Massoneria e Carboneria, attacco alla famiglia

«Poiché
quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti
come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle
passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano
e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la
moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al
proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto»: così scrive
Leone XIII il 20 aprile 1884 nell’Humanum
genus, l’enciclica che con più precisione filosofica analizza i
presupposti, la natura e l’operato della massoneria (il paolino Rosario
Esposito – che recentemente ha reso nota in pompa magna la sua affiliazione
massonica – calcola che i pronunciamenti antimassonici del solo Leone XIII
siano 2.032).
La Chiesa cattolica condanna la massoneria moderna dal suo primo apparire: la
Gran Loggia di Londra nasce il 24 giugno 1717 e Clemente XII emette la prima
condanna ventuno anni dopo, il 28 aprile 1738 (enciclica In eminenti).
I papi tentano di ostacolare il diffondersi di un’associazione i cui membri si
riuniscono nel segreto, sono vincolati (pena la morte) a patti giurati di cui
nessuno deve rivelare il contenuto, sono l’anima, a partire dalla Rivoluzione
francese, di tutti gli sconvolgimenti che, nell’Ottocento, stravolgono la vita
religiosa e civile delle nazioni dell’Europa e dell’America Latina. Condannando
i cattolici liberali (che fanno proprie molte delle parole d’ordine della
massoneria), Gregorio XVI così scrive nella Mirari vos
(15 agosto 1832): «accesi dall’insana e sfrenata brama di una libertà senza
ritegno, sono totalmente rivolti a manomettere, anzi a svellere qualunque
diritto di Principato, onde poscia recare ai popoli, sotto colore di libertà,
il più duro servaggio». La massoneria è certa di conoscere la strada che
conduce l’umanità alla felicità e si ripromette di mettersi alla testa del
progresso che ritiene di incarnare: il progresso che essa ha in mente prevede
la fine della superstizione cattolica. Per conseguire questo obiettivo l’ordine
ha bisogno dell’assenso della popolazione. Come ottenerlo?
L’ostacolo principale ai disegni massonici è la fede cattolica capillarmente
diffusa. Come convincere un individuo sposato, con figli, credente in Cristo, e
cioè nella vita eterna e nell’amore di Dio, bene inserito nella comunità civile
ed ecclesiale, come convincerlo che la sua vita diventa più bella e più felice
nel mondo progettato dai massoni? Come convincerlo che i battesimi, i funerali,
i matrimoni, i catechismi, le cresime, le agapi, i concistori, gli altari, i
sinodi, i concili massonici, sono migliori di quelli cattolici, di cui
ricalcano il nome?
Si tratta di trasformare quella persona, quell’individuo ben inserito in un corpo
sociale ed ecclesiale, in un individuo solo. è necessario far saltare
l’istituzione che lega i singoli in un vincolo stretto, il matrimonio,
“liberando” così le energie individuali. Bisogna smantellare tutta la
rete di solidarietà sociale e professionale che si è sviluppata durante i
secoli animati dalla cultura cristiana. Si tratta di fare il deserto intorno
all’individuo ben sapendo che l’uomo, non potendo resistere alla disperazione
della solitudine, avrebbe cercato una via d’uscita ed avrebbe imboccato quella
che prontamente gli sarebbe stata offerta: la possibilità di entrare a far
parte di una loggia.
L’attacco alla famiglia (ed alla donna che ne costituisce l’anima) è iscritto
nel DNA delle associazioni segrete. Solo “liberando” l’uomo dalla
famiglia si può fare di lui ciò che si vuole. Che le cose stiano così lo
provano non solo la dinamica della Rivoluzione francese e le politiche
familiari centrate sul divorzio di tutte le amministrazioni massoniche a
cominciare da quella napoleonica; che le cose stiano così lo provano anche i
documenti della Carboneria rinvenuti dalla polizia pontificia e pubblicati
dallo storico francese Jacques Crétineau-Joly (1803-1875) sotto il pontificato
di Gregorio XVI.
In un documento noto col nome di
Istruzione permanente redatto nel 1819, l’Alta Vendita della
Carboneria (la direzione strategica rivoluzionaria del tempo) indica
l’obiettivo che l’ordine persegue ed i mezzi scelti per conseguirlo. La
Carboneria vuole una “rigenerazione universale” inconciliabile con la
sopravvivenza del cristianesimo: «Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e
della rivoluzione francese: cioè l’annichilamento completo del cattolicesimo e
perfino dell’idea cristiana». Il documento fa leva sulla debolezza della natura
umana che si ripromette di assecondare: «L’uomo ama le lunghe chiacchiere al
caffé e assistere ozioso agli spettacoli. Intrattenetelo, lavoratelo con
destrezza, fategli credere di essere importante; insegnategli poco a poco ad
avere disgusto delle occupazioni quotidiane, e così, dopo averlo separato da
moglie e figli e dopo avergli mostrato quanto è faticoso vivere adempiendo ai
propri doveri, inculcategli il desiderio di una vita diversa».
Crétineau-Joly pubblica anche la corrispondenza privata tra cugini (così si chiamano
i membri delle vendite carbonare). Il carbonaro conosciuto con lo pseudonimo di
Piccolo Tigre scrive: «L’essenziale è isolare l’uomo dalla famiglia, è
fargliene perdere le abitudini. […] Quando avrete insinuato in qualche animo
il disgusto della famiglia e della religione (l’una va quasi sempre a seguito
dell’altra) lasciate cadere qualche parola che provocherà il desiderio di
essere affiliato alla Loggia più vicina. Questa vanità del cittadino o del
borghese di infeudarsi alla Massoneria ha qualcosa di così banale e universale
che sto sempre in ammirazione della stupidità umana. […] Il fascino di ciò
che è sconosciuto esercita sugli uomini una tale potenza, che ci si prepara
tremando alle fantasmagoriche prove dell’iniziazione e dei banchetti fraterni.
Diventare membri di una Loggia, sentirsi, senza moglie e figli, chiamati a
conservare un segreto che nessuno vi svela mai, rappresenta, per alcune nature,
una voluttà e un’ambizione».
Isolare l’uomo dalla famiglia non basta: per distruggere la Chiesa bisogna
distruggere la donna. I rivoluzionari sono convinti che non si avanzerà di
molto su questo terreno fino a quando la donna rimarrà ancorata alla buona
notizia cristiana; per staccarla dall’amore di Cristo bisogna corromperla. Il 9
agosto 1838 così scrive il settario noto con lo pseudonimo di Vindice: «Abbiamo
deciso che non vogliamo più cristiani; evitiamo dunque di fare martiri:
pubblicizziamo piuttosto il vizio presso il popolo». Vindice cita l’opinione di
un cugino
secondo cui «per abbattere il cattolicesimo bisogna cominciare
dall’eliminazione delle donne». Il carbonaro commenta: «In un certo senso
questa frase è vera; ma, visto che non possiamo sopprimere le donne,
corrompiamole insieme alla chiesa.
Corruptio optimi pessima».
I papi sanno che la strategia settaria fa leva sulla perdita del senso morale.
La “sfrenata licenza” di cui parla Leone XIII è caparbiamente
pubblicizzata da quanti vogliono che uomo e donna dimentichino la propria
somiglianza con Dio. Isolati dagli affetti più cari, ridotti come canne al
vento, schiavi e non re delle passioni, gli uomini saranno sottoposti a quel
“duro servaggio” di cui scrive Gregorio XVI.
Ricorda
«Quanto al consorzio domestico, ecco a un dipresso tutta la dottrina dei
Naturalisti. Il matrimonio non è altro che un contratto civile; può
legittimamente rescindersi a volontà dei contraenti; il potere sul vincolo
matrimoniale appartiene allo Stato. Nell’educare i figli non s’imponga
religione alcuna: cresciuti in età, ciascuno sia libero di scegliersi quella
che più gli aggrada. Ora questi principi i Frammassoni li accettano senza
riserva: e non pure li accettano, ma studiansi da gran tempo di fare in modo,
che passino nei costumi e nell’uso della vita. In molti paesi, che pur si
professano cattolici, si hanno giuridicamente per nulli i matrimoni non
celebrati nella forma civile; altrove le leggi permettono il divorzio; altrove
si fa di tutto, perché sia quanto prima permesso. Così si corre di gran passo
all’intento di snaturare le nozze, riducendole a mutabili e passeggere unioni,
da formarsi e da sciogliersi a talento».
(Leone XIII, Enciclica Humanum
genus, 20 aprile 1884)
Da «il Timone» n. 64, giugno 2007
Bibliografia
Angela Pellicciari, I papi
e la massoneria, Ares, 2007