MEMORIE PER LA STORIA DE’ NOSTRI TEMPI (XIV)
PIO IX E LA RIVOLUZIONE
LEZIONI DI CERTI PROTESTANTI A CERTI CATTOLICI
(Pubblicato 11 25 novembre 1860).
Il protestantismo, rimettendo la regola del credere ai vaneggiamenti dell’umana ragione, non tard� a degenerare in aperto anticriatianesimo, e dopo di essersi ribellato all’autorit� della Chiesa, giunse a spacciare per una favola l’esistenza medesima di Ges� Cristo.
Chi ignora le scandalose teorie dei protestanti razionalisti della Germania? Venne Kant, e disse che Cristo era la perfezione ideale dell’umanit�. Hegel afferm� che l’uomo-Dio era la figura dell’unione del finito e dell’infinito nell’uomo. Secondo Fichte, la parola si fa carne come in Gesti, in ogni uomo che comprende la sua unit� ton Dio. A detta di Schelling, l’Uomo Cristo � il punto culminante dell’esistenza umana della Divinit�. Strauss spacci� per un’invenzione la storia evangelica, riconoscendovi tuttavia qualche po’ di vero. Krugg prov� ohe Strauss era inconseguente, e prenunzio un miticista pi� ardito che avrebbe riconosciuto come un mito tutti i documenti del Cristianesimo. Feuerbach non volle riconoscere altro Cristo che l’umanit�, e finalmente giunse Massimiliano Stirner che disse: �Il Cristo-umanit� come il Cristo storico sono un’invenzione dei Cappuccini�.
In messo a queste aberrazioni si conserv� tuttavia in Germania un drappello di protestanti dotti e pii, i quali gelosamente custodirono la fede in Ges� Cristo e nei dogmi principali del Cristianesimo, e ai dissero protestanti positivi in quanto ohe, rigettando alcune verit� cattoliche, ne conservano molte altre a differenza dei semplici protestanti che ogni cosa rigettano e cadono nel puro razionalismo senza pi� riconoscere nessun elemento sopranaturale.
Ora codesti protestanti positivi riconobbero come la rivoluzione fosse essenzialmente anticristiana, e combattendo il Papa, combattesse non solo il Cattolicesimo ma anche quella parte positiva del Cristianesimo, che parecchi protestanti ritenevano. Sicch� confessarono di correre co’ cattolici i medesimi pericoli, sostennero ne’ loro giornali la causa del Papa, combatterono i principii Sovversivi della demagogia, e trovarono di potersi riunire co’ cattolici nel far testa all’avversario comune che cercava spiantare dalla societ� ogni elemento cristiano,
A tal fine molti protestanti e cattolici di Germania, il giorno SI e 2$ di settembre, tennero una conferenza in Erfurt collo scopo di potersi meglio intendere; e sullo scorcio di ottobre doveano avere una seconda conferenza per con durre a buon termine i loro accordi; i quali non sarebbero gi� fondati sul principio dell’indifferenza religiosa, come gli accordi precedentemente tentati da parecchi utopisti, ma sul pericolo comune, e sul comune nemico. La grazia di Dio poi far� il resto, e la discussione mostrer� ai protestanti positivi che non si pu� essere cristiani a mezzo!
Importa assaissimo, tener dietro a questo movimento religioso che si mani festa in Germania, dove forse la Provvidenza vuol rifare il Cattolicismo delle perdite che patisce io Italia.
Gi� fin dal cominciare della lotta, un giornale protestante, intitolato Giornale di Dresda, era pieno d’ammirazione pel Papa: e � inconcepibile, diceva, come in vista della debolezza della Germania verso l’Ovest, si possa ancora avere l’insolenza di disprezzare il Papato in un momento, in cui esso spiega una forza di resistenza che ha dato da pensare anche al pi� forte�,
Il dottore Lecner nella Gazzetta ecclesiastica di Darmstadt vaticinava �che la guerra mossa al Papato colla violenza e coll’astuzia avrebbe tardi o tosto avuto la sua reazione, e che questa sarebbe pi� certa, quanto maggiori fossero i trionfi dei nemici del Papa�.
Tra i diari protestanti la Nuova Gazzetta di Prussia fu quella che sostenne pi� caldamente la causa di Pio IX: �Gli sforzi che si fanno oggid� contro la Chiesa, diceva essa, sono la migliore testimonianza in suo favore. I protestanti possono esserne gelosi. Queste persecuzioni sono anzi che una punizione divina, una distinzione in favore della Chiesa cattolica, che dee farci venire i rossori sul viso. Il nostre dovere � di considerarci come solidari colla Chiesa cattolica, tanto sotto il rispetto politico, quanto sotto il religioso a fronte della scellerata alleanza tra la rivoluzione smascherata e il dispotismo. Il medesimo diritto che protegge il patrimonio di San Pietro, protegge anche il presbiterio luteriano e il trono del re di Prussia.
Il marchese Napoleone Gioachino Pepoli, cugino di Napoleone III, tent� di convertire la protestante Nuova Gazzetta di Prussia, e renderla nemica di Pio IX, e le mand� una certa sua memoria indirizzata alle Potenze ed ai governi d’Europa La Gazzetta, ringraziando, il signor Pepoli e compaia, rispondeva: �Noi non abbiamo letto nulla di pi� bislacco, di pi� arbitrer�, di pi� leggiero. Questo documento � pi� insipido ancora del liberalismo mede Simo, pi� arbitrario, nelle sue ipotesi della stessa rivoluzione, pi� leggiere della passione che parla dall’alto della tribuna. Noi lasciamo da parte la qualit� di capo della Chiesa cattolica, per non considerare nel Papa che la sovranit�. Questi signori (Pepoli e compagnia) avrebbero potuto risparmiare la pena di esprimere fin dalla prima pagina il loro profondo rispetto verso l’autorit� spirituale del Papa. Essi sono in rivoluzione contro il loro Sovrano, e noi crediamo che veggano di mal occhio come questo Sovrano nella sua qualit� di capo della Chiesa romana siasi procacciato le simpatie di 200 milioni di cattolici. Le Romagne appartengono agli Stati ecclesiastici fin dal secolo XV. Oggid� l’alleanza francese ha offerto l’occasione di conquistarle coll’aiuto d’una rivolta che non ha ancora deposto i guanti gialli e gli stivali inverniciali, ma che finir� come le altre, dalla tribuna nel fango, dall’inchiostro nel sangue�.
Il Volksblatt di Halle, organo de) protestantismo credente, sul rompersi della guerra contro il Papa diceva: Una sola Potenza ha raccolto il guanto gettato dall’Imperatore. Aspettiamo alle prove questa Chiesa cattolica per assicurarci se sia ancora una Potenza…….. Possano le armi della Chiesa, sorella della nostra, essere quelle d’una cavalleria spirituale, alle quali venne promessa la vittoria�.
E pi� tardi il Volksblatt ammirava il Papa, ammirava l’Episcopato cattolico, ammirava principalmente l’Episcopato e il Clero italiano. �Ogni cristiano evangelico, diceva, dovrebbe sentire una specie di gelosia, vedendo tanti Vescovi, canonici e preti comparire coraggiosamente davanti i tribunali piemontesi per avere rifiutato di cantare un Te Deum destinato a celebrare la…… il……. E quando adunque le nostre chiese incatenate al potere secolare vedranno dei consiglieri, dei conciatori, dei sopraintendenti e dei pastori consolarle con una simile confessione?�.
Il celebre storico protestante, Enrico Leo, esaminando la presente guerra contro il Papa, osservava: �Egli � vero, che questa non assale se non quello che appartiene alla forma esteriore della Chiesa, esempligrazia, i beni ecclesiastici e la sovranit� temporale del Papa; ma in realt� l’assalto � diretto contro la sua spirituale autorit�. Imperocch� pel mondo cattolico il Papa � il Vicario di Ges� Cristo. Si � dunque contro il regno di Gesti Cristo medesimo, che insorgono molti cattolici dei nostri giorni, quando si sollevano contro il potere del Romano Pontefice, fosse pure semplicemente il suo potere temporale. Chiunque non vuole il Papa, non vuole Ges� Cristo, ed i cattolici debbono optare tra questa alternativa: o ammettere il Papa e Gesti Cristo, o non riconoscere n� l’uno n� l’altro�.
Dietro queste buone disposizioni dei protestanti positivi della Germania, si combin�, come abbiamo accennato da principio, la Conferenza d’Erfurt ch’ebbe luogo sul finire di settembre. Secondo il Foglio Ecclesiastico della Marca, giornale cattolico che si pubblica a Berlino, i protestanti erano rappresentati alla Conferenza dal dottor Leo, dal professore di Berlino Rindewald, non ba guari ancora membro del ministero ecclesiastico, e da altri positivisti. Tra i cattolici si distinguevano il conte di Stolberg e l’ab. Michelis, redattore della rivista intitolata: La Natura e la Rivelazione. Sullo scopo di questa riunione, ecco una nota pubblicata dalla nuova Gazzetta Prussiana, e sottoscritta dal conte di Stolberg:
�La rivoluzione e l’anticristianeaimo non solo si estendono, ma gettano ogni giorno pi� profonde radici.
�Noi prestiamo oggid� l’orecchio ad idee che ci avrebbero fatto schifo nel 1848. � tempo di riprendere coraggio; ma nessun coraggio avr� una solida base, se non � fondato sulla Chiesa. I protestanti e i cattolici Romani, non ostante la diversit� di dottrine che ii separano, si sono uniti per la comune difesa de’ loro beni pi� preziosi. In presenza del comune nemico essi formano un esercito di battaglioni distinti, � vero, ma solidarii.
�Questo pensiero e i procedimenti della rivoluzione in Italia, a disprezzo d’ogni giustizia, principalmente nelle sue aggressioni contro il potere pi� venerabile di quel paese, i cui diritti sono meno contestati, hanno indotto certi membri, d’accordo sull’appressamento morale di queste circostanze, a riunirsi il 21 e il 22 di settembre, affine di arrivare ad un accordo pi� preciso.
�Dopo d’essersi intesi sui punti essenziali convennero di riunirsi di nuovo verso la fine del mese di ottobre, colla speranza che tutti coloro i quali sottoscrivono ai loro voti, o hanno le medesime simpatie, verranno ad accrescere il numero dei membri di quest’assemblea.
�Coloro che presero l’iniziativa di un tale invito dichiarano formalmente che la futura assemblea non si riunir� in uno spirito d’indifferentismo religioso. Ciascuno conserver� il suo diritto, ma vuolsi sperare che ciascuno si sentir� inclinalo a deplorare, anche sotto il rispetto nazionale, i mali prodotti dallo scisma.
�Brauna, 9 novembre 1860.
C. conte di Stolbesg�.
N� vengano a dirci non essere dunque vero ci� che noi abbiamo affermato altra volta che il protestantismo favorisce la rivoluzione, e viceversa. L’asserzione nostra � verissima, e ben lungi dall’essere infermata viene convalidala da ci� su cui presentemente discorriamo. Imperocch� i protestanti che credono, e che non vogliono essere rivoluzionari, sono condotti ad avvicinarsi e collegarsi co’ cattolici.
Per l’opposto i diari protestanti e razionalisti, come ad esempio la Gazzetta di Voss e la Gazzetta Universale Tedesca, levano altissime grida contro questo procedere de’ loro correligionari; e vorrebbero che invece parteggiassero per la rivoluzione. Ma i protestanti credenti ancora in Gesti Cristo stanno pel Papa. Essi in Germania contribuiscono in gran numero al Danaro di San Pietro, essi sottoscrivono per una spada d’onore da offerirsi al generale Lamorici�re, e le due prime sottoscrizioni furono fatte a Berlino da due protestanti’, essi giunsero perfino a mettere in qualche tempio il busto incoronato del grande Pio IX.
La provvidenza di Dio permette per le sue ragioni i grandi dolori del Papa, le prove tremende che soffre la Chiesa. Ma persuadiamoci che sapr� trarne un grande vantaggio per la Chiesa e pel Papa. Abbiamo mostrato altra volta come la Passione di Ges� Cristo si rinnovi oggid� in Pio IX. Or bene, morto il Redentore del mondo, l’anima sua descendit ad inferos, e ne liber� coloro che aspettavano la redenzione. Cos� Pio IX discender� nelle ombre dello scisma e del protestantismo, e nel giorno del suo trionfo si trarr� con s�, come sublime trofeo, oltre gli Italiani pentiti, i scismatici e i protestanti rientrati in grembo della propria Madre. In Oriente quattro milioni di Bulgari, e in Occidente le Conferenze d’Erfurl stanno preparando queste spoglie opime al gran vincitore della rivoluzione, al glorificatore di quella vergine Immacolata, che ha ucciso ogni eresia.
CHE COSA FARE PEL PAPA?
(Pubblicato il 2 dicembre 1860).
Que faire pour le Pape? Questa domanda forma il titolo e l’argomento di un opuscoletto, scritto recentemente da uh illustre cattolico francese, il signor de St. Laurent, e pubblicato a Parigi dall’editore Charles Douniol, 29, rue de Tour noti. Non si pu� a meno di ammirare Io zelo e la costanza dei cattolici d’oltre alpi. Essi noti hanno che un’ombra di libert�, versano in mezzo ai pi� gravi pericoli, si veggono circondati dagli empii e dai rivoluzionarli; ma non temono. 1 Vescovi in prima fila, poi i preti, in ultimo i laici predicano, scrivono, stampano, parlano, operano, combattono assiduamente in difesa della Chiesa e del Papa. Non si lasciano prostrarre dai sinistri avvenimenti, anzi ne traggono occasione di far di pili; n� credono d’aver fatto abbastanza, quando resta tuttavia molto da fare. Inspiriamoci al loro esempio, al loro coraggio, al loro santissimo zelo, e facciam tesoro dei loro consigli.
Que faire pour le Pape? Chi � cattolico deve fare qualche cosa pel Papa, e nessuno pu� scusarsi colla ragione della difficolt� o dell’Impotenza. �La causa del potere temporale del Papa, osserva il signor de St. Laurent, nei momenti presenti � la causa del Papa medesimo: ne dipende il libero esercizio del suo potere Spirituale; Ma causa della Chiesa, la causa dello stesso Iddio: la ragione cel dice, e la parola del Vicario di Ges� Cristo cel conferma�. Un vecchio adagio proclamava: Nella Causa dello Stato Ogni Suddito nacque soldato; ed egualmente nacque soldato ogni cattolico nelle sante battaglie della Chiesa militante.
Che fare adunque pel Papa! Tre cose, a detta del sig. di St. Laurent: pregare, dare, parlare: una di queste cose pu� fare certamente qualunque siasi cattolico. Il dotto pu� parlare, il ricco dare, e chi non � n� ricco, n� dotto, pu� fare ancora moltissimo colla preghiera. Svolgiamo questi tre punti sotto la scorta del nostro chiarissimo autore.
La preghiera. L’arma pi� potente del cristiano � la preghiera. Iddio, per concedere le sue grazie, vuol essere pregato; e non sa Hfidtar nulla a chi divotamente e costantemente lo prega. Pregate, pregate, dicea il Redentore a’ suoi discepoli, e raccomandava agli Apostoli di pregare nella terribile sera del tradimento. Tutti possono pregare, pregar molto, pregar sempre, in pubblico ed in privato; tutti debbono farlo, le donne, i fanciulli, i poveri: i deboli sono quelli che colle loro preghiere tr�vano pi� facile accesso al Cielo.
Che bella, dolce, st�nta cosa pregare pel Papa! Chi non preg�, chi non prega pel padre e per la madre stia? Ebbene il Papa � il nostro padre, la Chiesa � la nostra madre: preghiamo pel trionfo d’amendue. Preghiamo come Cristo pregava nell’orto, quando i giudei cospiravano contro di lui; preghiamo come i cristiani pregavano per San Pietro, quando i persecutori del Pontificato nascente l’aveano chiuso in prigione. Quei cristiani erano un pugno di credenti contro un mondo d’increduli: non avevano che l’arma della preghiera contro formidabili eserciti. Eppure pregando incessantemente vinsero, e sul trono dei Cesari si assise il Successore di San Pietro.
�Volete fare, dice il signor di St. Laurent, qualche cosa di pi� che pregare voi soli? Ebbene, fate pregare. La giovine madre pu� compiere questo tenero ministero, quando insegnando al suo innocente figliuoletto a balbettare il santo nome di Dio, gli dica: Figlio, prega pel Santo Padre�. E la madre che insegna al suo bimbo di pregare pel Santo Padre, gli d� la pi� bella educazione, e vedr� crescere quel figliuolo devotissimo, ed obbediente a lei; imperocch� la fedelt� e l’affetto al Papa che ci dio e ci conserva la vita dello spirito, trae con s� fedelt� ed affetto ai genitori, ai superiori, a tutte quante le altre autorit�.
�Pregate adunque; fate pregare; unitevi colla preghiera. Ges� ha detto che dove saranno due o tre congregati in suo nome, egli si trover� in messo a loro. E uniamoci pregando, come si univano i martiri nelle catacombe, come ai unirono sempre tutti i cristiani nelle grandi prove che dovette sostenere la Chiesa; e preghiamo pel Papa, preghiamo pei suoi difensori, preghiamo principalmente pei suoi nemici, memori che il Redentore del mondo finiva la Sua vita mortale pregando, e pregando per coloro che lo avevano crocifisso.
L’elemosina. Dopo la preghiera un mezzo sicuro di piacere a Dio e di chi mare sulla terra le sue benedizioni � l’elemosina. Le elemosine ohe noi facciamo offriamole a Dio pel Papa; raccomandiamo ai poveri la classe privilegiala e, per cos� dire, aristocrazia del cattolicismo, di pregare per Pio IX; dedichiamo, in nna parola, al Vicario di Ges� Cristo tutte le nostre opere buone, le nostre gioie e i nostri dolori.
Ma il Papa stesso � povero oggid�, ed ornai non ba pi� dove riposare il capo La rivoluzione l’ha spogliato delle Bue rendite, e ora cerca di levargli la sua Roma� Pio IX � povero sul Vaticano, e vi sta circondato da una moltitudine di poveri, i Vescovi, i preti esiliati, e tutti i suoi fedeli servitori. E dal Vaticano il Papa chiede al mondo cattolico l’elemosina per s� e pei suoi.
�Fate l’elemosina a vostro Padre, esclama il signor di St. Laurent: voi la farete direttamente a Dio medesimo, che si � reso povero per amore vostro. Se siete ricchi, date largamente. E se non potete prelevare che un modico superfluo sui prodotti delle vostre rendite e del vostro lavoro, datelo pure. Il Papa fu intenerito fino alle lacrime, io l’ho udito dire e facilmente lo credo, quando seppe che i suoi figli, danaro per danaro, si studiavano di venire in aiuto della sua povert�.
Dare al Papa non � che fare un imprestito, perch� Dio lo rende. Se non vel render� quaggi�, lo riavrete altrove, ma vi verr� reso certamente, e reso ad usura. E il primo interesse che ne ricaverete sar� la gioia ineffabile che inonder� il vostro cuore dopo di avere soccorso il Papa, dopo di avere consolato il desolatissimo Pio IX.
Date al Papa che sopravvive a tutte le rivoluzioni; date al Papa che dall’alto della sua sede assicura le vostre propriet� proclamando il precetto i non rubarti date al Papa ohe oggid� sostenendo i suoi diritti difende anche i vostri; che resistendo ai rivoltosi combatte i socialisti e i comunisti che insidiano al vostro patrimonio; date al Papa perch� siete obbligati di dargli, per dovere di religione e di gratitudine, per amor di Dio, per amor suo e pel vostro medesimo vantaggio.
Date al Papa, e fate che altri ancora lo soccorrano; raccontate i suoi bisogni, infervorate i tiepidi, raccogliete le elemosine, adoperatevi in tutte le guise per rifornire il suo tesoro vuotalo dalla rivoluzione. Ci� che potete fare su tale proposito non � mestieri che ve l’insegniamo noi. Quando mai fu necessario di mostrare ad un figlio la via per soccorrere il proprio padre nelle strettezze?
La parola. Oltre al pregare ed al dare bisogna ancora parlare in favore del Papa. Non sentite quante menzogne, quante calunnie, quante ingiurie contro Pio IX si dicono e si stampano tutti i giorni? Parlate in sua difesa, parlate a sua gloria; celebrate i suoi benefizi, lodatelo, beneditelo, come si faceva sui primordi del suo Pontificato.
�Il vero, il giusto, osserva il signor di St. Laurent, hanno in se stessi una forza che loro � propria, ma non l’esercitano astrattamente; essi abbisognano d’essere affermati da una bocca umana. Prestate loro la vostra bocca; parlate, confessate la verit�, la giustizia con fede, con amore, e siate certi di produrre un’impressione favorevole sugli spiriti e sulle coscienze�.
Dio potrebbe fare senza di noi, ma vuole servirsene. Seminate, egli ci dice— Ma io non ho che un solo granello debole, alterato. — Non importa: sapr� io dare l’incremento: spargete questo seme. — Ma l’inverno, le tempeste, gli insetti. — Ci penser� il Signore: seminate, e tardi o tosto vedrete biondeggiare la vostra semenza in pinguissime spighe. Ad ogni modo ne avrete merito non secondo il frutto che non dipende da voi, ma secondo il lavoro che � vostro.
E quando le vostre parole non fossero che la manifestazione di un sentimento sincero, forse che riuscirebbero inutili? Se amate un vostro amico, voi gli dite di amarlo, e glielo dite sopratutto se egli � nell’abbandono e nella costernazione, ed egli ama di udirlo da voi, e le vostre parole lo fortificano e lo consolano.
‘Si pu� parlare in due modi, e nelle conversazioni, e colle stampe. Chi sa impugnare la penna, scriva in lode e difesa del Papa, pubblichi giornali,stampi libretti, stenda indirizzi, faccia conoscere a Pio IX che l’ama, lo venera, ne riconosce i sacrosanti diritti, lo faccia conoscere ai suoi concittadini, lo faccia sapere al mondo, e tutti veggano che un cattolico si vergognerebbe di combattere il Papa, ma non si vergogna, anzi si gloria di sostenerne la causa.
E chi non sa scrivere, parli e ricordi a tutti che Pio IX � il Vicario di Ges� Cristo, che egli � il Pontefice della bont� e della clemenza; che egli e i suoi predecessori furono sempre l’onore e la salvezza d’Italia; che senza Papa non v’� cattolicismo; che il cattivo cattolico � pessimo cittadino; che quanto si scrive contro la Santa Sede � menzogna e calunnia; che i nemici del Papato confutarono essi stessi nel 1848 quanto ora affermano impudentemente; dica questo, e dica quel molto di pi� che l’affetto sempre eloquentissimo gli metter� sulle labbra.
Il signor di St. Laurent conchiude la sua scrittura cos�: �Come uomo, come cristiano, come francese, io far� pel Papa ci� che tutti un giorno vorranno aver fatto�. Imitiamone il nobile esempio. Noi siamo Italiani, e appunto per ci� dobbiamo fare pel Papa qualche cosa di pi� degli altri. Lo dobbiamo, perch� il Papa � principalmente nostro, lo dobbiamo, perch� sono in massima parte Italiani coloro che combattono e contristano il Papa. Verr� nn giorno, in cui vorremmo aver Tatto e fatto molto per Pio IX, e sar� quando la rivoluzione, dopo d’aver assalito il Papa nella sua Sede, verr� a tormentar noi nelle nostre case; sar� quando la Chiesa s’innalzer� vincitrice sulle rovine de’ suoi nemici, e vorremmo partecipare alle sue vittorie; sar� quando la scena del mondo sia finita per noi, e vorremmo entrare nell’eternit�, esclamando: Ho combattuto un buon combattimento, ho terminato la mia carriera, ho conservato integra la mia fede!
PIO IX FLAGELLATO DAI GIUDEI
(Pubblicato l’8 dicembre 1860).
Affinch� pi� conforme fosse la passione del Santo Padre con quella di Ges� Cristo, dovevano gli stessi giudei intervenirvi e collegarsi coi rivoluzionari per mettere il colmo alle sue amarezze. E questo ufficio si assunsero test� i giudei Rothschild, i quali flagellarono il Papa, secondo la espressione medesima del banchiere Mir�s, e mancando a tutte le condizioni di delicatezza e di buona fede, cercarono di screditare il Governo Pontificio.
Gi� due volte l’Armonia, in un articolo ed in una corrispondenza parigina, mise in luce il tristissimo procedimento dei giudei Rotschild, che sospesero i pagamenti ordinati loro dal Papa col pretesto che non avevano ancora ricevuto l’intera somma da pagarai. L‘Armonia osserv� che quei giudei se non volevano pi� pagare per conto del Governo Pontificio, dovevano avvertimelo in tempo — che almeno dovevano pagare fino alla concorrenza della somma ricevuta — che fu per mal animo che non vollero pagare, giacch� non potevano ragionevolmente temere di perdere un centesimo. Diffatto oggi che lo scandalo � avvenuto dichiarano che pagheranno I
Egli ai tocca con roano che i giudei Rotschild in quest’occasione non operarono conforme all’interesse loro, ma a seconda dell’odio che sentono contro il Vicario di Ges� Cristo; e mentre il Redentore, nella persona del Papa, � �bestemmiato e deriso un’altra volta i, essi non vollero starsene colle mani in mano, n� lasciare agli italianissimi ed ai rivoltosi tutto il merito del nuovo deicidio.
E questi giudei che flagellarono Pio IX, furono ingrati a somiglianza de’ loro padri offendendo e tormentando il Papato, da cui erano stati beneficati. Siccome nell’era antica non fuvvi nessuna nazione tanto largamente protetta da Dio quanto l’Israelitica, coa� nell’era nuova questa nazione, umiliata e maledetta pel suo delitto, non trov� piet� e compassione che nei Papi, nei Vescovi, nei Ministri dellUomo-Dio, che morendo crocifisso dai giudei, diceva all’Eterno suo Padre — Perdonate loro perch� non sanno quel che si facciano! —
A mezzo il secolo Settimo il Papa S. Gregorio difendeva i Giudei e li proteggeva in tutto il mondo cristiano. Nel secolo decimo i Vescovi della Spegna opponevansi colla maggior energia al popolo che voleva trucidarli. I Vescovi di Francia proteggevano egualmente nel secolo undecimo un gran numero di Giudei, che stavano nelle Diocesi di Uz�s e di Clermont. 8. Bernardo li difendeva nel secolo duodecimo dal furore de’ Crociati, e la stessa protezione trova vano nei Papi Innocenzo II ed Alessandro III.
Nel secolo decimoterzo Gregorio IX li preservava tanto in Inghilterra, quanto in Francia ed in Ispagna dalle grandi sciagure ond’erano minacciali, e proibiva sotto pena di scomunica il far violenza alle loro coscienze, o disturbare le loro feste. Clemente somministr� loro i mezzi per istruirsi. Clemente VI li ricett� in Avignone allorquando erano perseguitali in tutto il resto dell’Europa.
Li protesse il Vescovo di Spira contro coloro che, essendo debitori verso i Giudei, rifiutavano di pagare i debiti col pretesto delle loro usure. Li protesse Nicol� II scrivendo all’Inquisizione di non molestarli menomamente. Li protesse Clemente XIII adoperando tutta la sua autorit� pontificale, acciocch� ne venissero rispettati i figli. Breve, i Papi furono sempre i pi� grandi protettori de Giudei.
N� questo diciam noi, ma fu dichiaralo solennemente dal gran Sinedrio radunato a Parigi da Napoleone I, il 30 di ottobre del 1806. L� Isacco Samuele Avigdor celebrava i beuefizi resi dai Papi ai Giudei, e il Sinedrio, il 5 di febbraio del 1807, sj dichiarava nel suo processo verbale pieno di riconoscenza per l’accoglimento che parecchi Pontefici e parecchi altri ecclesiastici hanno fatto in diversi tempi agli Israeliti di diversi paesi, allorquando la barbarie, i pregiudizi e l’ignoranza perseguitavano e cacciavano i Giudei dal seno della societ� (Proc�s verbal des s�ances de l’Assembl�e des d�putes fran�ais professant la religion juivs, pag. 169).
Si fu per questo spirito di tolleranza che anche a’ tempi nostri i Papi non isdegnarono di accettare per banchieri del proprio Governo i Giudei, e i Rothschild sanno essi soli quali e quanti guadagni abbiano fatto a Roma. Ma Gesti Cristo era passato tra i Giudei benefaciendo et sanando omnes, eppure lo crocifissero: pensato se essi vogliono trattai meglio i Sommi Pontefici!
Cr�tineau Joly nella sua preziosa opera intitolata L’Eglise Romame en face de la revolution, riferisce una lettera di un giudeo conosciuto sotto il pseudonimo di Piccolo-Tigre, e indirizzata agli agenti superiori della Vendita Piemontese. Il giudeo scrive loro sotto la data del 28 di gennaio 1822:
�La rivoluzione nella Chiesa si � la rivoluzione in permanenza, si � il necessario rovesciamento dei troni e delle dinastie…… Non cospiriamo che contro Roma, epperci� serviamoci di tutti gli incidenti, e mettiamo a profitto tutte le eventualit�. Guardiamoci principalmente dalle esagerazioni di zelo. Un buon odio, ben freddo, ben calcolato, ben profondo vale meglio che tutti questi fuochi d’artificio e tutte queste declamazioni di tribuna. A Parigi non vogliono capirla (ovvero non volevano capirla nel 1822!!!) Ma in Londra ho visto uomini che intendono meglio il nostro disegno, e vi si associano con maggior frutto. Ho ricevuto oblazioni considerevoli; e ben presto avremo a Malta una stamperia a nostra disposizione. Noi potremo allora con impunit� e con sicurezza all’ombra della bandiera inglese spargere da un capo all’altro dell’Italia i libri, i libelli, ecc. che la Vendita giudicher� a proposito di mettere in circolazione� (L’�glise Romaine, ecc. vol. 11, pag. 123 Paris 1859).
Questo giudeo, soggiunge Cr�tineau Jolv, la cui attivit� � infaticabile, e che non cessa mai di girare il mondo per suscitare dei nemici al Calvario, nel 1822 rappresenta una parte molto importante nel carbonarismo. Egli � ora a Parigi, ora a Londra, talvolta a Vienna e spesso a Berlino. Dappertutto lascia traccio del suo passaggio, dapertutto ascrive atte societ� segrete ed anche all’alta Vendita uomini zelanti, sui quali l’empiet� pu� fare assegnamento. Agli occhi dei Governi e della polizia � un mercante d’oro e d’argento; uno: di que’ banchieri cosmopoliti, che non vivono se non di affari, e si occupano esclusivamente del suo commercio. Ma, visto da vicino e studiato alla luce della sua corrispondenza, quest’uomo sar� uno de’ pi� abili agenti della preparala distruzione.
A coloro che studiano le cause prossime e remote delle presenti tristissime condizioni d’Europa, proponiamo il quesito seguente. Ricercare se la straordinaria potenza de’ giudei, e la loro intromissione in tutte le classi, nei dicasteri, nelle universit�, nella diplomazia, non abbia contribuito, e non contribuisca per nulla a tutto questo tramestio? — Noi ci contentiamo di proporre la domanda e perch� la risposta possa venir meglio studiata, vorremmo qui dare qualche cenno statistico sull’intervento de’ giudei ne’ pubblici affari, nelle finanze, nei giornalismo, nei municipii.
Un giudeo dell’Impero austriaco, di nome Giuseppe Werthvimer, mand� test� in luce a Vienna coi tipi Sommer un Jahrbueh f�r Israelitem, ecc. ossia annuario pei giudei per l’anno 5621 (1860-1861), nel quale parla delle onorificenze e dei gradi che godono di questi giorni i giudei nel mondo. � una statistica preziosissima, e ne parleremo in un prossimo numero.
Cessi Iddio che noi vogliamo proscrivere tutti in un fascio i giudei 1 Ce ne sono dei buoni degni di moltissima lode. Ma la loro intromissione straordinaria nei pubblici affari � un fatto che in questi tempi merita d’essere considerato. Il signor Wertheimer che parla delle onorificenze ottenute da giudei nel 1860 avrebbe potuto aggiungere nel suo Annuario, che il conte di Cavour desiderando un giovine di sua confidenza tra tutti i cattolici d’Italia noi trov�, ed elesse a questo posto un ebreo!