MARIA FRANCHINI A DIFESA DI NAPOLI
A seguito di un ennesimo articolo dengratorio contro Napoli, questa volta scritto sul Roma da uno scribacchino francese, Frédéric Miedzinski, ripropongo questi stralci scritti per il Corriere della sera nel 1983, dal più grande storico francese contemporaneo, Fernand Braudel.
Fernand Braudel (1902-1985) scrisse qualche articolo per Il Corriere della sera nel 1983). Parlò spesso di Napoli, ve ne propongo due stralci CHE CONSIGLIO VIVAMENTE DI LEGGERE):
“Dimentichiamo il malessere epidermico; Napoli affascina il visitatore frettoloso d’oggi, come ieri gli amministratori ed i soldati di Carlo V e di Filippo II, alle prese con gli enormi problemi di gestione di un agglomerato tanto vasto: il secondo per popolazione del Mediterraneo del XVI secolo, dopo Istanbul; il secondo, anche, del cristianesimo occidentale, dopo Parigi. Impossibile restarvi indifferenti. (…) Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell’Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. Roma, che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era – e di gran lunga – , malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70, all’altezza del compito…
E POI :
“Napoli ha continuato a dare molto all’Italia, all’Europa e al mondo: esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti (…) Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L’Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma. (…) Questo capitale è oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell’esaurimento, quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l’Europa, ma anche e soprattutto per l’Italia. Questa opportunità, Napoli merita, più che mai, che le sia data




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