“MISERERE” AD AVERSA PER PARLARE DI DON PEPPE DIANA, ISA DANIELI E CARLO FAIELLO
In un mercoledì Santo molto freddo come spesso accade in molti inizio di primavera, ad Aversa nell’antica Basilica di San Lorenzo dalla storia millenaria, s’è consumata una serata che dire magica sarebbe un eufemismo ma possiamo certamente etichettarla Sacra grazie alla messa in scena del “Miserere” di Carlo Faiello in onore di Don Peppe Diana di Casal Di Principe.
Grande partecipazione di pubblico con il “responsabile” di casa Don Ernesto Rascato che ha accolto gli ospiti e gli artisti come meglio non poteva aiutato dal suo amore puro per Don Peppe manifestato con grande dolcezza e con sorriso dando la sensazione che il “martire” di Casale di Principe fosse li con noi.
Altra grande presenza degna di una vera Regina è stata quella di Isa Danieli che ha regalato dei momenti di altissima recitazione, di altissima emozione, di altissima intensità umana nel rappresentare la “mamma delle mamme”, la Regina del Cielo e Madre di Dio facendo un dono a Don Peppe che forse nessuno ha mai fatto. Isa Danieli nel “Misere” di Carlo l’ho vista altre volte e sempre ci ha regalato delle perle artistiche uniche ma quello che ha fatto mercoledì 5 aprile ’23 è di un livello mai raggiunto prima con delle vette di recitazione e di passione che solo una persona assistita dal Trascendente può esprimere. Si percepiva che lei in quel momento sentiva la presenza di Don Peppe pensando di essere, in quell’ora, sua madre e non aggiungo altro perché rischierei di sporcare con le mie banalità e ovvietà quei momenti che per sempre porterò nel mio cuore e nel mio spirito che può capire solo chi era presente.
Parlare della carriera di Isa Danieli è fare torto alla stessa Isa perché sono indegno nel poterla descrivere ma essendo cattolico apostolico romano che considera in ordine gerarchico esiste Dio, il Papa e il Re Cattolico Napolitano, riesco a prendere il coraggio di ricordare Isa Danieli in Donna Clotilde nella mitica “Ferdinando” di Annibale Ruccello e mi da ancora più forza ricordarla nel “Miserere” di Carlo come Madre di Dio e l’unica cosa che posso fare, oltre che ringraziarla, è pubblicare le foto che ho scattato quella sera.
E’ impressionante vedere la crescita artistica come compositore di Carlo Faiello e quello che stupisce è che sta avvenendo in poco tempo come si nota nel suo “Misere” che da anni va in scena senza smetterlo di farlo perché ogni anno è sempre diverso. Carlo si vede a vista d’occhio che osserva, ricerca, appunta e studia prima di comporre musica e creare spettacoli e s’è visto anche ad Aversa dove abbiamo notato passaggi delle rappresentazioni sacre a cominciare da quella di Sessa ma si nota con sempre più evidenza la sua aristocraticità napoletana nel comporre musica fondendo le due anime del 700 napoletano quella del San Carlo e quella popolare condita da un bel Gesualdo da Venosa come ho più volte descritto e come ha capito anche Don Ernesto Rascato definendo l’opera di Carlo “Opera Sacra Popolare”. Alle prime rappresentazioni dissi a Carlo che era l’unico che poteva riprodurre un’ Opera Sacra in purezza ma secondo il mio parere doveva cambiare qualcosa perché i tratti progressisti erano ancora troppo evidenti ma dopo mercoledi le cose sono cambiate perché l’opera di Carlo testimonia anche un rafforzamento della sua spiritualità e penso che manca un altro pochino per poter assistere dopo decenni, forse secoli, ad una “Opera Sacra” che come ha detto Don Ernesto è anche popolare.
Un ultimo pensiero va a Don Peppe Diana che è stato il vero Re della serata che si aggirava tra i banchi riuscendo ad essere al fianco di tutti i presenti e che nelle parole della sua amata sorella, Marisa Diana, abbiamo compreso la grandezza dell’uomo e del sacerdote divenuto Martire per servire nostro Signore in primis e in secundis il suo popolo ma, altresi, della cara Madre Iolanda. Don Peppe un figlio della Terra di Lavoro e della patria napolitana è andato ad affollare, purtroppo, la numerosa lista dei Martiri morti avvolti nel tricolore pieno di sangue che porta l’Italia ad essere il secondo paese con il maggior numero di uomini uccisi per mano di criminalità organizzata e senza voler approfittare di questo spazio o strumentalizzare la figura di Don Peppe Diana per fare un discorso politico e storico, mi permetto solo di dire che per trovare i veri colpevoli bisogna tornare al 7 settembre 1860 sperando di avere il perdono di Don Peppe e di Nostro Signore per aver abusato di questo spazio per esprimere il mio brevissimo pensiero di cui mi assumo qualsiasi responsabilità.
Claudio Saltarelli
video integrale del concerto
album fotografico