Mosca. Si aprono gli archivi di Stato sul terremoto di Messina
Col monumento ai marinai russi giunge in città materiale di straordinario interesse storico. Ecco qualche anticipazione.
Messina. Contemporaneamente all’arrivo del monumento a loro dedicato, giungono nuovi documenti direttamente dall’Archivio governativo di Mosca tutti dedicati alle vicende dei soccorsi prestati dai marinai russi. Un patrimonio di notevole interesse non solo per lo studioso ma anche per tutti i messinesi che vogliono saperne di più su quelle vicende ormai leggendarie.
Il materiale è stato messo a disposizione dell’Associazione culturale “Messina-Russia” dal console generale della Federazione Russa a Palermo, Vladimir Korotkov. Si tratta della corrispondenza diplomatica intercorsa tra i rappresentanti del governo russo in Italia e i loro referenti in patria: rapporti, relazioni, resoconti fin nei minimi dettagli di quanto fatto dai marinai, da ogni singola squadra di soccorso.
Colpiscono fra il resto gli elenchi stilati dalle navi “Bogatyr” e “Cesarevic” con il numero esatto di persone estratte dalle macerie da ciascuna squadra, di cui si dà il nome dell’ufficiale o del guardiamarina che la comanda: di ogni salvato si forniscono dati generali (uomo donna, giovane anziano etc.) ma alle volte anche qualche dato in più e in un caso anche il nome, come quello di “Carolina Sicardi, artista di una compagnia drammatica”. Abbiamo ritrovato fra i capisquadra anche quello di Steblin Kamenskij (che successivamente diventerà sacerdote, poi fucilato ed oggi venerato come martire e santo dalla Chiesa ortodossa) che salva “una ragazza di 17 anni, figlia di un generale”. Una lettera (1 gennaio 1909) del Console danese a Messina rivolta al ministro russo della Marina si premura di raccontare l’episodio del salvataggio di una donna da parte dei russi citando con precisione la squadra dei soccorritori proveniente della nave “Slava”.
Nella relazione (6 gennaio 1909) del vice-console russo di Catania leggiamo: “bisogna notare anche l’opera dei marinai inglesi delle navi“Sutley” e “Minerva” che in accordo hanno aiutato i nostri. Invece nonostante la presenza a Messina di tre sue navi militari, il Governo Italiano, fino al 1° gennaio, non ha fatto nulla per prestare soccorso alle vittime e non ha neanche adottato alcuna misura per porre fine alla sciacallaggio [….] I nostri marinai per fortuna non hanno subito alcuna perdita e i due marinai dispersi della “Cesarevic”, di cui avevo relazionato a Sua Eccellenza, sono stati ritrovati. Per quanto mi è dato sapere non erano presenti a Messina cittadini russi ad eccezione del figlio del nostro console a Nissa [Serbia] Tchakhotine con la moglie e il bambino, rimasti lievemente feriti e trasportati all’ospedale di Catania “Vittorio Emanuele”. Nonostante le ricerche personali e gli accertamenti effettuati non mi è stato dato nulla sapere sul destino del nostro vice console messinese, ma il suo ufficio e la sua abitazione risultano distrutti”
Nello stralcio che segue l’incaricato temporaneo per gli affari della Russia in Italia, M.N. Korf, così tenta di spiegare al suo Ministro degli Esteri, le ragioni della straordinaria e preferenziale simpatia degli italiani per i marinai russi.: “Nelle discussioni private, avute con esponenti di svariate classi sociali, col desiderio di chiarire la causa di tale e chiara preferenza manifestata nei confronti dei nostri marinai, ho avuto modo di sentire che essi hanno suscitato la simpatia generale non soltanto per l’impavido ed esemplare adempimento del dovere, nella qual cosa in parte non sono stati da meno anche gli inglesi, ma soprattutto perché, oltre a ciò, i nostri hanno mostrato una sensibilità che gli altri marinai non hanno avuto. A conferma di tal fatto mi hanno portato esempi dell’attiva e cristiana partecipazione dei nostri marinai nei confronti delle vittime; così, ad esempio, durante una sepoltura nelle fosse comuni di una donna sconosciuta, uno dei marinai si è calato nella tomba per coprirne il corpo nudo. Nella distribuzione dei viveri essi non si limitavano come gli inglesi alla secca consegna di una razione severamente ponderata e precisamente definita, ma davano tutto ciò che avevano, con generosità e amore. Per tutto questo i Messinesi, grati, hanno deciso di intitolare in loro onore la piazza principale della città che risorgerà: “Piazza dei marinai russi”, e di chiamare le strade che ad essa condurranno con i nomi delle nostre navi e dei loro comandanti” (15 gennaio 1909)
Una parte, sociologicamente accattivante, dei nuovi documenti è costituita dai bigliettini da visita lasciati presso le sedi consolari russe italiane da cittadini italiani di diversa estrazione sociale, da quello del deputato italiano Eugenio Valli a quello di due persone, certi Francesco ed Elvira Pira, il cui nome non è stampato ma semplicemente scritto a penna. In tutti espressioni, più o meno elaborate, di toccante e spontanea gratitudine; la frase più “curiosa” è proprio quella dei signori Pira: “Gesù è con la Russia. Grazie!”.
Numerosi anche i documenti a testimonianza di somme raccolte e versate in favore dei terremotati messinesi. Ne segnaliamo in particolare due. La lettera (14 febbraio 1909) del vice console russo in Persia che trasmette la notizia della raccolta di 135 rubli da parte di una colonia russa presente in quel paese a Astara. E l’altra, accompagnata da relativa ricevuta, da parte dei ferrovieri della Siberia che trasmettono 896 rubli e 46 copechi. Quest’ultima sembra richiamare, con le dovute differenze, gli avvenimenti di questi giorni nella città: infatti il monumento ai marinai russi è dono di una fondazione al cui vertice c’è il presidente delle Ferrovie Statali Russe.
Giuseppe Ianniello
(pubblicato su: russianecho.net)
fonte
https://www.primapaginaitaliana.it/il-mezzogiorno/100-storia.html