MIRACOLO DI SAN GENNARO VESCOVO E MARTIRE (3a parte)
Il termine miracolo, deriva dal latino miraculum e significa meraviglia. La teologia lo definisce evento soprannaturale mediante il quale Dio opera portenti per l’umanità. Va precisato che il miracolo per eccellenza è la Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, dal quale ne derivano gli altri. Tra i molti il miracoli di san Gennaro Vescovo e martire. Secondo la tradizione locale il sangue di san Gennaro si
Sciolse la prima volta quando il vescovo Severo sotto l’Imperatore Costantino I trasferì le spoglie del santo dall’Agro Marciano (Pozzuoli) a Napoli. Lungo il tragitto egli avrebbe incontrato Eusebia (apostola di san Gennaro), che dopo il martirio per concessione del governatore Dragonzio avrebbe raccolto e depositato il sangue del santo all’interno dell’ampolla. A livello storico la prima notizia documentata sulla liquefazione del sangue di San Gennaro risale al 1389, nel pieno dei festeggiamenti della solennità dell’Assunta titolare della Cattedrale di Napoli. Per ordine dell’Arcivescovo data l’occasione vennero esposte tutte le reliquie conservate nel Duomo( Napoli oltre a san Gennaro ha cinquantadue compatroni, tra i tanti san Tommaso d’Aquino) e nel corso della manifestazione il sangue contenuto nell’ampolla si liquefò come se fosse appena sgorgato dal suo capo. Correva il giorno 17 agosto 1389. Dopo quell’evento ogni 19 settembre in un solenne pontificale viene esposta l’ampolla in attesa del miracolo.
INDAGINI SCIENTIFICHE
La Chiesa partenopea dal XVII secolo ad oggi più volte ha sottoposto il fenomeno all’osservazione di fidati scienziati i quali hanno constatato che non vi è alcuna spiegazione del motivo per cui si sciolga o meno il sangue. La Santa Sede da sempre ne approva il culto, rimandando la causa al soprannaturale.
CONCLUSIONE
Il miracolo di san Gennaro Vescovo e martire ha origini nell’Eucaristia in quanto Gennaro vivendo di Cristo, con Cristo e per Cristo ne ha imitato la vita sino all’effusione del sangue. In questa occasione il sangue di Cristo si unisce al sangue di san Gennaro, permettendo così l’evento prodigioso, che non va assolutizzato, ma vissuto nella logica sacramentale in attesa della Parusia.
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