L’illustre storia dei Borbone ed il significato di “borbonico” ieri ed oggi
Quando sentiamo parlare dei Borbone le prime cose che ci vengono in mente sono Napoli e il Regno delle Due Sicilie, ma molti ignorano il fatto che la famiglia dei Borbone è una delle più antiche ed importanti casate d’Europa.
Di origini francesi, è un ramo cadetto della dinastia dei Capetingi (fondata nel X secolo da Ugo Capeto dopo la morte dell’ultimo re carolingio) che ereditò il trono di Francia nel 1589. Il nome “Borbone” deriva dal feudo di Bourbon-l’Archambault che il capostipite della famiglia, Roberto di Clermont, incorporò sposando nel 1279 Beatrice, figlia dell’ultima feudataria di quella regione. Insieme a quella degli Asburgo d’Austria, con la quale fu spesso in lotta, è stata una delle principali casate reali d’Europa dal Cinquecento in poi. Inoltre è stato il regno più esteso, dato che i suoi esponenti hanno occupato vari troni, da quello di Francia a quello di Spagna, Navarra, il Regno delle Due Sicilie, i Granducati di Toscana e Parma.
A questa famiglia appartennero alcuni sovrani d’eccezione e che influenzarono di più le vicende storiche dei loro paesi. Come dimenticare il celebre Re Sole, Luigi XIV di Francia? E poi Enrico IV, Filippo V di Spagna, Carlo III e Ferdinando II. Tutt’ora i Borbone occupano il regno di Spagna e del Lussemburgo.
Oggi il termine “borbonico” non sta ad indicare solo ciò che ha a che fare con la famiglia dei Borbone, ma viene usato in senso dispregiativo, denigratorio. Tale aggettivo fu coniato più di cent’anni fa per celare le crudeltà belliche e le malefatte politiche fatte ai danni del popolo meridionale, nonché l’inefficacia della pubblica amministrazione della neonata Italia. L’aggettivo borbonico viene usato per indicare i lati peggiori della burocrazia, sinonimo di “farraginoso, inefficiente, indolente, gerarchico“. Ma non tutti sanno che prima dell’unificazione dell’Italia era proprio il Regno delle Due Sicilie ad avere i migliori ordinamenti amministrativi, lo stesso vale per quelli finanziari, per la procedura penale, per la pubblica istruzione e per la beneficenza.
Inoltre i ministri della Tesoreria borbonica non saltarono mai alle cronache per aver causato imbrogli, addirittura gli amministratori delle province uscivano dalla carica poveri, mentre è opportuno ricordare che furono proprio i ministri dell’Italia Unita ad inciampare nei primi scandali bancari.
Claudia Ausilio
fonte
vesuviolive.it