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MARIA AMALIA TERESA DI BORBONE: L’ULTIMA REGINA DEI FRANCESI

Posted by on Mag 13, 2017

MARIA AMALIA TERESA DI BORBONE: L’ULTIMA REGINA DEI FRANCESI

 “Alla nascita era molto delicata tanto da dover essere sempre avvolta in una coperta di cotone, ma presto crebbe sana e forte (…) dimostrò presto una notevole intelligenza, quando a due anni e mezzo cominciò a leggere. La madre l’affidò alle cure di donna Vincenza Rizzi, una nobildonna napoletana. Nonostante i gravosi impegni di Governo, cercò di passare almeno un’ora al giorno con lei e i suoi fratelli, interrogandoli sui loro progressi con gli studi.” (“La vita di Maria Amalia l’ultima regina dei francesi” di C.C. Tyson)

LA GIOVANE AMALIA

Maria Amalia nacque nella Reggia di Caserta il 26 Aprile 1782 settima di nove figli di Ferdinando I delle Due Sicilie e di Maria Carolina d’Austria. I suoi nonni paterni erano Re Carlo III di Spagna e la Regina Maria Amalia, nata Principessa di Sassonia. I nonni materni erano l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria e l’Imperatore Francesco I. Sua zia materna, Maria Antonietta Regina di Francia al tempo della nascita di Maria Amalia.

Come ogni giovane Principessa italiana ricevette un’educazione molto accurata sviluppando una profonda devozione religiosa e un esemplare senso di dignità personale da meritarsi all’interno della sua famiglia e dell’entourage della Corte l’appellativo di “ La Santa”.

La madre per lei aveva in serbo il destino di un matrimonio prestigioso con il Delfino di Francia Luigi Giuseppe, figlio di sua sorella Maria Antonietta.

Maria Amalia crebbe con la consapevolezza che un giorno sarebbe diventata Regina di Francia.

Purtroppo il Delfino di Francia nel 1789 morì a sette anni e mezzo.

Maria Amalia pur senza aver mai visto il cugino fu molto colpita dalla sua morte. In vecchiaia ancora ricordava che: “ Piansi amaramente la morte di mio cugino, ma era nel mio destino diventare Regina di Francia alla fine:”

Amalia non rientrava nei canoni classici della bellezza, alta, magra, con piccoli occhi blu e capelli castano chiari, denti irregolari. Ma aveva un portamento piacevole e distinto.

Era una giovane assennata; e di lei si innamorò il cugino, l’Arciduca Antonio, avviato alla carriera ecclesiastica. La madre le chiese se fosse interessata, nel caso, avrebbe intercesso presso l’Imperatore; ma Amalia rifiutò.

Il Principe delle Asturie chiese la sua mano; ma fortunatamente per lei, alla fine sposò sua sorella Antonietta.

Anche Napoleone Bonaparte propose di accasarla col suo figliastro Eugene Beauharnais. Ma la Regina Carolina inorridì all’immaginare tale connubio, e rifiutò sdegnata.

Allo scoppio della Rivoluzione francese nel 1789 la Corte napoletana non osteggiava il Movimento; ma quando la Monarchia francese fu abolita e sua zia e suo zio furono ghigliottinati, i suoi genitori si unirono alla prima coalizione contro la Francia nel 1793.

La pace con la Francia fu firmata nel 1796; ma appena due anni dopo, nel 1798 scoppiò un nuovo feroce conflitto.

La famiglia Reale si mise in salvo rifugiandosi nel Regno di Sicilia. Lasciarono Napoli il 21 Dicembre 1798 a bordo della HMS Vanguard, una nave della Marina Reale Britannica, a sua volta scortata da due navi da guerra napoletane.

Durante la traversata, suo fratello minore Alberto di sei anni morì di sfinimento il giorno di Natale 1798.

Venne sepolto a Palermo appena arrivati; il funerale fu il primo impegno ufficiale della Famiglia Reale in Sicilia.

Nel 1800 insieme alla madre e i fratelli, partirono per Vienna. La Regina volle incontrare il genero per discutere sulla condizione politica di quei giorni; e contemporaneamente, far visita alle figlie Teresa a Luisa.

Il soggiorno a Vienna fu assai gradito ad Amalia che espresse tutta la sua contentezza nelle pagine del suo diario; in particolare gradì la musica di Haydin che con le sue rappresentazioni era al massimo della popolarità in quegli anni.

Costretta ad abbandonare la sua Patria a diciott’anni, trascorse gli anni successivi peregrinando da una residenza Reale all’altra per sfuggire alla turbolenta Storia che investì l’Italia in quell’epoca.

Durante il secondo periodo dell’esilio del padre a Palermo, nel 1806 conobbe il Duca di Chartres Luigi Filippo, figlio del Duca Luigi Filippo II Borbone-d’Orléans (1747- 1793) e di Luisa Maria Adelaide di Borbone Penthièvre (1753-1821).

Nello stesso anno Napoleone invase il Regno di Napoli, determinando la Famiglia Reale a restarsene a Palermo sotto la protezione della Royal Navy Britannica.

Il futuro sposo il Duca di Chartres era anch’egli esiliato dalla Francia sconquassata dalla Rivoluzione e dalla dittatura di Napoleone.

Il padre, il precedente Duca d’Orléans, nonostante fosse stato il massimo promotore del Movimento, era stato ghigliottinato proprio durante la Rivoluzione.

Tre anni dopo il loro primo incontro il 25 Novembre 1809, Amalia e Luigi Filippo si sposarono a Palermo. Col matrimonio Amalia divenne Duchessa d’Orléans.

Non mancarono le polemiche; Amalia era nipote di Maria Antonietta, la Regina ghigliottinata, mentre Luigi Filippo, il figlio di colui che aveva partecipato all’esecuzione.

La madre Maria Carolina, era assai scettica sull’unione proprio per queste ragioni; ma il Duca d’Orléans l’aveva convinta perché determinato a riparare le malefatte del padre.

Dopo le nozze andarono ad abitare a Palazzo d’Orléans fino al 1814.

Dopo l’abdicazione di Napoleone, nel 1814 Amalia si trasferì in Francia dove il marito ricevette il titolo ufficiale di Duca d’Orléans e gli fu restituito tutto l’immenso patrimonio confiscato insieme a Palais-Royal che era stata la residenza del padre, il precedente Duca d’Orleans.

Nonostante le difficoltà finanziarie, la dimora fu restaurata e tornò al suo antico splendore, per un costo totale di undici milioni di franchi.

Ultimati i lavori di ristrutturazione, la famiglia (dalle nozze erano nati dieci figli) vi si stabilì. Per tutta la vita Amalia si prese cura della sua numerosa prole, interessandosi poco degli affari politici.

Amalia da buona Principessa napoletana, bravissima in cucina, non aveva dimenticato le sue origini, e aveva insieme a suo marito Luigi Filippo un’autentica passione per maccheroni conditi con il sontuoso ragù napoletano. I pranzi alla Corte di Luigi Filippo, avevano una calorosa e semplice familiarità, tale da scandalizzare la superba aristocrazia francese. La Regina oltre a preparare personalmente i “maccheroni alla napoletana”, non disdegnava di consigliare i commensali sul modo di condirli: “ … mettete il parmigiano, e sul parmigiano si deve mettere assolutamente dell’altro sugo.” Insisteva nel servirsi nuovamente: “ prendetene ancora, sono buoni…”

Tutta l’etichetta Reale andava a farsi benedire, e l’atmosfera era quella di un pranzo fra brava gente. I maccheroni erano diventati un valido test per sondare la fedeltà dei cortigiani al Re borghese.

A seguito della Rivoluzione di Luglio nel 1830 Luigi Filippo divenne Re dei francesi con Maria Amalia consorte. La Regina non partecipò mai alle questioni politiche; anzi, fece di tutto per allontanarsene.

LUIGI FILIPPO: UN RE ARRIVATO CON UNA RIVOLUZIONE ED ESILIATO DA UN’ALTRA

Dopo l’incoronazione del 1830 a seguito dell’insurrezione di Luglio quando il popolo francese si era mobilitato per detronizzare Carlo X, il Parlamento aveva offerto a Luigi Filippo la luogotenenza del Regno proclamandolo Re dei francesi. Questo titolo sottolineava la legittimità popolare data al nuovo Sovrano. Ciò gli valse l’appellativo di “Re borghese.” Egli doveva giurare fedeltà alla Costituzione e alla nuova bandiera tricolore simbolo della Rivoluzione francese.

Il nuovo Re allargò di poco il diritto di voto; su una popolazione di circa trenta milioni di abitanti si passò da centomila, a centosessantacinquemila elettori, scelti con criteri censitari, e cioè sulla base del patrimonio. Mantenne invece di nomina regia una delle due Camere del Parlamento, quella dei Pari; contrariamente a quanto si aspettavano i liberali.

I Governi nominati da Luigi Filippo presero ben presto una linea conservatrice, contrastata dall’opposizione della classe operaia, dei repubblicani e dei socialisti. Portatori, quest’ultimi, di un crescente moto di insoddisfazione che sfociò in insurrezioni popolari.

Scampato a un attentato nel 1835 messo in atto dall’anarchico italiano Giuseppe Fieschi, Luigi Filippo promulgò severe leggi di polizia che limitarono pesantemente la libertà di stampa.

In politica estera si accreditò come un Sovrano liberale, seguendo una linea di opposizione all’Austria considerata la capofila delle potenze conservatrici. Appoggiò anche movimenti patriottici, sostenendo l’indipendenza del Belgio e dell’Olanda.

Fronteggiò le tensioni internazionali sorte intorno alla “questione d’Oriente”, quando alla fine degli anni trenta dell’ottocento, la Francia appoggiò i propositi dell’Egitto di conquistare i territori della Turchia. L’obbiettivo era rafforzare la posizione francese di potenza del Mediterraneo, confermata con la conquista dell’Algeria nel 1830.

Ne conseguì una clamorosa rottura con l’Inghilterra, che indebolì ulteriormente la tenuta interna di Luigi Filippo.

CRISI E ABDICAZIONE

La tenuta politica di Luigi Filippo, era sempre più osteggiata dall’opposizione, formata da repubblicani, socialisti, e dalla fazione monarchica che appoggiava il ritorno dei Borbone. Insanabili rotture insorsero anche nella maggioranza parlamentare che lo sosteneva.

Inoltre nel Paese cresceva sempre più il Movimento Democratico favorevole al suffragio universale.

Fu l’ennesima proibizione di una manifestazione per le riforme dello Stato, nel Febbraio 1848 a provocare un’insurrezione nella Capitale, che costrinse Luigi Filippo a mettersi in salvo in Inghilterra; dove morì in esilio a Claremont House Lunedì 26 Agosto 1850 a settantasei anni, e aprendo la strada alla Repubblica.

Rimasta vedova Maria Amalia continuò a vivere in Inghilterra nella Contea del Surrey; dove era conosciuta col nome di Contessa di Neuilly; frequentava quotidianamente la Messa, ed era ben conosciuta dalla Regina Vittoria.

UN DIVERTENTE ANEDDOTO

Durante la vecchiaia Maria Amalia un giorno confidò al figlio Duca di Nemours: “ Quando morirò voglio che tu faccia incidere sulla mia lapide: qui giace Maria Amalia di Borbone, Duchessa d’Orléans”

“Ma chère Majesté”- il figlio protestò – “Voi non potete cancellare la Storia”

Con un gesto tragico e teatrale Maria Amalia rispose:” Ahimè, per mia sventura, Regina dei francesi”.

La morte della Regina Maria Amalia avvenne a ottantaquattro anni, il 24 Marzo 1866. Venne sepolta col vestito che indossava quando lasciò la Francia nel 1848, secondo le sue ultime volontà.

Lucia Di Rubbio

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