L’Italia non esiste, ma gli italiani ci sono da sempre
Animali sociali strani, questi italiani. Così diversi ma così uguali.
Sul 1861 possiamo dire tanto e anche di più: l’Unità la volevano più o meno tutti, tranne il popolo. E allora, secondo qualcuno molto importante, bisognava “farli” questi italiani, dopo aver ingegnerizzato e assemblato “l’Italia”.
Eppure esiste da millenni: uno stivale ficcato lì, nel mezzo al Mare nostrum, quel Mediterraneo culla della civiltà e forse del mondo, per come lo conosciamo noi.
Lo storico e saggista Loreto Giovannone parla dell’Unità come “Primo Grande Reset”: la guerra di annessione sabauda per conto terzi, il Regno dei Borbone annientato e saccheggiato, il ricco Meridione condannato al sottosviluppo e alla sopravvivenza; a serbatoio di manovalanza e intelletto a basso costo, per arricchire un nord che oggi è colonia industriale della Germania euroatlantica.
Animali sociali strani, questi italiani. Che per secoli hanno insegnato al mondo cos’è la Cultura, anche quella del comando. Divide et impera e Panem et Circenses. Da Roma antica a Londra, fino alla Washington contemporanea, il passo è enorme, ma anche breve. Se la Grecia ci ha insegnato a Pensare, l’Italia ci ha insegnato a subire il Potere.
E purtroppo è così. Costretti in una prigione dorata fatta a stivale, dove c’è tutto il ben di dio del mondo, arenato nella Storia: pesa troppo, talmente tanto da cristallizzare sempre ciò che è, negando perennemente spazio a ciò che invece potrebbe essere.
Se Roma era Caput Mundi, oggi non è detto sia diverso. Anche se noi non ce ne accorgiamo. Siamo sconfitti, occupati, colonizzati, depressi – al solito – e convinti a non muovere paglia che dio (o il Principe di turno) non voglia.
Chissà com’è vivere in una nazione che può bacchettare una multinazionale, esercitare politiche autonome e indipendenti per il proprio popolo. Magari non esiste da nessuna parte, forse non c’è mai stato, un Paese così.
Chi è di qui, non può saperlo, perché non l’ha mai vissuto. Ed è impossibile. Anche solo pensarlo.
Quale indipendenza? E da chi?
Il Paese più bello, gestito dai peggiori. Agli ordini, occupato e colonizzato non dai forti, ma dai più prepotenti.
Animali sociali strani, questi italiani. Così diversi, così omologati; così individualisti ma pacifisti; Passivi, ma creativi. Indolenti, ma appassionati; tanto istrionici, quanto ipocriti. Adattivi.
I più ingegnosi del mondo, tanto da farsi inventare un’Italia altrui che non è mai esistita.
Ma gli italiani ci sono da sempre.
Jacopo Brogi
fonte
Assodato che l’Italia esiste perché ci viviamo noi “italiani”, mi domando: chi la ha dato il nome per primo?… e si riferiva all’intera penisola o a una parte di essa?… ecco, a parte tutte le considerazioni che andiamo facendo, e non da ora ma da secoli, dove si trova la sua più antica denominazione/citazione?… scusate la curiosità da smemorata vacanziera… io, fra l’altro, sarei veneta e precisamente “cadorina” di origine… tutti altrove se non emigrati dopo l’annessione… grazie. caterina