robot(mi fanno venire in mente alcuni looro colleghi che sono diventati, casualmente, in Italia, presidenti del consiglio dei ministri!).
fonte
italozamprotta.net