L’Unità d’Italia prototipo della Supremazia Massonica

Nel commemorare ogni anno l’Unità d’Italia
, evento storico incompiuto per le divergenze etniche e culturali evidenti ancor oggi nei tre estremi dello Stivale Tricolore che rendono un piemontese influenzato dalla Francia ben differente da un Trentino germanofono o dagli isolani eredi dei tratti saraceni, si dà per scontata la rilevanza patriotica dei moti risorgimentali senza considerare due fattori fondamentali:
- il potere che conferì alla Massoneria che in Sicilia fece nascere la Mafia (tesi del giudice palermitano Rocco Chinnici vittima di un attentato di Cosa Nostra)
- la deliberata, sordida e vile aggressione a 3 Stati Sovrani Cattolici per attuarla: Regno delle Due Sicilie Borbonico, Impero AustroUngarico Asburgico e Stato Pontificio
Ciò avvenne sulla scia di sangue della Rivoluzione Francese ordita dagli Illumintati di Baviera, dai Rothschild e dalla Massoneria, fortunatamente limitata nei poteri dai successivi Imperi Napoleonici e dalla COLOSSALE SCONFITTA della cultura laicista-ateista dei Liberi Muratori incappucciati nella battaglia ideologica sulla Grotta di Massabielle dove la pastorella ignorante Bernadette Soubirous ebbe la meglio sul Prefetto degli Alti Pirenei, che aveva fatto chiudere il luogo delle apparizioni, grazie a un Miracolo di Nostra Signora di Lourdes.
Nell’inchiesta dove narriamo questo singolare episodio abbiamo già accennato alla Breccia di Porta Pia che fu l’epifenomeno simbolico della sconfitta di Papa Pio IX e dell’Esercito Pontificio dinnanzi alla potente armata (massonica) del Regno d’Italia.
Nella penisola italica la fomite della guerra al Vicario di Cristo sulla terra fu legittimata al popolo bue da decenni di propaganda anticlericalista, dall’ostilità alla presenza straniera e dalla voluttà di poter avere Roma come capitale dell’Unità d’Italia
La Presa di Roma
, però, fu determinata dalla pavidità di 2 regnanti cattolici ma anche affiliati alla Massoneria: l’imperatore francese Napoleone III, coinvolto direttamente nella storia del santuario mariano francese, e Re Vittorio Emanuele II, che non seppero opporsi alle le minacce del «partito della rivoluzione cosmopolita», per citare le parole usate proprio dal sovrano sabaudo nell’ultimatumo al Pontefice…
Entrambi, dopo quelle scelte, ebbero un’esistenza tormentata e luttuosa di cui abbiamo narrato nei precedenti articoli.
Perché per poter operare senza severa nemesi terrena contro il Cristianesimo, contro la Chiesa Cattolica, e quindi contro Gesù Cristo che l’ha fondata in nome di Dio per resistere all’assalto delle tenebre, bisogna essere CONSAPEVOLI SERVI DI SATANA come furono Pike, Mazzini e il protagonista dell’episodio che ci accingiamo a narrare: l’ebreo sionista che diede inizio al cannonneggiamento dello Stato Pontificio.