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L’opera di revisione storica nelle considerazioni dei detentori del sapere

Posted by on Mar 8, 2020

L’opera di revisione storica nelle considerazioni dei detentori del sapere

Il notiziario telematico della Rete di Informazione del Regno delle Due Sicilie  n. 036 del 6 marzo 2020 riporta una contestazione del Prof. Gennaro De Crescenzo al Prof. Alessandro Barbero, che il giorno 29 febbraio c. a.. invitato dal Centro Sociale Ex Opg, è stato a Napoli per un convegno in cui, inevitabilmente, la discussione è scivolata sui “neoborbonici” e tutte le “leggende truffaldine” che costoro – in massima parte non storici di professione che possono poggiare le proprie tesi sulla titolarità di una cattedra, preferibilmente in storia moderna o contemporanea – vanno diffondendo sul Risorgimento e l’unità d’Italia.

     Siamo alle solite, e il copione si ripete senza la minima variazione! Ciò che sostengono i titolari di cattedra, ossia gli storici professionisti che per opportunismo o per convinzione hanno deciso di avere una visione preconcetta della storia, deve essere accettato con la stessa docilità di un dogma, mentre quello che dicono gli altri è da considerarsi semplicemente un’ eresia, anche se entrambe le categorie si trovano ad analizzare uno stesso documento E’ come se un semplice minatore, impegnato nella ricerca di metalli preziosi, trovasse una pepita d’oro, ma, non essendo un perito, il metallo della  pepita perde, sic et simpliciter, la sua nobiltà! Eppure, se da alcuni anni è in atto un processo di revisione dei fatti che hanno preceduto, accompagnato e seguito la storia italiana degli ultimi due secoli circa, revisione che ha messo alla luce davvero leggende così “truffaldine” da sfidare addirittura le esagerazioni della mitologia, ciò lo si deve non certo all’opera degli storici professionisti, ma proprio a quei ricercatori che, non avendo posizioni da difende e  venendo spesso ostacolati nelle proprie ricerche, sono riusciti a far luce su una delle pagine più squallide della nostra storia, dove nessuna delle figure proposte come esempi di virtù, correttezza, coraggio o eroismo ha mostrato di essere degna del vestito cucitogli addosso da esperti sarti, e nessuno degli eventi trasmessi per atti di eroismo può  fregiarsi dell’immeritato alone epico di cui è stato circondato. 

     Consideriamo la proditoria invasione del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno Sardo, che, per la sua scorrettezza e il mancato rispetto delle più elementari regole di guerra sedimentatesi nel corso dei secoli, ha superato perfino il comportamento delle orde barbariche dei secoli bui della storia dell’uomo. L’invasione è stata preparata da un gruppo di persone che possiamo definire “registi”(Palmerstone, Gladstone,Napoleone III, Cavour, Vittorio Emanuele) e da centinaia di migliaia di altre che hanno rivestito il ruolo di protagonisti (Contessa di Castigline, Garibaldi), comprimari (Bixio,d’Azeglio, Farini), comparse (Bertani, Bombrini, Rubattino), manovalanza in genere (le truppe impiegate nella repressione del brigantaggio). I registi, se forniti di un minimo di senso morale, non potevano ignorare che stavano dando avvio ad un’azione che la storiografia contemporanea e successiva, se non fosse stata inglobata nel sistema, non avrebbe potuto che definire ignobile.(Si vedano a queste proposito le lettere di Gladstone sul sistema carcerario duosiciliano successivamente dichiarate false dallo stesso autore, le lettere di rassicurazione di Napoleone III e di Vittorio Emanuele al caro “cugino” Francesco II; quelle di Cavour al Persano nei confronti di Garibaldi, che pubblicamente veniva condannato e privatamente veniva spronato e aiutato ad effettuare lo sbarco, prima tappa della conquista di tutta la penisola).

     Ora, se la conquista di tutto il resto d’Italia da parte del Regno sardo, per la segretezza con cui è stata architettata e per la sregolatezza con cui si è svolta,  può essere assimilata in tutto ad un reato, tutte le persone che vi hanno preso parte sono correi. E’ mai possibile, quindi, a rigore della sola logica e non dell’etica, elevare un reato a nobile azione  epica e i suoi autori ad eroi?

     Abbiamo fatto svolgere il ragionamento  solo per linee generali, e solo per dimostrare, senza ricorrere a sofismi o ad artifici retorici, che se la storia del nostro Risorgimento è infarcita di “leggende truffaldine”, gli autori vanno ricercati unicamente tra quelli che dal 1860 ad oggi si sono arrogato il diritto di scriverne.

      Con ciò non vogliamo cadere nello stesso errore di presunzione che lamentiamo nei confronti di questi ultimi, pretendendo che la verità abiti solo presso di noi. Ribadiamo solamente che, leggendo senza preconcetti quanto da più fonti viene tramandato sui “padri della patria” e su tutta la “famiglia allargata” che si è andata formando nel tempo, sia la vita pubblica che quella privata di tutti gli “eroi” del Risorgimento (Cavour, Pisacane, Cosenz, Garibaldi, Vittorio Emanuele, ecc.) non ha niente di edificante e di moralmente esemplare, così come  gli atti di violenza gratuitamente inferti alle popolazioni assalite che sono stati di tale ferocia da far accettare senza inorridire perfino le raccapriccianti scene di “Soldato blu”.

Castrese Lucio Schiano – 06.03.2020

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