LUIGI GIANNI CINEMA DELL’ESSERE
come ci dice ANNAMARIA della Libreria Neapolis il seguente documentario LUIGI GIANNI che è un documentarista napoletani tra i migliori in circolazione ha affrontato tematiche sociologiche ed antropologiche legate alla religiosità popolare nel sud. una delle figure come al solito apprezzate all’estero ma semisconosciute in italia.
Docu-video per e con Luigi Di Gianni. Filosofo, antropologo, regista. È definito il filosofo della macchina da presa ed è uno dei massimi registi e documentaristi italiani. Uno straordinario impatto antropologico segna i suoi film che esplorano l’intreccio tra ritualità magico-religiosa e Cattolicesimo nell’Italia meridionale, la fatica e la dignità del lavoro, la fragilità dell’uomo soggiogato dalla forza degli eventi.
L’affabulatore Luigi Di Gianni
Domenico Sabino
Come lo stesso Di Gianni afferma, i suoi documentari «sicuramente possono rappresentare alcuni aspetti del mondo contadino filtrati attraverso una mia particolare sensibilità che mi porta a prediligere certe atmosfere tese e rarefatte, alle cose ‘normali’, ‘naturalistiche’».
Accomunati dal tema dell’Essere dell’uomo al mondo e nel mondo, essi richiamano l’Esserci al mondo di Ernesto de Martino e l’Esserci davanti al mistero della morte, di derivazione heideggeriana.
Il fil rouge è de/narrato dall’interpretazione di Antonella Morea di brani poetici tratti da opere di Hans Magnus Enzensberger, Amelia Rosselli e del sottoscritto. In tal modo si crea un particolare connubio tra le immagini e le parole di Luigi Di Gianni e dell’attrice, in un percorso che attinge a una pluralità di idiomi e codici espressivi. Il docu-video si sviluppa dunque su più piani comunicativi, ciascuno con una propria autonomia espressivo-concettuale che dà vita a un excursus video-poetico alogico imperniato sul concetto di polisemia e polifonia, attuando la sperimentazione di linguaggi espressivi differenti che incrociano i brani dell’intervista con immagini filmiche e poetico-drammaturgiche.
Dal Documento-Film al Cinema dell’ESSERE (dalla prefazione)
Gianfranca Ranisio
Il docu-video si apre con immagini relative agli ex voto, al culto napoletano delle Anime del Purgatorio per poi proseguire con immagini relative al lamento funebre lucano, tratte dalle opere di Luigi Di Gianni che, attraverso le suggestioni e l’intensità dei luoghi e dei volti, comunicano il senso dell’arcano di un Sud ancora non toccato dal boom economico e che presenta tratti di arcaicità. Di Gianni racconta del suo primo documento-film, Magia Lucana, l’opera che ha rappresentato per l’autore la riscoperta delle Lucania, dopo i ricordi dell’infanzia, attraverso l’indagine demartiniana e che è insieme sia film di finzione che documentario, introducendo anche la sua concezione del cinema su cui poi ritornerà. […] Si sofferma poi sul suo mantenersi defilato rispetto alle prese di posizione ideologica, sui suoi rapporti con il mondo dell’antropologia italiana di derivazione demartiniana: Annabella Rossi, Clara Gallini, Diego Carpitella, sulle suggestioni che gli provengono da Roberto De Simone. […] Egli ribadisce la propria scelta di produrre film attraverso le immagini: sono le immagini che devono parlare, non i commenti su di esse; il commento deve essere il più stringato possibile, affidato anche a didascalie essenziali.
Luigi Di Gianni nasce a Napoli nel 1926. Si laurea in Filosofia e si diploma in Regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove diventerà docente e lo sarà anche in diverse università italiane. Inizia l’attività di
documentarista/cineasta nel ’58 con Magia Lucana, con la consulenza scientifica di Ernesto de Martino, e nello stesso anno vince il premio come miglior documentario alla 19ᵃ edizione del Festival di Venezia. Nel 2006 l’Università di Tubinga gli conferisce la laurea honoris causa in Filosofia per meriti nel campo del cinema d’ispirazione antropologica. La Cineteca di Bologna nel 2013 cura il restauro dei suoi documentari pubblicandoli nel cofanetto Uomini e spiriti. Tra i titoli presenti nel Dvd, si menzionano Magia lucana (’58), Il culto delle pietre (’67), Nascita di un culto (’68). Il suo è un grande cinema: non scalfito dal tempo ma disseminato di essenze e suggestioni kafkiane.
Domenico Sabino è laureato in Antropologia Culturale e diplomato al Conservatorio. Docente di Drammaturgia nel secondo Novecento all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Drammaturgo, musicista, regista teatrale e di docu-video, studioso di religiosità popolare e tradizione musicale orale dell’Italia meridionale. Ha messo in scena come autore e regista, tra gli altri, i drammi SEqueNZA, Padiglione Sorveglianza, Ammèn. È autore, tra gli altri, dei docu-video Il doppio ovvero l’altro sé, Annibale Ruccello-Assoli, Ma/donna delle Galline. Tra le pubblicazioni si ricordano Oleograf(f)ia Napolitana, L’Es/tradizione degli opposti nel teatro rituale di Annibale Ruccello, Play Toy. Ha coordinato laboratori teatrali e musicali dei Dipartimenti di Salute Mentale. È fondatore e direttore artistico della Compagnia teatrale TheaterAus.
Gianfranca Ranisio è docente di Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli. Accanto agli interessi scientifici sviluppati nel campo dell’antropologia medica e dei gender studies, ha focalizzato studi e ricerche sulle pratiche rituali e sulle forme di devozione popolare presenti soprattutto in Italia meridionale. Tra le pubblicazioni si citano Il Paradiso folklorico-San Giuseppe nella tradizione popolare meridionale, Venire al mondo-Pratiche, credenze e rituali del parto, La città e il suo racconto, Quando le donne hanno la luna, Credenze e tabù, Linguaggi della devozione-Forme espressive del patrimonio sacro (con l’antropologa Domenica Borriello).
Antonella Morea è attrice e cantante. S’è formata alla Scuola di Roberto De Simone, col quale debutta nel 1976 al Festival dei Due Mondi di Spoleto con l’opera La gatta Cenerentola. Ha così inizio un lungo sodalizio artistico che la rende interprete di altre opere del Maestro, come Festa di Piedigrotta, Eden Teatro, Cantata per Masaniello, Il Drago, Era de Maggio. Tra gli altri Maestri con cui ha lavorato, si segnalano Giuseppe Patroni Griffi, Francesco Rosi, Mario Scarpetta, Fortunato Calvino. La sua bravura artistica emerge non solo a teatro ma anche a cinema e in televisione.