Alta Terra di Lavoro

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LETTERA SUL SATYAGRAHA Al mio popolo duosiciliano

Posted by on Giu 9, 2019

LETTERA SUL SATYAGRAHA Al mio popolo duosiciliano

Non mi sembra che siamo ancora pronti per il satyagraha, la lotta nonviolenta di liberazione. Ma possiamo almeno cominciare a parlarne.
Praticare la noncollaborazione e la disobbedienza civile, sostenendo i sacrifici necessari e accettandone le conseguenze repressive che potranno provocare, è un metodo in grado di scalfire lo strapotere del Nord Italia che, pesantemente, ci toglie il respiro e che trova, oggi, la sua manifestazione più meschina e ingiusta nel progetto della cosiddetta autonomia di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

I settentrionali ci accusano di essere un giogo sulle loro spalle, in realtà siamo noi che facciamo quadrare i conti del Nord: acquistando le sue merci, andandoci a curare nei suoi centri specializzati, mettendo il denaro nelle sua banche, accendendo polizze con le sue compagnie di assicurazione, iscrivendo i giovani nelle sue università, fornendo soldati per le guerre utili soprattutto al sua sistema economico. Noi siamo, insomma, il loro forziere da cui estrarre energie umane e naturali, ricchezze, braccia, cervelli. Siamo la grande riserva del Nord, di cui esso non sa fare a meno e che perciò vuole mantenere sotto il suo controllo. Il recupero della libertà delle nostre Due Sicilie cozza frontalmente con gli interessi del Nord e con quelli dei nostri rappresentati politici ad esso asservitisi.

Il legittimo malcontento della popolazione duosiciliana, per le condizioni di povertà e la carenza di servizi, non deve essere più rivolto verso se stessa, in un bagno di colpevolezza e vergogna che ci hanno insegnato opportunisticamente a compiere, ma verso il reale artefice del nostro penare: l’Italia colonizzatrice, le cui ingiurie noi portiamo ogni giorno sulla pelle da oltre 150 anni.

Dobbiamo, dunque, prendere coscienza della debolezza del sistema coloniale –che ha bisogno della nostra collaborazione per restare in piedi- ed unirci nella lotta per la libertà. Superiamo la sottomissione e il senso di inferiorità verso i colonizzatori italiani! Ma oltrepassiamo anche l’alienazione di credere che l’Italia unita sia un valore a qualsiasi prezzo, e abbandoniamo l’opportunismo di metterci alla tavola dei padroni per ottenere una fetta del loro bottino.

Davanti alla nostra noncollaborazione e disobbedienza civile, useranno la repressione: impariamo, allora, a trasformare la debolezza delle apparenti sconfitte in una posizione di forza. Come i fiori fanno col vento: le lacrime del loro sacrificio sono il polline fecondo che porta frutti di cambiamento, sparso proprio dal vento mentre imperversa. Alla fine questi troverà più conveniente smettere di soffiare, comprendendo che la sua impetuosità si ritorce contro se stesso.

Dobbiamo intraprendere la lotta di liberazione coniugandola con la rivendicazione della nostra identità e plurisecolare unità, puntando ad un modello di comunità e di sviluppo che sia totalmente diverso da quello, violento, razzista e inquinante, che il Nord pretende ancora oggi di imporci e farci apprezzare.

Antonio Lombardi

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